10° capitolo: Le anime
Subito il corpo di BlazePower2 brillò di una luce biancastra, che si spostò lungo il braccio, il polso e l’orologio, che iniziò a far girare vorticosamente le lancette e i numeri su di esso. E quel movimento rotatorio degli ingranaggi fece scaturire quella luce, che era diventata densa come un gas. La luce gassosa iniziò a vorticare nell’aria e a prendere forma, diventando sempre più ovale, fino ad assumere gradualmente colore. Ora, davanti a due sbalorditi BlazePower2 e Loreamico, si librava in aria, fluttuando, una strana specie di fantasma rosato, senza collo, con la pancia bianca sproporzionata rispetto al resto del corpo. Aveva due orecchie da coniglio, lunghe, a punta, con l’interno scuro. Gli arti superiori erano senza mani, come due coni rovesciati, con la punta molto arrotondata verso l’esterno. Gli arti inferiori erano simili a grandi fagioli rosa, ed erano privi di gambe. La bocca a mezzaluna era chiusa. Aveva un ciuffo ricurvo rivolto verso l’alto, terminante in una spirale, anch’esso rosa come tutto il resto del corpo. Gli occhi erano grandi, con un’iride verdastra. Le pupille erano bianche come la sclera. La coda era una semisfera appena appena visibile. Tutto il suo corpo, dalla forma ovoidale, era rosa, tranne gli occhi, la pancia, la punta e l’interno delle orecchie e, come Blaze e Lore scoprirono più avanti, l’interno della bocca. L’essere aveva del gas argentato informe che gli vorticava attorno e quando si muoveva lasciava un’evanescente scia lattea, come un fantasma. BlazePower2 e Loreamico erano impietriti dal terrore e non osavano muovere un muscolo. Cos’era quella cosa che fluttuava davanti a loro? Come mai appena premette quel tasto Blaze si illuminò? Perché tutto questo accadde dopo aver regolato l’orologio e non prima, mentre Blaze si stava scervellando per capire a che servisse quel pulsante? Com’è che la luce uscì dal suo corpo facendo vorticare l’orologio? Cos’era l’orologio? Tutte queste domande frullavano velocissimamente nel cervello dei due come avevano fatto le rotelle dello strumento attaccato al polso di Blaze. Quando, finalmente, questi riuscì a spostare lo sguardo, si rese conto che erano passati appena due minuti e che le lancette e i numeri erano al loro posto, come se non fosse successo niente di strano, come se l’orologio non si fosse accorto di aver fatto scaturire un fantasma, come se il suo possessore non fosse paralizzato dalla paura. Quando finalmente Lore riuscì a staccare la parte inferiore del becco da quella superiore, esclamò con voce tremante: “C-C-C... Cos’è Q-Qu-Quello?!”. Blaze non rispose, troppo spaventato per poter parlare. “Già, cos’è quel coso?” pensò, anche se sentiva che, in fondo in fondo, una parte di sé pensava di sapere cos’era. Il fantasma guardò stupito Blaze, come se non credesse che lui possa averlo dimenticato, come se pensasse che lui l’avesse già visto da un sacco di tempo. Gli occhi di Lore si spostavano lentamente, molto lentamente, dal nuovo ospite all’orologio al suo amico, finché si risvegliò e disse: “Blaze... credo che quel... coso abbia qualcosa a che fare con te...”.
Anche Blaze pensava di avere qualche relazione con l’essere misterioso, ma era ancora immerso alla contemplazione di esso che quasi non sentì le parole di Loreamico, finché si decise a emettere suoni e pronunciò: “Si, ha a che fare con me. Quello è me.”
“Cosa?” rispose Lore, allarmato.
“Quello sono io”
“Che? Quel... quella cosa è te? Che vorresti dire?”
“Non so...” rivelò BlazePower2 “È come se mi stessi guardando dentro. Sento che quel fantasma sia parte di me”
“Possibile? Aspetta... credo... credo che quella sia la tua anima, Blaze!”
“Cosa?”. Questa volta fu Blaze a fare domande.
“Mi sembra di aver letto in un libro, una volta, che alcuni sono riusciti a fare uscire le proprie anime fuori dal corpo. E nell’immagine accanto a quelle parole c’era un tizio con un fantasma con caratteristiche simili a questo” disse Loreamico, indicando il fantasma davanti a lui e al suo compagno “Stessa scia biancastra, stessa aura argentata, stessa luminescenza... Blaze, quell’orologio invoca le anime!” esclamò, infine, con voce più alta, senza più sussurrare. Blaze fu come se fosse stato urtato sulla fronte: ma certo! Quindi quel fantasma era la sua anima e quel tasto dell’orologio faceva uscire le anime dai corpi! Sentendosi un esorcista, Blaze si affrettò a ripremere il tasto: l’anima si dissolse, divenne nuovamente luce gassosa e rientrò nell’orologio e, da esso, si diramò lungo il corpo di BlazePower2, fino a scomparirvi dentro. Loreamico, superato un primo momento di preoccupazione nel vedere l’anima ritornare fin dentro il corpo del suo conoscente, chiese: “Posso vedere la mia anima?”
“Cos...? Ah, OK...” suonò Blaze, mentre consegnava il suo orologio al suo amico, come in trance. Lore indossò l’orologio e premette quel pulsante, ma non accadde niente. Sconcertato, provò e riprovò, finché BlazePower2 avanzò un’ipotesi: “Forse funziona solo con il primo che lo indossa.”
“Non credo” replicò Lore. “Secondo me funziona solo se... Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima!” aggiunse, cambiando l’ora.
“Cos’hai scoperto?” domandò Blaze.
“Secondo me” espose il pellicano “funziona solo se si preme il pulsante quando l’orologio è regolato alla stessa ora e alla stessa data della sua prima regolazione. Ragiona!” ribattè, vedendo l’espressione stranita dell’amico: “Prima quando lo ciccavi tu non succedeva niente, ma poi l’hai mandato indietro di mezz’ora. E dato che era passata mezz’ora dalla sua prima regolazione, hai riportato l’orologio alla sua prima sistemazione. E dopo aver messo l’ora di prima l’anima è uscita. Provo a metterlo di nuovo sulle quattro meno dieci, vediamo cosa succede!”. Lore portò l’orologio alle 15:50 e premette il bottone argentato. Come per dimostrare la sua teoria, un alone di luce biancastra fuoriuscì da Loreamico, arrivò alla sua ala, raggiunse lo strumento e, mentre esso faceva vorticare numeri e lancette, la nube lucente si staccò dal corpo di Lore, stavolta prendendo una forma diversa, affusolata. In poco tempo quell’anima divenne più piccola del suo possessore, rivelando il suo aspetto fisico. Assomigliava ad un bruco, metà verde e metà giallognolo, con uno strano corno rosato in testa. Gli occhi dell’anima erano grandi, completamente neri, le zampe erano tutte uguali, minuscole e sferiche. La coda, se così la si può definire, era affusolata, cilindrica, più larga all’estremità piuttosto che alla base. “Loreamico restò interdetto per qualche secondo, quasi come stupito di vedersi così minuscolo, indifeso, come se si fosse aspettato di più della sua anima. Poi, finito il momento di contemplazione, fece rientrare la sua anima nel suo corpo, rimise a posto l’ora e riconsegnò l’Orologio Invoca-anime al suo amico, ringraziandolo. “Sarai un po’ scosso per quello che è successo oggi. Vuoi restare solo?” chiese gentilmente a Blaze, che non seppe che risposta dare. Così Loreamico si congedò da lui e volò fino a casa sua, pensando e ripensando a ciò che era successo a casa di BlazePower2. Anche Blaze si soffermò più e più volte a pensare all’accaduto e, ammettendo di sentirsi veramente un po’ scosso dagli ultimi avvenimenti della giornata, rimase a casa sua e non uscì fino al giorno dopo.