12° capitolo: Lo specchio tecnologicamente magico
Il giorno dopo Blaze cercò di sistemare come poté parte della sua casa ma, rendendosi conto che non aveva molta voglia di lavorare, andò, come al solito, al Bar per passare il tempo. Una volta arrivato venne accecato dal flash di una strana cosa grigia, che scoprì essere la macchina fotografica di Chimchar che, a quanto sembrava, stava immortalando il locale.
“Chimchar, ma che fai?”
“Ops, scusa BlazePower2. Mi sono accorto solo l’altro giorno della magnifica architettura di questo bar...
“Magnifica, proprio... Chissà che si sarà bevuto!” pensò Blaze.
“... e ho deciso di fare qualche foto da portare alla mia famiglia iniziando proprio da qui. Sai, mio zio Primeape si arrabbia furiosamente quando non gli piacciono le foto dei miei viaggi o quando non ne scatto nessuna e mia madre mi chiama in continuazione per sapere se ho accontentato zio Primeape. Purtroppo non sono riuscito a fotografare molte cose perché, come già sai, sono venuto qui da poco e non conosco la città ma oggi mi sento in vena di fare foto e...”
“Mamma mia, quanto parli!” disse esasperato Blaze “Ma per quanto riguarda il flash, tutto Ok!”
“Fiuuu.” sospirò Chimchar “Meno male che non ti sei scaldato! Sai, nel mio paese, abitato anche da uomini, si dice «Se un Blaziken farai infuriare all’ospedale dovrai andare!». Senza offesa, eh!”
“Che ci vadano loro all’ospedale! Comunque sia che ti sei mangiato stamattina? Concentrato di caffè?!”
“No, ma dovrei provarci. Gli uomini del mio paese dicono che è buono!”
“Ok, se lo dicono loro fa schifo. Senza offesa, eh!”
Guardandosi e annusando intorno Blaze notò che la puzza di espresso c’era, ma non veniva da Chimchar. Probabilmente era Fortu quello che aveva bevuto un concentrato di caffè. Fortu era uno strano animale dall’aspetto canino, con il pelo corto e nero, la pancia e il muso rosso, la coda a freccia e alcune “placche” ossee grigie sui polsi e sulla schiena, nonché due corna ricurve dello stesso colore. Aveva anche un ciondolo a forma di maschera che portava sempre al collo. Era uno dei Moderatori, uno di quelli che controllano il comportamento degli altri e fanno rispettare la legge. Loro hanno anche il permesso di esiliare dalla città coloro che hanno atteggiamenti troppo offensivi e villani. In questo momento Fortu stava attento a evitare che sfuggano termini inadeguati agli altri che, come al solito, facevano a gara a chi le sparava più grosse, con gran imbarazzo di Chimchar che aveva voglia di uscire dal Bar per non sentire tutte quelle stupidaggini. Poco tempo dopo Blaze uscì da lì insieme a Chimchar e, separandosi da lui, andò a vedere quello che c’era al Pokémon Market, lasciando il suo amico libero di fotografare il resto della città. Girando per il Market Blaze trovò uno strano specchio ovale, con il bordo color legno e volute dorate ai bordi. Di per sé era uno specchio normale, come tutti gli altri ma, guardando l’etichetta, si leggeva “Specchio delle Profezie – 5000 monete”. Curioso, Blaze andò da Kecle0n a fare domande: “Scusa, ma questo che specchio è?”
“È lo Specchio delle Profezie, non sai leggere l’etichetta?” rispose Kecle0n.
“Si, ma in che senso fa profezie?”
“Nel senso che se fai una domanda sul futuro allo specchio esso, da riflettente, si annebbia e fa comparire immagini che rispondono alla domanda!”
“Davvero?”
“Certo! Questo specchio è magico, anzi tecnologicamente magico! E poi, sapendo che chiunque mi potrebbe fare causa e conoscendo i Moderatori di oggi, pensi che metterei oggetti falsi?” concluse Kecle0n. Così Blaze, convinto, comprò lo specchio e andò verso casa sua per provarlo. Strada facendo rincontrò Chimchar che, triste per aver finito la memoria disponibile nella scheda della macchina fotografica, accettò di andare a casa del suo amico per provare lo Specchio delle Profezie. Una volta seduti sul letto Blaze passò l’acquisto a Chimchar che, notando e accendendo un interruttore per azionare gli effetti sonori, chiese di che umore sarà suo zio Primeape quando lo vedrà. Subito lo specchio iniziò a diventare sempre più bianco, finché la “nebbia” lasciò il posto ad un muro della stanza dell’albergo di Chimchar. Nell’immagine si poteva vedere una mano marrone che si agitava furiosamente davanti ad alcune fotografie, mentre lo specchio emetteva suoni e rumori demoniaci a tutto volume, tanto che, a detta di Chimchar, avrebbero svegliato un bradipo come Slakoth a 100 miglia di distanza. Tra le tante parole si riuscirono a distinguere chiaramente le parole: “queste”, “fotografie”, “razza di...”, ma prima che venissero pronunciate le ultime parole Chimchar riuscì, con grande sforzo per via delle enormi onde sonore che lo spingevano a tenere le mani alle orecchie, a chiudere in tempo il volume per evitare che Blaze venisse esiliato per schiamazzi volgari. Fatto ciò, dopo l’ultima immagine dei due occhi satanici di Primeape, lo specchio riprese ad essere levigato e riflettente.
“Mi sento leggermente inquieto.” commentò Chimchar.
“Meglio tenere il sonoro spento per le prossime profezie!” propose BlazePower2 che, disattivando l’audio e prendendo lo specchio, aggiunse: “Ora tocca a me. Cosa potrei chiedere? Vediamo... Quale sarà il destino di PokéTown?”. Dopo che Blaze pronunciò quelle parole lo specchio si annebbiò sempre di più, finché la nebbia lasciò il posto alla profezia.