Indice Discussion Board Intrattenimento C'era una volta...

C'era una volta...

Se l'intrattenimento è la tua passione, questa è la sezione che fa per te! Tutte le discussioni su Tv, Film, Libri, Anime, Manga e Musica sono bene accette.

Messaggio 04/01/2012, 11:04

Messaggi: 7
Località: Catania
Allora io ho scritto un pokèpasta,ma è la prima non ne so quasi nulla

Ero appena entrato in town,ero un novellino e non sapevo che fare.Entrai in chat,tanto per fare qualcosa,ma non mi rendevo conto che entrare li mi avrebbe cambiato la vita… C'era un evento in corso,il radom Special e decisi di partecipare. Usai il radom special e uscì uno Zapdos ma con un immagine strana,un punto interrogativo.Appena andai nel box a controllare il computer emise una scintilla. All'inizio pensai fosse solo frutto della mia immaginazione ma solo dopo mi resi conto di essermi sbagliato. Appena presi il pokemon per metterlo in squadra il computer emise scintille e lancio lampi e fulmini per tutta la camera.Era la vendetta del leggendario.Il computer esplose,ma poco prima dell'esplosione sentii un verso,come di un uccello sofferente. Siccome ero stanco andai a letto.Feci un incubo, in sonno vidi il leggendario Zapdos in volto,un immagine terrificante. Mi svegliai di botto e sentii una voce: La vendetta di Zapdos si sta' compiendo!. Decisi di prendere un pò d'acqua per calmarmi,ma appena toccai la bottiglia d'acqua presi una scossa forte al dito.Qualsiasi cosa toccavo prendevo la scossa,e aumentavano sempre di intenzità.Era la vendetta del Pokemon leggendario! Appena comprai il computer nuovo contattai lo staff per parlargli del mio problema. Lar mi rispose spaventato: Davvero hai trovato Zapdos al RandomSpecial?! Sei sotto una maledizione! mi rispose. Io gli chiesi come fosse possibile che un legend virtuale mi abbia provocato simile maledizione. Lui mi rispose che prima di essere un Pokèmon virtuale era un Pokèmon reale,che ebbe un incidente nei pali della luce e che riuscì ad inoltrarsi in town,aspettando di essere liberato per compiere la sua vendetta. Da allora ogni notte sogno quel muso Arrabbiato e qualsiasi cosa tocchi prendo la scossa. Proprio ieri mi ha parlato in sogno e mi disse: La vendetta di Zapdos si stà finalmente compiendo! Ho iniziato con te,ma in poco tempo distruggerò ogni essere umano esistente! Da allora in poi Zapdos appare in sogno ad ogni towniano che per sfortuna si ritrova un legend al Random special.


Ho voluto basare un fatto fantastico alla realtà e ciò dà alla storia una pizzico di fantascienza XP

Messaggio 09/01/2012, 21:38

Messaggi: 214
Tanto per criticare, in complesso l'idea è buona ma le azioni sono senza descrizione e avvengono con una velocità che non riuscivo a seguire °°, devi approfondire sulla descrizione di ogni cosa, almeno una aggettivo per parola °° vedrai che il testo sarà più bello e più lungo( altra mancanza, un po' corto)
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Ringrazio Daphne

Messaggio 11/01/2012, 18:22

Messaggi: 1193
Località: In un posto da dove posso connettermi su PokéTown, altrimenti non avrei postato tanto qui o_o
Nei bei vecchi tempi si metteva uno spazio dopo un segno di punteggiatura. Credo
(notare la parte sottolineata e in grassetto)



Bene, eccomi qui con il 13° capitolo del mio racconto. Scusate se vi ho fatto aspettare ma non avevo voglia di scrivere :inno
Commentate come volete, però esprimete giudizi che sennò se non trovo i miei errori non posso migliorare

"Le Anime di PokéTown"

13° capitolo: La profezia

L’immagine dello Specchio delle Profezie divenne sempre più nitida, sempre più rossa, finché si vide chiaramente una superficie color rosso sangue che si ingrandì sempre di più come se lo specchio mostrasse l’immagine di un microscopio. Ad un certo punto comparve una macchia più chiara che si ingrandì insieme al sangue finché, dopo un po’, la profezia smise di allargarsi, lasciando come sfondo lo spiazzo chiaro. In esso erano presenti le varie componenti del sangue: in basso un ammasso di globuli rossi, alcuni più scuri altri color rosso vivo; in alto c’erano tre globuli bianchi che “emettevano” anticorpi bianchi, i quali spingevano fuori dall’immagine dello specchio i globuli rossi più scuri e più agitati. Ad un tratto, però, apparve un virus dall’alto che, posando le sue “zampe” sopra i globuli bianchi, fece espellere loro altri anticorpi, questa volta neri. Gli anticorpi neri si spostarono al centro dello schermo e vennero raccolti dagli eritrociti che, appena entrarono in contatto con essi, fecero apparire una bolla bianca con la loro stessa forma, la quale poteva apparire e scomparire a piacimento entrando e uscendo dal proprio globulo rosso. Così gli eritrociti si radunarono, si “organizzarono” e andarono davanti ai globuli bianchi che, agitandosi, chiamarono dietro di loro tanti puntini oscuri. Allora i globuli rossi, agitandosi come fossero preoccupati, fecero uscire da dentro di loro le bolle bianche di prima, le loro sfere d’ossigeno, suscitando lo stupore dei leucociti che, più tremanti che mai, chiamarono un eritrocita dall’esterno dell’immagine dello specchio e iniziarono a pestarlo. Così i globuli rossi, vibrando di rabbia, assalirono i globuli bianchi i quali li respinsero subito e chiamarono dietro di loro i globuli color rosso scuro, facendoli lottare contro gli altri eritrociti, affiancati dai puntini neri. Tuttavia, nonostante la tremenda confusione, si poté vedere che i globuli rossi, quelli color rosso vivo, si avvicinarono e minacciarono sempre più i leucociti tanto che essi, saltando, iniziarono a “comunicare” con il virus, che fino ad allora era rimasto in disparte. Il virus cristallino, entrando in campo, contro ogni aspettativa iniziò ad attaccare gli stessi leucociti che lo avevano chiamato, respingendo nel frattempo i globuli rossi che tentavano di contrastarlo. Così tutti quei corpi si misero d’accordo e andarono contro il virus, generando una nuvola di fumo bianco che coprì tutta l’immagine, fino a che questo fumo divenne sempre più riflettente e lasciò il posto alle facce attonite e stupite di BlazePower2 e Chimchar. Lo specchio era tornato come prima. La profezia era finita.
I due spettatori stettero qualche minuti immobili, muti, con quello specchio tra le mani, stupiti dalla visione di quella profezia. Quando finalmente Chimchar riuscì a cambiare espressione espresse tutto quello che aveva capito in una domanda: “Cosa?”.
Blaze, come risvegliato da quella parola improvvisa, rispose con una delle sue solite battute: “Eh? Emh... Si. Ok. Quindi secondo questo specchio in futuro tutta PokéTown dovrà farsi le analisi del sangue”
Soffocando una risata Chimchar continuò: “E magari tutti quanti avremo un’infezione e ci evolveremo come gli schiavi di Ash! Ma che voleva dire quella profezia?”
“E che ne so? Non chiederlo a me!” disse Blaze.
“Come mai ti è partita quella domanda?”
“Quale? Ah, quella di chiedere il futuro di PokéTown? Boh... non lo so, mi è venuta” ammise BlazePower2 “forse... forse qualcuno un giorno avrà voglia di fare un libro sulla nostra città e allora avrà del materiale da inserire!”
“Certo, certo, come no. E magari scriverà anche di noi due che siamo rimasti immobili a vedere questo filmato con gli occhi grandi così!”
“Perché no? Mi piace pensare che qualcuno possa mai scrivere un libro su di noi o sulla città e inserirci! Magari, anche se non lo sappiamo, noi stessi siamo personaggi di un libro!”
“Si, e magari quel qualcuno sta scrivendo di noi proprio adesso!”
“Certo, e magari qualche lettore sta leggendo esattamente quello che stiamo facendo e ci stiamo dicendo, parola per parola! E magari un giorno o l’altro leggeremo anche noi quel libro e ci troveremo scritti dentro questi nostri discorsi! Ti immagini?” esclamò Blaze, pensando alla sua faccia divertita nell’eventualità di leggere, in un futuro racconto della sua vita, quelle stesse parole e quella stessa profezia, riuscendo finalmente a svelare il suo mistero e a ridendo davanti alla faccia sua e del suo amico.
“Mi immagino!” reagì Chimchar, con un’espressione mezza stranita mezza sorridente “Immagino quanto poco guadagnerà quel malcapitato scrittore che perderà il suo tempo a narrare i nostri inutili discorsi!”
“E perché? Non ti senti degno di attenzione? Non ti piace apparire su un libro?”
“Si ma dubito altamente che una qualsiasi persona possa mai pensare di scrivere in una storia questi nostri discorsi per poi pubblicarli in un libro!” concluse Chimchar.
I due continuarono a parlare per un altro po’, a volte cercando di trovare un senso alla profezia, a volte immaginando di essere i personaggi del loro libro. Dopodiché, quando nessuno aveva più cose da dire, Chimchar se ne tornò in albergo e BlazePower2 rimase a casa a rimuginare silenziosamente sul suo nuovo acquisto e su tutto quello che era successo.
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Messaggio 14/02/2012, 23:13

Messaggi: 214
La piccola fiammella riluceva, lieve ardore che riscaldava l’incavatura nel terreno, luce fioca che si notava solo da vicino. Jake si svegliò di soprassalto, era stato rapito, non c’è dubbio ma il suo rapitore sembrava che conoscesse la magia, cosa che non va sottovalutata. Un centinaio di persone conoscevano la magia, persone per la maggior parte facenti del Consiglio Imperiale Militare e Civile, ne rimarrà una ventina di cui più della metà formano l’Associazione delle Arti Arcane, i restanti saranno fedeli dell’imperatore e , ovviamente, quest’ultimo. La plebe ovviamente non conosceva la magia , solo alcuni membri dei circhi sapevano qualche trucco ma nulla più. Invece in quella fiammella si notava abilità, riscaldava ma non si notava molto. Jake si voltò e vide il suo rapitore disteso su un giaciglio di paglia, evidentemente stava dormendo. Con passo silenzioso Jake fece per allontanarsi ma fu preso e scaraventato da una parte: il rapitore si era svegliato. Lì era una foresta mille colore con: pini, aceri, orchidee e margherite, il sole stava nascendo dopo la fredda notte. Al risveglio, Jake, si ritrovò legato e davanti il suo rapitore, Jake aprì la bocca e disse:
-Chi sei?-
-Cosa te ne frega?-
-Sono stato rapito almeno voglio capire chi è-
-Vuoi davvero saperlo? Se lo saprai ti ricordo che ti dovrò uccidere-
-Perchè? Intendi risparmiarmi?-
-Probabile, se farai il bravo-
-Sembri infantile-
-Ti rivolgi così a tutte le persone che ti vogliono uccidere-
A quel punto il rapitore alzò la mano e un dolore lancinante trapassò il corpo di Jake che cadde a terra dolorante. Non riusciva ad alzarsi poiché il dolore continuava ancora. Ma mentre era a terra notò la faccia del rapitore: solcata da rughe profonde, aveva folti capelli e folta barba di un colore grigiastro, sulla mano destra vi era una cicatrice che si estendeva fino al polso, in quella sinistra due anelli uno con una pietra azzurra e l’altro con una rossa. Lo sguardo del rapitore era duro e spettrale, si notavano numerose cicatrici mimetizzate tra le rughe, doveva essere stato uno che ha combattuto, così pensò Jake. Il rapitore lo prese per il collo e lo sbatté ben due volte su una roccia finché Jake non sputò sangue poi lo prese per la corda e lo portò a cammino con sé,trascorsero ore ed ore e l’ambiente non cambiava: sempre pini, aceri, orchidee e margherite che si in scurivano con il trascorrere del giorno, infatti ormai era sera e se non volevano essere sbranati dai lupi notturni si dovevano accampare, ed è quello che fecero. Il rapitore imboccò Jake di un pezzo di formaggio di media grandezza poi accese il solito fuoco e si avvolse nel mantello, Jake fece trascorrere pochi minuti prima di farsi lasciare al sonno. Si risvegliò sanguinante, in movimento, capii che alcuni lupi si erano avvicinati e azzannato la sua gamba destra però non sapeva dove fosse finito il rapitore, i lupi lo trascinavano prendendolo per il colletto della giacca , con i denti, facendogli ogni tanto sobbalzare per una roccia appuntita, quando sembravano giunti a destinazione Jake pensò che fosse stato sbranato vivo ma non fu così, il rapitore entrò nella scena all’improvviso e pronunciando alcune parole incomprensibili per Jake bruciò almeno quattro lupi, ne rimanevano, a quanto pare, altri quindici stavolta Jake riuscì a comprendere le parole del rapitore:- Electo- una semplice parola che fulminò un lupo, poi il rapitore sfoderò la spada , che jake non aveva mai visto prima, e con abili mosse uccise quattro lupi ma i rimanenti attaccarono di branco e gli azzannarono il braccio e il collo e sembrava che la morte avesse deciso per lui il destino, quand’ecco che un gruppo di esseri saltò fuori e uccise tutti i lupi, Jake riconobbe qualche faccia dai cartelli di ricercato: erano cacciatori di schiavi.

Commentate
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Ringrazio Daphne

Messaggio 15/02/2012, 13:52

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bella storia ma ci sono vari errori di punteggiatura
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Messaggio 15/02/2012, 22:50

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Di che genere?
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Ringrazio Daphne

Messaggio 16/02/2012, 13:25

Messaggi: 1193
Località: In un posto da dove posso connettermi su PokéTown, altrimenti non avrei postato tanto qui o_o
nel senso che alcune virgole dovrebbero essere punti, a volte mancano e a volte sono di troppo. Ti consiglio inoltre di non ripetere sempre lo stesso messaggio nelle parti descrittive (es: "l’ambiente non cambiava: sempre pini, aceri, orchidee e margherite" l'hai ripetuto due volte e il resto della frase è legato dalla virgola invece che dal punto).
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Messaggio 07/03/2012, 19:45

Messaggi: 214
Questa è una storia scritta da mia madre appartenente a una grande raccolta di storie che verranno pubblicate a presto :3

Mostra / Nascondi » Introduzione
Il protagonista delle storie è la Pecora di Cotone una pecora che invece di produrre lana produce cotone, se ci saranno alcune errori lievi sono causati dal fatto che non è ancora prontissima questa storia.


Mostra / Nascondi » Pura Lana vergine
È finalmente arrivata l’estate, e quindi anche il caldo … E neanche la pecora di cotone riesce a sfuggirgli. A peggiorare le cose, sta il fatto che il mantello della pecora di cotone non si arriccia come la lana e quindi cresce, cresce a dismisura diritto, impedendole anche di camminare; urge andarsi a tosare!
La pecora di cotone esce di casa dirigendosi verso il suo “parrucchiere” di fiducia che si trova in città. Durante il percorso però inciampa ripetutamente nella sua pelliccia e cade più volte battendo il naso per terra. Dopo due ore di incidentato cammino, arriva alla sua destinazione ed entra nel negozio di “acconciature ovine e caprine”. Il suo aspetto non è dei migliori visto che ha un nasone grosso e gonfio come un melone, ma non è questa la cosa più spiacevole; quando infatti la pecora di cotone chiede una tosatura completa si sente rispondere dal proprietario del negozio: -Cara creatura è alquanto inconsueto vedere un così raccapricciante esempio della razza ovina. Sono spiacente ma pur volendo superare le grosse perplessità sul tuo aspetto non potrei mai tosare il mantello di cotone in quanto i miei clienti ritirano soltanto mantelli di pura lana vergine di alta qualità-.
Mai ci fu un affronto così grande per la nostra amica.
Triste e sconsolata la pecora di cotone riprese il suo cammino e, tra una botta al naso e una capriola all’indietro, giunse presso un supermercato; entrò. Guardandosi intorno vide il reparto piccoli elettrodomestici dove spiccava in bella mostra un bel rasoio elettrico sulla cui scatola c’era scritto: -Adatto per barba e capelli; lascerà la tua pelle morbida e vellutata grazie alla lozione post-rasatura abbinata alla confezione- Prezzo: 80€ più IVA.
-Caspita! E quello che ci vuole … Devo procurarmi dei soldi!- Pensò la pecora di cotone.
Si guardò in giro e i suoi occhi puntarono il pavimento del reparto alimentari che catturava l’attenzione per quanto era sporco e così le venne una grande idea.
Andò quindi a parlare con il direttore del supermercato.
Dopo una mezz’ora i clienti del reparto alimentari furono partecipi furono partecipi di un evento straordinario: una pecora, con un mantello bianco e lunghissimo, si contorceva sul pavimento macchiato, da chissà quante bibite, caramelle, ortaggi eccetera eccetera. Al suono della break dance. Ogni tanto la pecora si tuffava dentro un secchio pieno di acqua saponata e poi riprendeva il suo frenetico ballo finché il pavimento non diventò pulito e lucente. La pecora quindi si diresse verso il bagno, delle signore ovviamente, per asciugarsi con uno di quei phon automatici che si usano al posto degli asciugamani e poi, con il suo mantello vaporoso, diede vita alla seconda parte del suo show: e giù con capriole, scivolate in lungo e in largo sul pavimento che in poco tempo diventò completamente asciutto. La pecora, esausta dalla fatica, con l’aspetto sempre più orripilante uscì dal supermercato quasi strisciando ma con un sguardo trionfante e tenendo in mano il suo rasoio multifunzione. Ci vollero tre giorni alla pecora per radersi completamente ma alla fine dell’operazione la sua pelle era effettivamente morbida e vellutata, grazie alla lozione abbinata al rasoio; l’unico inconveniente è che il suo giardino era completamente invaso dal cotone ma …………. PURO COTONE VERGINE!
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Ringrazio Daphne

Messaggio 07/03/2012, 21:32

Messaggi: 1193
Località: In un posto da dove posso connettermi su PokéTown, altrimenti non avrei postato tanto qui o_o
carina XD certo, ci sono alcuni errori ma di battitura/copiatura
che spreco di cotone però ç_ç
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Messaggio 10/04/2012, 13:18

Messaggi: 214
Nuova storia che finirò di certo u.u
Vagavo nei marciapiedi di Borgo Secciopoli. Le casupole quasi fatiscenti ombreggiavano Viale Mew e il municipio torreggiava Piazza Drago Leggendario. Mi ero fermato vicino a una vecchia costruzione in legno compensato che, dopo tanto tempo, appariva come truciolato. Eccomi lì, a mangiare un bel panino e a osservare qualche Magikarp sguazzare nello stagno vicino, presso l’Accademia Coordinatori che attirava gente di tutta Simpia, perché unica nella regione. Stavo addentando il primo morso quand’ecco che una sagoma nera, con un sovrumano scatto, aveva preso il mio panino e ora stava là, appoggiata ad un muro e divorava quello che doveva essere la mia merenda per la quale avevo speso ben 7 SeZ. La sagoma nera era di certo un pokémon, difatti avevo riconosciuto in quella sagoma la figura di un esemplare di Combusken, poi le mie ipotesi diventarono vere. Combusken o, come lo chiamerò per il resto dei racconti, Busk addentava il panino con la voracità di una persona che non mangiava da mesi, e così doveva essere. Infatti Busk sembrava proprio abbandonato: sporco, affamato, assetato e ferito. La cosa più preoccupante era una grossa ferita, da cui sgorgavano gocce di sangue, che attraversavano, rigando di un rosso acceso, il dorso di Busk. Dovevo accudire quel pokémon, ma non sapevo come: appena mi avvicinavo, Busk tirava fendenti con gli artigli nell’aria per farmi spaventare e allontanare allora avevo pensato di farmi prestare da qualcuno un pokémon che aveva imparato una mossa sonnifera. Avevo chiesto a papà, senza specificare il motivo specifico, di prestarmi il suo Snorlax ma lui non aveva accettato. Allora andai dal mio amico Mark che aveva un Nincada che aveva imparato Sonnifero da poco e Mark aveva acconsentito però alla condizione di accompagnarmi nel luogo del fatto. Giunti sino al luogo in cui si trovava Busk, e si trovava ancora là, avevamo fatto uscire Nincada e gli avevamo ordinato di lanciare un sonnifero contro Busk, Nincada obbediva, ma prima che potesse fare qualcosa, Busk gli aveva lanciato una vampata che aveva messo K.O Nincada. Ora Nincada era nero per la bruciatura e Busk si era allontanato e sembrava correre verso il Lago della Magia e dell’Illusione, lago proibito per svariate superstizioni alla gente di Borgo Secciopoli. Ormai era tarda sera e per addentrarmi nel lago dovevo avere il permesso di mio padre, che ovviamente non aveva acconsentito:
-Ma non sai che è pericoloso!? No assolutamente no, non ti manderò là, e poi per fare cosa?-
-Ehm… è per…… una ricerca scolastica… Sì! Una ricerca scolastica sulle piante che crescono là vicino!-
-Domani ne parlerò con la Professoressa Feglia e vedremo, le faro cambiare idea-
Ed ecco che mi ero procurato un altro problema. Saranno state le 3 di mattina quando ero partito per il lago, di nascosto. Dopo cinque chilometri circa ancora non si vedeva niente del lago, il paesaggio sembrava uguale e infinito. Appena il sole era sorto ad est uno spiraglio di luce aveva rivelato una distesa di acqua cristallina a poco più di due chilometri avanti. Dopo una mezz’ora, ero alle rive del lago, il continuo muovere di quelle acque era ipnotico e i rumori delle foreste mi annebbiavano i sensi e il cervello, la natura sembrava volermi morto, le piante sparavano spore tossiche che mi facevano lacrimare e tossire. Stavo per cadere a terra asfissiato quand’ecco che Busk si fece avanti e incendiò quelle maligne piante, purtroppo appena le fiamme toccarono le piante succedeva un avvenimento incredibile.
Il lago ora era un vortice che risucchiava tutto ciò circostante, addirittura le zolle di terra. Al centro del lago una forma era creata dall’acqua e ad un certo punto era esplosa e rivelò un esemplare, forse unico nella regione, di… Suicune!
-Chi osa distruggere la quiete che c’è nella natura?- Disse il potente pokèmon d’acqua
-Non…non l’ha fatto apposta! Perdonaci Suicune!-
-E perché dovrei? Voi umani mi siete venuti a noia, è ora della vostra fine-
E da quel momento Suicune si era lanciato sulla terra e si preparava nel combattimento.
Io cercavo di dare ordini a Busk ma lui era troppo impegnato nel guardare il suo avversario con occhi saggi e potenti. Busk aveva fatto la prima mossa: aveva attuato un doppiocalcio su Suicune, quest’ultimo lo aveva schivato con non curanza e aveva contrattaccato con bollaraggio, l’attacco aveva colpito Busk che era rotolato a terra pieno di ferite. Suicune non aveva finito, aveva fatto un calmamente e un fulmisguardo e sembrava pronto per un letale attacco. Busk si era rialzato e aveva sferrato un Tuonopugno…
-Tuonopugno, una mossa Tutor, qualcuno di certo gliel’avrà insegnata…- Avevo pensato.
La mossa, stavolta, non era stata schivata e aveva colpito Suicune in pieno petto. Quest’ultimo dopo la lotta aveva detto:
-Non pensare di avermi sconfitto, sono molto più forte, forse un giorno mi catturerai, allenatore. Ora andate liberi perché avete dimostrato la potenza di una squadra perfetta, arrivederci.-
Suicune ci credeva allenatore e pokémon purtroppo non era così ma un colpo di scena cambiava tutto:
-Glaedr- qualcuno ripeteva il mio nome –Glaedr, sono io, Busk- A quel punto mi ero meravigliato così tanto da sobbalzare.
-Glaedr, vorresti essere il mio allenatore? Ci ho pensato da quando ti ho incontrato e credo che tu sia quello giusto- Io ero stupito ma parlai tremolante: -C..c.c..certo!! Mi piacerebbe tanto!- - Allora così sarà- concluse Busk. E così eravamo tornati a casa felici….
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Ringrazio Daphne

Messaggio 12/04/2012, 13:50

Messaggi: 485
Località: Casa mia °-°
NdA: Probabilmente troverete molti errori grammaticali e sviste; questo perché non l'ho ricontrollata una volta scritta e anche perché l'ho scritta per ammazzare il tempo, senza soffermarmi su forme verbali e cose varie; quindi perdono, e chissene ^_^

Tutti noi abbiamo avuto una infanzia, e anche i Pokémon hanno una infanzia; ergo, anche il famosissimo Pikachu, Pokémon di Ash, è stato un cucciolo, un Pichu ò.ò

Le origini del Pikachu di Ash
Era una giornata come tante al Bosco Smeraldo. I Pidgey svolazzavano nel cielo azzurro, i Caterpie mangiavano foglie ricoperte di rugiada e i Rattata si riposavano sotto i caldi raggi del sole. Un Pikachu passeggiava sulla riva di uno specchio d’acqua insieme al suo piccolo Pichu. Della madre del Pokémon Baby non se ne sapeva più niente; un giorno si era allontanata per cercare del cibo e non aveva fatto ancora ritorno.
Il Pichu si interessò a un piccolo Diglett che sbucò dal nulla, e mentre il Pokémon giocava con quello strano essere, dal fitto bosco si udirono diversi rombi: erano delle jeep che si stavano avvicinando.
Gli abitanti del bosco capirono subito che si trattava dei soliti bracconieri; i Pokémon volanti spiccarono subito il volo, quelli acquatici si immersero in acque profonde, il papà del Pichu si nascose tra i cespugli, tenendo d’occhio il proprio piccolo, rimasto immobile dalla paura.
“Hey John! Qui c’è un rarissimo esemplare di Pichu!” disse un bracconiere rivolgendosi ad un suo collega.
“Wow! Ci farà guadagnare un bel po’ di Pokédollari! Diamoci da fare!” rispose , “Non ci sarà neanche bisogno di indebolirlo!”.
Il bracconiere John lancio una Pokéball contro Pichu, ma il padre Pikachu, con un balzo, si impostò davanti al figlio ed allontanò la ball con un colpo di coda.
“E questo da dove spunta?!” disse un bracconiere.
“Abbiamo solo una Pokéball, concentriamoci sul Pichu, è più carino, e sai che le figlie dei ricconi vanno pazzi per i Pokémon carini.” rispose l’altro.
“Bene! Graveler, vai!” il bracconiere lanciò una Pokéball da cui uscì un grosso Pokémon roccia “Graveler, usa Rotolamento su Pikachu!”.
Il Graveler si accovacciò su se stesso ed iniziò a rotolare, prendendo sempre più velocità, fino a colpire il Pikachu che volò indietro per diversi metri.
Il piccolo Pichu lanciò un lamento di tristezza.
“Bene, ora a noi due, piccolo ratto!” dise un bracconiere “Vai Pokéball!”.
Prima che la Pokéball potesse toccare il piccolo Pichu indifeso, il papà Pikachu fece un altro salto con la forza di volontà che gli era rimasta, mettendosi tra il figlio e la ball. La Pokéball colpì il Pikachu, questa volta imprigionandolo. Pikachu era stato indebolito moltissimo dal precedente attacco Rotolamento; cercò in tutti i modi di liberarsi, ma alla fine vinse la Pokéball.
Pichu, che guardò tutta la scena restando immobile, si scaraventò sulla Pokéball, cercando di romperla per liberare il padre; ma fu tutto inutile.
“Dannazione! Abbiamo catturato il Pokémon sbagliato... Ma comunque ci farà guadagnare un bel gruzzoletto…” sospirò un bracconiere.
Il Pichu, solo e ancora scosso dall’accaduto, fuggì verso la fitta vegetazione del bosco.
Passò una settimana prima che Pichu uscisse dalla tana che creò. Durante questo lungo periodo fu colpito da diversi incubi dove ricordava quando giocava con il papà e la mamma, ora entrambi spariti. Sognava anche quegli orribili marchingegni rotondi che imprigionavano i Pokémon indifesi, che imprigionarono suo padre; quei dispositivi gli facevano davvero paura e odio. Quando uscì dalla buia tana, la prima cosa che vide fu uno Spearow che cinguettava sotto i raggi del sole. Pichu pensò che doveva reagire, doveva trovare i bracconieri e liberare suo padre; non poteva finire così!
Ma c’era un problema; Pichu non aveva mai usato le sue abilità per combattere; non sapeva neanche da dove incominciare. Iniziò prendendo confidenza con le sue scariche elettriche, si allenò molto cercando di colpire dei bersagli a diversi metri di distanza. Una volta dominata la sua abilità con l’elettricità, passò alla velocità; stette diversi giorni a correre, giorno e notte. Poi passò a combattere contro altri Pokémon, come Magikarp ed Oddish.
Un giorno, durante il suo solito allenamento, si trovò davanti una graziosa Pichu. Lei rimase colpita dalla prestanza atletica di Pichu, e i due iniziarono da subito ad avere una certa simpatia reciproca. Anche il Pichu femmina era orfana, non aveva più i genitori; quindi i due finirono per stare sempre insieme.
Un giorno, mentre i due Pichu felici camminavano tranquillamente, gli si parò davanti un Raticate. Subito dopo arrivò anche un giovane ragazzo con dei pantaloncini ed un cappellino: si trattava di un bullo!
“Bravo Raticate! Finalmente hai trovato qualcosa di serio!” disse il bullo “Beh, alleniamoci un po’! Raticate, morso!”
Pichu allontanò la sua compagna con uno spintone, prima che il Raticate la colpisse.
L’attenzione del Raticate passò sul Pichu maschio.
“Raticate, Attacco Rapido!” gridò il bullo.
Pichu partì a tutta velocità verso Pichu, che schivò l’attacco a tutta velocità e contrattaccò con un Tuonoshock, mandando KO il Pokémon ratto.
“Oh cavolo! Eppure il mio Raticate è imbattibile!” protestò il bullo “Torna Raticate! Andiamo al Centro Pokémon qui vicino! Ma torneremo, brutto topo elettrico!”.
La Pichu si avventò contro il suo eroe abbracciandolo, questo fece molto felice il Pichu, che iniziò a sentirsi strano.
Prese a tremare, non capiva cosa gli stava succedendo. La Pichu venne avvolta dal terrore; non sapeva cosa fare per aiutarlo.
Pochi secondi dopo, il Pichu venne colpito da un forte fascio di luce, e quando essa svanì, Pichu si era trasformato in un Pikachu: si era evoluto.
Pikachu era davvero felice dell’accaduto, perché questo significava che era diventato molto più forte, e questo facilitava la missione che si era giurato di intraprendere: liberare suo padre.
Il tempo passava, Pikachu diventava sempre più forte; ora teneva testa anche a Pokémon selvatici come Fearow, Vulpix e Sandshrew. Era l’ora di andare alla ricerca di suo padre.
Il giorno della partenza, la sua compagna Pichu non smetteva di piangere per la tristezza della separazione, ma Pikachu le giurò che sarebbe tornato. Dopo gli ultimi saluti, Pikachu iniziò la sua missione. Non sapeva da dove iniziare le ricerche, quindi pensò che doveva andare dove vivevano le persone, una città.
Sapeva che c’era un paese a sud del bosco, quindi si avventurò verso di esso.
Dopo una giornata di cammino, arrivò in un percorso frequentato da giovani allenatori; il cartello riportava ‘Percorso 1’.
Da lontano si vedeva il profilo del paese, anche se era costituito da pochi edifici.
L’ultima parte che lo separava dalla piccola città era costituita da una radura di pochi metri di erba alta. Mentre Pikachu stava arrivando a destinazione venne fermato da un’ombra di un uomo accompagnato da un ragazzo con degli occhiali.
“Professor Oak! Ma quello è un Pikachu!” gridò il giovane ragazzo.
“Già! Sono rarissimi nel Bosco Smeraldo, poi trovarli da queste parti è ancora più raro!” rispose il professore “Catturiamolo!”.
Il professore lancio una Pokéball da cui ne uscì un Tauros.
“Tauros! Incornata!” Grido Oak.
Il Pokémon toro colpì Pikachu con un corno, che fu preso di sorpresa, scaraventandolo lontano. Pikachu si alzò senza molti problemi e rispose con Tuonoshock; Tauros non subì molti danni, in quanto il suo livello era di molto maggiore rispetto a quello di Pikachu.
“Hm, cliente difficile. Tauros, Pestone!” ordinò il professore.
Tauros colpì Pikachu con le sue possenti zampe posteriori. Pikachu volò contro un albero, cercando di alzarsi con le sue ultime forze.
“Bene, e ora Pokéball!” Disse Oak.
La Pokéball imprigionò Pikachu, che però riuscì a liberarsi.
“Wow, è davvero un tipo tosto!” affermò Oak “Tauros, Frustata!”.
Tauros fece roteare le sue tre code colpendo il Pikachu già esausto disteso a terra.
Il Professore Oak rilanciò una Pokéball, ma il topo elettrico riuscì ad allontanarla con un debole colpo di coda.
“Cavolo!! Tauros! Riduttore!” Urlò Oak.
Tauros si andò a scaraventare contro Pikachu, che volò rasoterra per diversi metri. Oak, ancora incredulo dalla forza di volontà di Pikachu, lanciò ancora una volta la Pokéball. Questa volta imprigionò il Pokémon, vibrò per molti, infiniti secondi, per poi fermarsi.
Pikachu si era arreso alla tanta odiata Pokéball. Per lui stava iniziando una nuova avventura, ma non avrebbe mai scordato la sua promessa.


PS: Tanti commenti e può essere che pubblico altre cose :eheh
°_°

Messaggio 16/04/2012, 20:44

Messaggi: 1193
Località: In un posto da dove posso connettermi su PokéTown, altrimenti non avrei postato tanto qui o_o
complimenti sia a Lorem sia a Croco per le storie! ^^
Perché non le continuate? Ovviamente rivedendo gli errori vari
Bah... una firma? E come firmo al computer, scrivo sullo schermo? Immagine

Messaggio 10/05/2012, 13:47

Messaggi: 43
Località: a soffiolieve insieme a i miei pokemon
queste sono le parti della mia storia:LE AVVENTURE DI FRANCI E I SUOI AMICI.é un'avventura dove i personaggi siamo io e i miei amici.
parti:
Franci:cindaquil
Nico:elekid
Lori:turtwig
Gio:chimchar
Le posterò un'altra volta xò
evviva unima!
leggende!
zekrom kyurem reshiram

avventura!
serperior emboar samurott

Messaggio 09/06/2012, 17:38

Messaggi: 307
Località: Yavin IV
Ritorno con la continua del mio racconto di Inazuma: Hakuren's twins ovvero i gemelli dell'Alpine.

Il giorno seguente Atsuya si svegliò molto presto per l'emozione: lui e suo fratello avrebbero giocato a calcio in una squadra vera!
Al campo dell'Alpine i due gemelli divennero subito amici di un centravanti come Atsuya: Yukimura Hyoga. Yuki aveva un tiro fenomenale: la Tormenta della Pantera. Si faceva in questo modo: si eseguivano movimenti molto simili a quelli di una danza, poi si colpiva la palla, che veniva seguita da una pantera.
Atsuya però non era meno formidabile: aveva fatto cinque goal in partitella con la sua Tormenta Glaciale.
Voi direte: e Shirou? Eh eh, Shirou aveva sperimentato una tecnica difensiva: la Difesa di Ghiaccio. Piroettava e batteva il piede a terra, l'avversario si congelva e Shirou prendeva palla.
L'allenatore avvisò tutti a fine allenamento: - Domenica prossima ci sarà un'amichevole. Siete TUTTI convocati. La partita è contro la Mary Times Memorial, una squadra di Okinawa. Domenica alle dieci del mattino vi voglio tutti qui al campo. Chi non potrà venire è pregato di avvisare.- Poi aggiunse ai fratelli Fubuki: - Spero proprio che verrete.
I due gemelli tornarono a casa ancora increduli: due giorni dopo ci sarebbe stata la loro prima partita!
Domenica sul pullman della squadra i due fratelli chiacchierarono molto con Yukimura: si vedeva che erano tesi, infatti si posizionarono in campo nervossissimi: Atsuya di fianco a Yuki in attacco, un centrocampista e tre difensori. Quello centrale era Shirou, che stava davanti al portiere, ascoltando cosa gli consigliava l'estremo difensore da dietro.
I due gemelli stavano scoppiando di caldo sotto il sole di Okinawa, anche con la divisa leggera.
Dopo poco l'arbitro fischiò: la partita era cominciata.


E poi continuerò una città in giallo

Ecco qua!!!!
·wer tø the løcal dreamer ·

Messaggio 10/06/2012, 11:37

Messaggi: 217
Località: Sul serio lo vuoi sapere?
LunaStella ha scritto:
Ritorno con la continua del mio racconto di Inazuma: Hakuren's twins ovvero i gemelli dell'Alpine.

Il giorno seguente Atsuya si svegliò molto presto per l'emozione: lui e suo fratello avrebbero giocato a calcio in una squadra vera!
Al campo dell'Alpine i due gemelli divennero subito amici di un centravanti come Atsuya: Yukimura Hyoga. Yuki aveva un tiro fenomenale: la Tormenta della Pantera. Si faceva in questo modo: si eseguivano movimenti molto simili a quelli di una danza, poi si colpiva la palla, che veniva seguita da una pantera.
Atsuya però non era meno formidabile: aveva fatto cinque goal in partitella con la sua Tormenta Glaciale.
Voi direte: e Shirou? Eh eh, Shirou aveva sperimentato una tecnica difensiva: la Difesa di Ghiaccio. Piroettava e batteva il piede a terra, l'avversario si congelva e Shirou prendeva palla.
L'allenatore avvisò tutti a fine allenamento: - Domenica prossima ci sarà un'amichevole. Siete TUTTI convocati. La partita è contro la Mary Times Memorial, una squadra di Okinawa. Domenica alle dieci del mattino vi voglio tutti qui al campo. Chi non potrà venire è pregato di avvisare.- Poi aggiunse ai fratelli Fubuki: - Spero proprio che verrete.
I due gemelli tornarono a casa ancora increduli: due giorni dopo ci sarebbe stata la loro prima partita!
Domenica sul pullman della squadra i due fratelli chiacchierarono molto con Yukimura: si vedeva che erano tesi, infatti si posizionarono in campo nervossissimi: Atsuya di fianco a Yuki in attacco, un centrocampista e tre difensori. Quello centrale era Shirou, che stava davanti al portiere, ascoltando cosa gli consigliava l'estremo difensore da dietro.
I due gemelli stavano scoppiando di caldo sotto il sole di Okinawa, anche con la divisa leggera.
Dopo poco l'arbitro fischiò: la partita era cominciata.


E poi continuerò una città in giallo

Ecco qua!!!!


Ho letto tutti i tuoi precedenti brani, e devo dire che mi sono piaciuti molto. Anche se sei... piccolina, scrivi piuttosto bene. Se posso darti un consiglio, evita di usare troppo i due punti. C'era un grande genio che disse che i due punti erano come il morbillo; cioè veniva una sola volta nella vita.

Per il resto, sono ansiosa di leggere il resto. Continua, per favore. : D

P.s Se ne avrò voglia, posterò una mia Fan fiction, che sto concludendo in questi giorni.

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