Lorenzo aveva appena consumato la sua colazione insieme al tenero pellicano: latte caldo con un paio di biscotti, il tutto ornato da una coltre di polvere cioccolatosa. Pelipper, invece, si era accontentato di un po' di frutta. Si avviarono in camera loro e, dopo essersi preparati adeguatamente (Lorenzo aveva indossato i nuovi jeans regalatagli dal Pokémon per l'anniversario, di un blu acceso), i due uscirono di casa, sbattendo forte il portone, cosa che a dir la verità fece loro meritare una sgridata da parte della mamma. Pelipper si diresse verso la casa del suo amico Bulbasaur, mentre Lorenzo s'incamminò verso il centro del paese, chiamato Timerlìn.
In una piccola capanna, alla periferia del borgo, un Pokémon smilzo si muoveva con destrezza, teso. La luce fioca, che filtrava da una finestrina malconcia, gli illuminava le gambe sottili e nere. Camminava su e giù per l'abitazione, aspettando qualcosa. Poi guardò il vecchio orologio appeso alla parete. Erano ancora le otto. Deluso, si voltò dall'altra porta ed entrò in una stanza vicina. Era molto piccola e polverosa, ed era presente solo un vecchio armadio con numerose crepe ed un letto, bruciacchiato qua e là. Ma non era solo: lì altri due esseri confabulavano sotto voce. Allora il Pokémon smilzo parlò.
«Sono ancora le otto. Tra poco meno di dodici ore dovremo agire».
«Quindi cosa dovremmo fare noi?» chiese uno dei due, improvvisamente vigile. «Sei sicuro di riuscire a sconfiggerlo da solo? Il Capo ha detto espressivamente di prenderlo, anche con la violenza, e di portarlo al suo cospetto. Se anche il Capo è interessato, significa che è un Pokémon estremamente dotato e pericoloso, no?».
«Potrebbe» rispose una voce più grave, che sembrava provenire da un angolo della stanzetta. «Ma Lui ha detto che c'entrava una pietra...l'ho sentito parlarne con un suo stretto collaboratore. A quanto pare, questa pietra è in grado di conferire particolari poteri a chi la trova e la tiene...».
«Vedo, caro Kadabra, che non hai ancora capito tutto» intervenne il Pokémon esile. «La Pietra del Potere è un oggetto di un'innaturale potenza, capace, come hai giustamente affermato, di rendere qualcuno incredibilmente potente, sia dal punto dei poteri magici che da quello dell'agilità e la destrezza. Ma vedi, può essere toccata solo da un prescelto, non possono farci niente gli altri. Solo il Pokémon, o l'umano, che ha il cuore di quello stesso, preciso colore può trarne quei benefici; e quel Pokémon non l'ha ancora trovata, e questo gioca a nostro vantaggio». I due compagni rimasero esterrefatti a quella notizia.
«Ma come fai...» accennò colui che si faceva chiamare Kadabra, ma fu interrotto quasi immediatamente da un grido di un bambino proveniente da un luogo vicino al loro nascondiglio.
«Zitto» intervenne l'essere magrolino «Dobbiamo agire al più presto. Nessuno deve sapere cosa è successo, e che tre creature come noi si sono intrufolati all'interno di questo villaggio, Timerlìn, con la forza. Questa casa dovrebbe essere abbandonata, ricordi? Bene, questo è il piano del Capo: io devo andare, al calar del sole, a visitare l'abitazione del prescelto, come faccio a sapere quale sono affari miei» disse vedendo che l'amico di Kadabra stava per chiedergli proprio quello «Mentre è il tuo compito, Taillow, quello di andare alla ricerca della pietra e impedire che chiunque s'avvicini la prenda. Sii rapido, altrimenti arriveranno prima loro» disse, rivolto al Pokémon vicino Kadabra, indicando con un dito il centro di Timerlìn.
«E io?» chiese Kadabra «Qual è la mia missione?».
«Tu dovrai semplicemente restare qui, scacciando i curiosi paesani che vengono a disturbare. Non so come, inventa tu un modo per farlo» rispose, vedendo il compagno pieno di dubbi, e anche un po' irritato.
«Ma come? Io devo restare qui a non fare nulla, mentre voi ve la spassate a seminare terrore tra gli altri, sapendo che nessuno potrà ostacolarvi?».
«Sì, e sei tu che ti devi assumere questa responsabilità, sei il più versato nelle arti magiche e sei in grado, in qualche modo, di fermare i ficcanaso. Dammi qualcun altro che è in grado di farlo, su» aggiunse, vedendolo sbuffare; poi continuò: «Devo forse farlo io? Devo dunque uccidere tutte queste persone e farlo passare per un incidente? E credi che sia possibile? La gente si avvicina ad una misteriosa casa e non torna più...certo, chiunque penserebbe che si tratti di un incidente».
Kadabra non colse il sarcasmo; era troppo impegnato a riflettere su chi lo avrebbe potuto sostituirlo. «E Taillow? Perché non può farlo lui al posto mio? Io sono, come hai confermato, assai dotato dal punto di vista della magia. Potrei trovare facilmente la Pietra, od ostacolare chi cerca di impossessarsene, senza dar loro tempo di accorgersi di chi sia stato».
«Ah, e se giunge qualcuno al nostro nascondiglio, che importa, si accorgerà solamente che c'è stato un omicidio e della presenza di Pokémon, assenti in quel momento. Roba di scarsa importanza, vero? L'essenziale è divertirsi a sparare qua e là colpi magici contro dei poveri sfortunati. Oppure credi forse che Taillow possa fermare un gruppo di persone o Pokémon senza farsi vedere? Potrebbe colpire anche più velocemente possibile, in modo che nessuno lo veda, ma che strano vedere due o tre esseri cadere improvvisamente al suolo, senza che nessuno li abbia nemmeno sfiorati».
Questa volta Kadabra, rassegnato, colse però la nota divertita del compagno, cosa che lo fece irritare. Il suo corpo giallo fu scosso da un impulso di rabbia, ma il Pokémon non si sfogò con nessuno, limitandosi a fare smorfie e sbuffi, che i due soci fecero finta di non sentire. Si immerse nuovamente in una fitta conversazione con Taillow, mentre il Pokémon magro se ne andava verso la porta aperta.
Pelipper stava guardando sparire il suo Allenatore, riuscendo tuttavia a riconoscerlo in mezzo alla calca. Aveva le gambe lunghe, forse un po' sproporzionate in confronto al busto, ed era molto alto. I capelli castani non avevano una pettinatura ben definita, poiché Lorenzo non degnava loro molta attenzione. Amava vestire comodo, con maglie a maniche corte e jeans, come quelle che indossava in quel momento.
Il pellicano decise di andare a trovare i suoi amici, per poi andare a fare una girata nel bosco di Timerlìn insieme a loro. A meno che non sbagliasse di grosso, Treecko doveva già essere a casa di Bulbasaur, quindi si diresse rapidamente verso l'abitazione dell'amico. Durante il viaggio, incontrò un certo Torkoal, un Pokémon molto anziano e saggio che, come gli aveva comunicato, sarebbe stato il suo insegnante di lì a pochi giorni. Nonostante le insistenze di Pelipper, si rifiutò di fornire notizie riguardo i corsi d'apprendimento. «Resterà una sorpresa fino a dopodomani, ne sono sicuro» pensò il pellicano, un po' deluso.
Pochi minuti dopo, Pelipper giunse finalmente alla sua destinazione. La casa di Bulbasaur era, in realtà, una graziosa capanna in mezzo a due alberi giganteschi, piena di finestre. Aveva un solo piano, ma era molto estesa e occupava uno spazio grande il doppio delle altre abitazioni. Il pellicano bussò, e nel giro di pochi istanti un Pokémon con uno smagliante sorriso stampato in faccia venne ad aprire.