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C'era una volta...

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Messaggio 01/10/2010, 15:27

Messaggi: 533
Località: Southern Island
Veramente carino e ben fatto. Troppo bella la descrizione di Lucario: ti meriti i miei più sinceri complimenti!
Be', io so solo firmare con la penna, ma vedrò di fare del mio meglio: Loreamico.
Che ne dite?

Messaggio 01/10/2010, 22:26

Messaggi: 1193
Località: In un posto da dove posso connettermi su PokéTown, altrimenti non avrei postato tanto qui o_o
Grazie ^^ posto il 3° Capitolo primo di fare doppio post :storti

Le anime di PokéTown

3° capitolo: Quiete dopo la tempesta

Il giorno dopo, al suo risveglio, BlazePower2 si stiracchiò, scese dal letto, si sciacquò quanto bastava per contemplò i resti della casa mezza bruciata e rotta. Colto da un improvvisa rabbia, andò a fare colazione con una tazza di latte e biscotti fatti in casa: quei biscotti, fatti a mano da lui stesso, avevano disegnati sopra la testa di BlueX in modo che a ogni morso potesse sfogarsi immaginando di mangiare la testa del suo peggior nemico. “Ora che ci penso non sarebbe male fare anche la testa di Omy nei biscotti” disse Blaze con un leggero sorriso. Dopo la colazione Blaze si accinse a sistemare il resto della casa e a rifare le parti ormai distrutte. Mentre puliva la finestra del bagno Loreamico andò da lui. “Ciao, Lore” fu la risposta di Blaze al saluto del pellicano. “C’è stato un incendio, per caso?” chiese Lore dopo aver visto la casa andata a male. “No, sono arrivati i barbari” rispose Blaze, sempre pronto a fare battute.
“Barbari? Quali barbari?”
“Indovina”
“Blue e Omy?”
“Esattamente”
Hanno distrutto TUTTA casa tua!?” esclamò Lore, sbigottito. Dalla espressione sbalordita sul suo volto non si poteva capire se era stata distrutta una casa o se era stato creato un buco nero davanti ai suoi occhi. Non riuscendo a nascondere le risate per l’espressione alquanto ebete del suo amico, Blaze ribattè “Nooo, tranquillo. Solo metà” concluse, aumentando il volume delle risate. Vista da lontano, ora, la scena diventava comica.
La battuta non mutò l’umore di Loreamico, il quale era rimasto di sasso, tanto che sembrava la statua di un Pelipper ricoperta di piume bianche e azzurre. Dopo un po’, però, il pellicano riprese il controllo di sé e disse “Se vuoi ti aiuto a sistemare”. Blaze, compiaciuto, rispose “Grazie. Non ce l’avrei fatta a sistemare tutto da solo”. Poi, un po’ invidioso, riprese “Almeno tu puoi volare fino al tetto”. “Eh, si. Almeno qualcosa la so fare meglio di te” scherzò Loreamico. Spostando lo sguardo, Lore vide la cassetta delle poste bruciata e, dopo un altra faccia da scemo, si offrì per ripararla. A mezzogiorno la porta, le finestre e la cassetta delle poste erano pulite e sistemate. Blaze invitò a pranzo il suo amico, che accettò volentieri. Mentre tagliava un pezzo della frittata avanzata il pellicano aggiunse “Scusa se ti ho provocato ieri, non avrei dovuto scherzare tanto...”
“Ma no, figurati, sono io che divento scorbutico a volte”
“Non è vero!”
“Si, invece! Non avevo motivo di essere arrabbiato con te, mi sono sfogato sul primo che mi è capitato davanti”
“Capita a tutti” ribattè Loreamico. Vedendo che Blaze non rispondeva e non avendo altro da aggiungere concluse “Perché non andiamo in Piazza a rilassarci, quando abbiamo finito?”
“Certo!” esclamò BlazePower2 tutto eccitato: la Piazza di PokéTown era il luogo ideale per rilassarsi, dove nessuno disturbava e tutti potevano rinfrescarsi le idee alla fontana, dove scendeva acqua potabile. La Piazza era provvista, inoltre, di un grande parco giochi e, attorno ad esso, vi erano vari edifici, quali la gelateria, il bar e la biblioteca
Subito dopo pranzo i due Pokémon si avviarono verso la Piazza di PokéTown. Appena arrivati si sedettero su una panchina e Loreamico iniziò “Ah, finalmente un po’ di riposo!”
“Eh, si” rispose Blaze con un sospiro. Sistemare anche una minima parte di una casa non era un lavoro da poco e, ben presto, i due amici si sentirono stanchi e con i piedi doloranti.
“Scusate”.


Povera casa però... :att
Ultima modifica di BlazePower2 il 02/10/2010, 12:50, modificato 1 volta in totale.
Bah... una firma? E come firmo al computer, scrivo sullo schermo? Immagine

Messaggio 02/10/2010, 11:41

Messaggi: 533
Località: Southern Island
Manca qualche segno di punteggiatura (un punto xD) e ricorda che un discorso diretto s'introduce con i due punti.
Inoltre manca l'accento su accettò.

Non avevo capito che ero un pellicano °°.

Poso un pezzo del prossimo capitolo (ci ho messo un sacco di tempo a creare l'atmosfera giusta, e non sono ancora soddisfatto, e sono dunque in cerca di commenti/critiche).

Come spero che ricordiate, un misterioso Pokémon ha ucciso brutalmente Lorenzo, l'Allenatore di Pelipper. Vediamo cosa successe dopo.

Mostra / Nascondi » Tre Pokémon e un potere
5° CAPITOLO: Un nuovo inizio

Era disteso, e ascoltava il silenzio. Doveva essere in un luogo che conosceva, perché quei cinguettii, quei suoni non gli erano nuovi. Non ricordava più nulla di cosa fosse successo un'ora prima; solo un'esplosione, delle grida, e poi il vuoto. Ma sapeva di non essere morto. No, perché percepiva il suolo sotto a sé, umido e compatto, e quindi aveva il senso del tatto, doveva essere più che anima, aveva ancora un corpo. Ma non aveva idea di come fosse riuscito a fuggire, a mettersi in salvo, benché non ricordasse i fatti precisi; più che altro lo avvolgevano delle sensazioni, paura, terrore, tristezza...morte. Quel senso di morte lo consumava lentamente, come una ferita fisica: cosa poteva essere successo di così tanto tragico? Un amico l'aveva lasciato? Bulbasaur? Treecko? Lorenzo? I suoi genitori?
«No, non è possibile» si disse, e lentamente si alzò.
Non appena schiuse gli occhi, si rese conto veramente di dove fosse. Quelle foglie, quegli alberi, quegli squittii appartenevano al bosco di Timerlìn. Ma fu un'altra cosa ad attirare la sua attenzione. Un gruppo di piccoli Pokémon stavano in cerchio a pochi metri da lui, e tutti avevano un'aria apparentemente triste. Pelipper non riusciva a vedere cosa, o chi, stesse in mezzo. Poi, d'un tratto, un Pokémon si spostò, e il pellicano scorse una macchia rosa...una mano.
Ricordò tutto. Quel Pokémon esile in casa sua, quel raggio giallo, Lorenzo a terra, se stesso che urlava. E, lentamente, le lacrime sgorgarono dai suoi occhi. Era finita, non c'era nulla da fare. Perché non era morto anche lui? Quanto avrebbe desiderato restare per sempre con il suo Allenatore. Ma no, Lorenzo l'aveva salvato, si era sacrificato per salvare il suo adorato Pokémon...quel Pokémon, che adesso piangeva, singhiozzando, con globi vitrei al posto degli occhi, lucidi dal dolore.
Si avvicinò al suo corpo. I Pokémon gli fecero spazio, e lui vide la tristezza nelle loro facce. Poi si voltò verso Lorenzo. Il suo corpo era lì, adagiato sulle fronde. A quella vista, le ginocchia del pellicano cedettero, e cadde al capezzale del ragazzo. Non poteva fare nulla per salvarlo, ormai. Non avrebbe più visto i suoi sorrisi, i suoi occhi pieni di vita; non avrebbe più udito le sue battute, i suoi incoraggiamenti. Ormai era un guscio vuoto, privo di vita, Pelipper non riusciva più a scorgere la sua anima nelle sue pupille...le lacrime continuavano a scendere, colavano e finivano sul suo Allenatore. Perché la vita era così breve?
Poi Pelipper si alzò, lo contemplò un'ultima volta e lo abbracciò. Era tutto ciò che poteva fare per ringraziarlo, non trovava parole adatte. Poi, senza nemmeno pensarci, alzò un'ala e la posò sul suo petto. Il palmo s'illuminò, e i corpo di Lorenzo brillò per un istante. I Pokémon e gli animaletti intorno lo fissavano curiosi, ma Pelipper non ci fece caso. Inspirò, e la sua ala entrò nel corpo del suo Allenatore. D'un tratto, tutte le scottature, tutto lo sporco sulla salma di Lorenzo se ne andò, mentre gli abiti strappati e bruciacchiati si cucirono, tornando come nuovi. Poi il pellicano crollò a terra, fissando Lorenzo. Era cambiato molto, adesso. Pelipper pensò di aver fatto il massimo per lui. Non riuscì a formulare nient'altro. Si accovacciò a terra, al suo fianco. Le stelle notturne rilucevano splendenti in cielo. Vide il suo Allenatore sorridente, lassù.
«Lorenzo».
? ? ?

«Su, Pelipper, alzati».
Un Pokémon grande scuoteva il pellicano addormentato. Sembrava molto vecchio, ed assomigliava incredibilmente ad una tartaruga, solo un po' più grossa delle normali testuggini. Aveva il corpo arancione pieno di graffi e ammaccature, provato dall'età, e il guscio marrone, con chiazze più scure qua e là. Nei suoi occhi azzurri si leggeva una profonda desolazione. Al suo fianco c'erano due Pokémon verdi. Le lacrime irrigavano le loro facce, piene di tristezza per la sorte dell'amico.
«Pelipper. PELIPPER! Pel...» s'interruppe.
Il pellicano aveva appena schiuso le palpebre. Aveva gli occhi terribilmente gonfi, e il volto buio e depresso.
«Chi è lei? Cosa...Bulbasaur! Treecko! Che diavolo ci fate qui? Mi ci avete portato voi? Ma...ma...».
«Sta' calmo» disse il Pokémon anziano. «Ti racconteremo tutto, dacci solo un po' di tempo».
«D'accordo» disse Pelipper, e la sua faccia s'incupì. «Ma prima mi dica chi è lei».
«Ma come, non lo riconosci?» esclamò Treecko.
«Mi chiamo Torkoal, e sono il tuo maestro, ma credo che tu non intendessi questo».
«No, infatti. Sento potere in lei. Forse lei sarà in grado di spiegarmi alcune cose. Allora, chi è lei?» chiese, un po' scontroso.
I due amici assistevano sbalorditi alla scena.
«La mia identità, ancora, non te la svelerò. Ma ti spiegherò qualcosa» disse calmo, ignorando i toni di Pelipper. Egli capì che sarebbe stato difficile arrabbiarsi con lui, e si mise a sedere, abbandonando gli atteggiamenti aggressivi.
«Va bene. Ma perché non può dirmi chi è?»
«Non sta a te conoscerlo ora, né a nessun altro. Sappi solo che puoi fidarti di me. Ora guardami. Vedi del male in me?».
Il pellicano si raddrizzò, e fissò Torkoal intensamente. Anche se non ne aveva alcun motivo, sentiva la verità nel suo corpo. E sorrise leggermente. «No. Mi fido di lei. Ma...»
«Sì, sono stato io a prendere Lorenzo e te mentre eri privo di sensi. E ho creduto che fosse prudente portarvi qui».
Pelipper udì distintamente Treecko borbottare qualcosa come “Quei due si leggono nel pensiero” a Bulbasaur, ma non poté fare altro che dargli ragione. Come aveva fatto Torkoal a sapere la sua domanda in anticipo, questo non l'aveva ancora capito.
«Ma come...» cominciò, ma Torkoal lo fissò e Pelipper, inevitabilmente, s'interruppe.
«Non è questo il momento» tagliò corto.
«Ma lascia che ti racconti tutto. Vedo un tenace desiderio di sapere, in te. Le tue domande sparse, tuttavia, dubito che ti accontenterebbero e ti illustrerebbero tutto. Permettimi di parlare».
Il pellicano lo guardò un momento, fece un lungo sospiro e annuì. Torkoal prese fiato e iniziò a narrare.
«Tutto è cominciato da quando, camminando in periferia di Timerlìn, ho sentito delle voci provenire da una casa, che doveva essere in realtà categoricamente abbandonata. La cosa mi ha incuriosito non poco, ma avevo camminato molto, e vedi, alla mia età, è molto faticosa qualsiasi cosa; così ho deciso di tornare a casa. Avrei controllato il giorno dopo».
«Ma non ha avvertito la sensazione che ci fossero degli sconosciuti? Cioè, intendo come ha fatto poco fa con me, non poteva leggere nel pensiero a quei Pokémon?» domandò Pelipper.
«Inizialmente ho fatto un tentativo, ma non riuscivo ad avvertire nulla. Ho pensato che fosse a causa della mia stanchezza, delle mie poche forze. Solo adesso mi rendo conto che è stato un Pokémon, e anche molto dotato, a impedirmi di esplorare le loro menti. Come ti stavo dicendo, sono tornato a casa, tranquillo, ma ad un certo punto ho visto qualcuno, accompagnato da un immenso potere, uscire dal bosco».
«Sei tu, Pelipper» commentò Treecko affannato. «Eravamo in tre, e Pelipper ha toccato una pietra, ho qualcosa del genere, che l'ha portato in alto e gli ha fatto qualcosa. Noi eravamo spaventati, ma poi lui è tornato a terra e ha, non so come dire, ecco, sputato acqua dal becco, ma quell'acqua non l'aveva presa lui, e dopo...».
Il pellicano ebbe un gemito dentro di sé: lo sconosciuto assassino gli aveva chiesto esattamente quello. E se Torkoal fosse un suo alleato? Ma no, altrimenti l'avrebbe lasciato morire nell'incendio, e avrebbe salvato quel Pokémon esile. Ripensando all'accaduto, gli vennero in mente improvvisamente delle domande, ma si ricordò di ciò che aveva promesso a Torkoal e continuò a pensare in silenzio. E se Torkoal l'avesse salvato solo per scoprire qualcosa di lui, e l'avesse incantato in qualche modo facendo sì che dicesse più cose possibili? «Ma io non so niente» pensò il pellicano. Ma se Torkoal, invece che assistere alla misteriosa discussione nella casa abbandonata vi avesse preso parte?
«I tuoi pensieri mi turbano, mio giovane Pokémon» commentò l'anziano Torkoal.
«È lei a turbarmi!» urlò Pelipper, e tutto il suo dolore, tutta la sua rabbia per i recenti avvenimenti esplose. «Perché non è venuta prima a salvare Lorenzo? Perché ha salvato solo me? Me lo dica! ME LO DICA!», e si avventò furioso contro Torkoal. Ma il Pokémon non fece nulla per difendersi, né alzò un dito: il pellicano cominciò a prendere a pugni ogni parte del suo corpo che riusciva a raggiungere, voleva solo fargliela pagare. Poi, all'improvviso, si calmò e si sedette. Allora Bulbasaur si alzò bruscamente e disse: «Adesso gli ha fatto anche una magia, giusto? Pelipper aveva ragione a non fidarsi di lei, e...».
«Non mi ha fatto nulla» sentenziò il pellicano. «Ho smesso da solo». E d'un tratto le sue guance divennero di un colore rossiccio. Come se nulla fosse successo, Torkoal spiegò: «Doveva solo sfogarsi un po'. L'ho letto nella sua mente. Ma se non avesse avuto quell'intenzione, probabilmente si sarebbe trovato a terra». Nei suoi occhi aleggiò una sensazione di stanchezza.
Be', io so solo firmare con la penna, ma vedrò di fare del mio meglio: Loreamico.
Che ne dite?

Messaggio 02/10/2010, 12:48

Messaggi: 1193
Località: In un posto da dove posso connettermi su PokéTown, altrimenti non avrei postato tanto qui o_o
Bellissimo lore :D ho notato solo questo:

[...]e Pelipper ha toccato una pietra, ho qualcosa del genere[...]

leva quella H ò.ò

P.S.:grazie per avermi fatto notare gli errori ^^
Bah... una firma? E come firmo al computer, scrivo sullo schermo? Immagine

Messaggio 02/10/2010, 14:44

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Località: Southern Island
Mamma mia che erroraccio °_°
Grazie per avermelo detto, aspetto il tuo prossimo capitolo.
Be', io so solo firmare con la penna, ma vedrò di fare del mio meglio: Loreamico.
Che ne dite?

Messaggio 02/10/2010, 20:56
Ma siete veramente bravissimi D:
Io dopo due righe che scrivo mi annoio...

Messaggio 03/10/2010, 14:15

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Località: Southern Island
BlueX ha scritto:
Ma siete veramente bravissimi D:
Io dopo due righe che scrivo mi annoio...


Breve OT: ma perché hai postato in bianco? °_°
Be', io so solo firmare con la penna, ma vedrò di fare del mio meglio: Loreamico.
Che ne dite?

Messaggio 03/10/2010, 20:14

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lore, non credo sia OT, sono dei complimenti ò_ò ha scritto in bianco per non far vedere, vero rex? :eheh
Bah... una firma? E come firmo al computer, scrivo sullo schermo? Immagine

Messaggio 04/10/2010, 9:39

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Località: Southern Island
No, intendevo che io sono andato OT :P !
Be', io so solo firmare con la penna, ma vedrò di fare del mio meglio: Loreamico.
Che ne dite?

Messaggio 04/10/2010, 12:11

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Località: In un posto da dove posso connettermi su PokéTown, altrimenti non avrei postato tanto qui o_o
aaaaaah XD ok ora evitiamo di andare OT tutti e due ò_ò
Bah... una firma? E come firmo al computer, scrivo sullo schermo? Immagine

Messaggio 12/10/2010, 10:32

Messaggi: 533
Località: Southern Island
Continuiamo con un pezzettino del Capitolo 5.
Mostra / Nascondi » Continuo Capitolo 5
Vuoi che continui a raccontare, o preferisci che me ne vada?» domandò l'anziano Pokémon. Senza attendere risposta, proseguì. L'aria intorno frusciava, e alcune civette che erano appollaiate sugli alberi schiusero gli occhi e stenderono le ali.
«Treecko, vieni qui».
Il geco, colto all'improvviso mentre osservava la luna scomparente in cielo, si voltò e disse: «Io?». Visto che non ottenne risposta, si avvicinò al Pokémon, e nel giro di pochi secondi i due si fissavano dritto negli occhi.
«Vi devo dire, cari ragazzi, che ciò che è successo segnerà per sempre la vostra vita, lo vogliate o no. Non potete farci nulla. Quella pietra, quel potere, non è capitato davanti a voi per caso». Gli prese una mano e gliela mise nella propria. «Avete ricevuto un dono, e con questo, tutte le sue pesanti, atroci responsabilità. Pelipper non è uscito da solo dal bosco. C'eravate pure voi due. E sono state tre, le grandi energie che ho percepito, anche se una più grande».
Il gruppo dei giovani Pokémon – Pelipper, Treecko e Bulbasaur – era rimasto allibito, e ciascuno dei tre guardava gli altri due con un'evidente incredulità in viso. Il pellicano fissò gli amici, quelle facce note, e dopo poggiò lo sguardo su Torkoal. L'anziano sembrava anch'egli un po' teso, ma cercava di non far trasparire emozioni. Il suo viso antico presentava i suoi anni con una triste efficacia.
«Credo di dovervi parecchie altre spiegazioni. Per favore, sedetevi. Non c'è tempo da perdere». Si accasciò a terra. Gli altri lo imitarono. «Dovete, però, essere pronti. Alcune notizie non sono per niente belle; alcune vi appariranno terrificanti, altre meno, ma in ogni caso è necessario che restiate calmi. Pensate di farcela?».
«Sì» dissero il pellicano e il piccolo dinosauro.
«Sì» rispose incerto il geco.
«Bene. Allora...sì. Tutti e tre avete ricevuto un dono. O meglio, avete iniziato a risvegliare questo dono contenuto in voi. È un immenso potere, distruttivo, fecondo; può distruggere il mondo, può crearne uno nuovo; può cancellare la vita, può farla germogliare. È contenuto in ogni essere vivente, Pokémon, persona o animale, ma pochi riescono a controllarlo. La maggior parte degli essere lo tiene dentro, dalla nascita alla morte, senza farne mai uso. Tuttavia, c'è anche qualcuno che, possedendone in quantità maggiore rispetto agli altri, riesce a farlo sbocciare involontariamente nei momenti difficili, oppure quando prova una forte emozione. È il potere di manipolare la materia».
Prese un grosso ramoscello secco, e lo lanciò lontano. Poi stese le mani, mormorò qualcosa sottovoce e il legnetto fu sbalzato verso di loro, come se fosse stato spinto da un'improvvisa folata di vento. Treecko lo raccolse e lo esaminò. Non c'era nessun filo legato, nessuna cordicella. Non c'era alcun trucco. Guardò Torkoal, e si accorse che l'anziano Pokémon gli stava chiedendo il ramoscello. Il geco glielo porse, e scambiò un rapido sguardo con i suoi amici. Torkoal adagiò il legnetto a terra e lo fissò con lo sguardo. Immediatamente prese fuoco.
I tre Pokémon assistevano alla scena con uno sguardo più risoluto, stavolta. Ormai avevano capito che tutto quello non era un gioco né uno scherzo, e per la prima volta presero la faccenda sul serio. Pelipper sembrava molto coinvolto dalle spiegazioni; era stranamente taciturno e attento alle parole di Torkoal, un po' come a scuola. Solo che questo gli pareva assai più importante.
«Come avrete visto da questa semplice dimostrazione, io sono in grado di controllare quel potere. Ma il mio più grande dovere, adesso, è quello di darvi un'istruzione adeguata. Io sono vecchio; badate, ragazzi, gli anni pesano più di una catena, più di quanto possiate immaginare. Vivete la vostra vita, non sprecate nessun momento, nemmeno il più insignificante. Anche con dei poteri come i miei, la morte sopraggiunge, pronta a bussare alla tua porta nel momento meno atteso. Siate felici di essere giovani e spensierati, ma pensate anche all'importanza della vostra esistenza, e ringraziate vostra madre e vostro padre per ogni strepitoso giorno che vi hanno donato.
Pelipper pensò a sua madre, e a suo padre, e improvvisamente gli si formarono lacrime negli occhi. Loro non sapevano niente di niente! Erano i suoi genitori, avevano diritto di sapere, di comprendere...e così quelli di Lorenzo! Come aveva fatto a non pensarci? S'era preoccupato solo per lui...
«Tranquillo, Pelipper, rilassati. Ho già lasciato alla tua famiglia e a quella del tuo amico un piccolo...pensiero». Deglutì. «Non ho spiegato loro tutto, ma sanno abbastanza da non preoccuparsi per te, piccolo» disse al pellicano, che stava cominciando a piangere. Tutte quelle cose erano troppe per lui. Troppe tristezze tutte insieme, troppi dolori...era dunque questa la vita che gli si prospettava davanti?
Be', io so solo firmare con la penna, ma vedrò di fare del mio meglio: Loreamico.
Che ne dite?

Messaggio 12/10/2010, 12:51

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No comment... o meglio: senza parole!
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Messaggio 13/10/2010, 13:57

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Località: Southern Island
Per evitare il no comment posto un altro pezzo.
Ma quant'è lungo 'sto capitolo? O.O

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Mostra / Nascondi » Continuo Capitolo 5
Torkoal si adagiò tra le foglie umide del terreno. Se era suo compito, doveva adempierlo.
«Miei cari, adesso non posso dirvi molto altro su questo argomento, malgrado la vostra vorace curiosità». Osservò Pelipper, e lui gli ricambiò lo sguardo, impassibile. «Non ho né il tempo, né il desiderio di approfondire la questione. Ci sono cose più urgenti e ben più importanti da comunicarvi. Prima cosa, dobbiamo allontanarci immediatamente da Timerlìn. Non esiteranno a mandare rinforzi. Quel Pokémon – disse fissando il pellicano – è sopravvissuto all'inferno che ha scatenato Pelipper, è fuggito ma non tarderà a tornare, e questa volta non avrò i mezzi per bloccarne l'avanzata da solo. Ora, se il vostro desiderio è che Timerlìn non venga rasa al suolo, dobbiamo attenerci al piano di fuga».
«E i funerali di Lorenzo?».
«Li faranno in città questa mattina, ma prima ce ne andiamo, più al sicuro saremo, sia noi che la nostra città».
«Io non mi muovo da qui» replicò Pelipper «senza aver partecipato ai funerali di Lorenzo». Cercò di nascondere una piccola lacrima. «Non voglio che se ne vada ignorato dal suo migliore amico».
«Ma tu non l'hai ignorato Pelipper. Guarda! Guarda cos'hai fatto! Hai messo in fuga il suo aggressore, hai protetto il suo corpo, e stanotte l'hai anche ripulito. Se devo dirtela tutta, nemmeno io avrei saputo pulirlo bene come te. È stato il tuo amore per lui, Pelipper, a farti fare questi miracoli».
«Li chiami pure magie, tanto ormai non ci scandalizziamo più» commentò ironico il geco.
Pelipper, abbassò lo sguardo e fissò il terreno qualche secondo, pensieroso.
«Io resto qui» disse infine.
«Io sto con Pelipper. È giusto che tutti noi salutiamo Lorenzo un'ultima, devota volta» aggiunse Bulbasaur.
«Un momento, in paese cosa penseranno di noi? Mica sapranno tutti la verità, giusto...maestro?» domandò Treecko.
«No. Solo i vostri genitori saranno al corrente di tutto. Gli altri crederanno che siate espatriati per sicurezza con il maestro della scuola».
«Per me va bene qualsiasi cosa, l'importante è che io resti vicino a Lorenzo».
Torkoal si rassegnò; emise uno sbuffo dalle narici e annuì. «Allora tutto ok? Siete tutti d'accordo? Ultimo omaggio al ragazzo...ma poi ce ne andremo. Treecko, Bulbasaur, voi avete già tutto. Tu Pelipper dovrai condividere le cose con gli altri, dal momento che della tua casa resta ben poco».
Pelipper si alzò in piedi, guardandosi intorno. Non avrebbe più visto quegli alberi comuni, i sentieri, gli animali, le persone, i Pokémon...niente. La sua vita a Timerlìn stava per essere abbandonata, tristemente. La domanda era quale sarebbe stata la sua nuova esistenza. Di certo avrebbe vendicato Lorenzo, avrebbe punito quel Pokémon. Era un criminale, un assassino. Non meritava nient'altro che non fosse la morte, o la prigionia. Il Pokémon sarebbe stato pronto a scommettere che quella non era stata la sua prima azione illegale. Quella spada non era pulita. E nemmeno i suoi panni. Era feccia.
Ma quelle immagini che aveva visto...non le aveva citate nemmeno a Torkoal, né ai suoi amici. Non era importante, adesso. Voleva soltanto sapere. Aveva però scartato l'opzione che fossero dei sogni, dovuti alla tristezza, come invece avrebbe potuto credere qualche giorno prima. Ora era entrato in un nuovo tempo, pieno di pericoli ed incertezze. Ma doveva superarli, se voleva continuare la sua strada.
Il pellicano considerava Torkoal un punto di riferimento solido, adesso. Proprio ciò di cui aveva bisogno. Presto avrebbe domandato, ed era certo che avrebbe ricevuto risposte soddisfacenti. Doveva solamente aspettare. Il maestro aveva ragione. Dovevano allontanarsi. Poi si girò verso la salma immobile e lucente di Lorenzo. Prima avrebbe dovuto salutarlo, l'ultimo abbraccio, l'ultimo pensiero. Avrebbe portato il suo felice ricordo nel suo cuore per sempre.
E sorrise. Sorrise come non lo faceva da tempo, con il cuore dilatato, riposato e calmo. Era giusto accettare tutto ciò che gli era accaduto. Non si sarebbe certamente fermato con questa prima avversità; avrebbe camminato, avrebbe proseguito il suo cammino, proprio come gli avevano insegnato i suoi genitori, e Lorenzo.
«D'accordo» concluse Pelipper.
«A noi va più che bene» esclamarono Bulbasaur e Treecko.
«Perfetto» replicò Torkoal.
? ? ?

Il sole era sorto da tempo, ormai, e risplendeva in cielo, pronto a diffondere la sua tiepida luce in città. Pelipper si trovava nella chiesa di Timerlìn, ma la scena non rispecchiava affatto l'umore del giorno lucente. Nella costruzione aleggiava un silenzio inquietante, e un velo di tristezza era calato sui partecipanti alla cerimonia. Il parroco parlava, con quella sua voce monotona e indecifrabile. Al pellicano e ai suoi due amici era sempre piaciuto quel buon uomo, che predicava l'amore tra le persone, e il buon rapporto tra Pokémon e umani. A volte, alla fine della cerimonia, scherzavano su alcune sue frasi, e si divertivano. Ma quel giorno nessuno avrebbe riso all'uscita.
Pelipper coglieva qua e là alcune parole del celebrante, ma per il resto era come se non esistesse. Fissava silenzioso la bara, immaginandovi Lorenzo addormentato. Non era giusto che fosse finita così presto la sua vita. Poi scorse i genitori del ragazzo, abbracciati, lei con le lacrime che le colavano dal viso, lui scuro in faccia, intento a consolare la moglie. Anche Pelipper provò una forte fitta di lacrime, come se avesse ricevuto uno strattone. Di lì a poco, le lacrime gli inondarono la faccia. Non era mai stato ad un funerale, ma non pensava fosse così triste. Il sacerdote aveva terminato di parlare, e adesso l'assemblea stava recitando delle preghiere che Pelipper non conosceva. Si voltò indietro e vide Bulbasaur e Treecko, accompagnati dai propri Allenatori, con un'espressione desolata. A lato dei quattro scorse Torkoal, la faccia bassa, le gambe piegate, come inginocchiato. Recitava anch'egli la preghiera. Si girò davanti e pregò nella sua mente affinché Lorenzo perseverasse nell'essere felice.
«E che non si dimentichi di me» disse Pelipper, continuando a piangere.
Poi la gente si alzò in piedi e applaudì. Pelipper riconobbe il farmacista, il panettiere, il parrucchiere, alcuni agenti della polizia e molti altri volti conosciuti. C'erano anche alcuni Pokémon, quasi sicuramente compagni di qualche persona. Il battimani calò progressivamente e si spense. Il sacerdote invocò una benedizione per Lorenzo e annunciò: «La Messa è finita. Andate in pace, e rendete omaggio al nostro fratello scomparso».
«Rendiamo grazie a Dio».
Pelipper volle andare a parlare con i genitori di Lorenzo, ma sopraggiunse Torkoal che gli intimò di venire con lui, per evitare domande.
«Andiamocene immediatamente, Pelipper. Bulbasaur e Treecko ci aspettano all'uscita».
Il pellicano gettò un ultimo sguardo sulla bara dell'amico, piena di foto e di fiori. Molti glieli aveva portati lui stesso. «Ciao, Lorenzo» disse. Non seppe aggiungere altro, così si volse e seguì Torkoal. Alcune persone interpellarono l'anziano Pokémon, ma lui rispose velocemente e si guadagnarono l'uscita senza altri intoppi. I due amici erano già fuori ad aspettarlo, con gli zaini sulle spalle.
«Andiamo» pronunciò Torkoal, e porse uno zainetto malconcio al pellicano. «Non ho di meglio, mi dispiace molto» spiegò.
«Ma come, non poteva procurarsene uno con la magia?» domandò Treecko.
«Presto ci spiegherà perché, giusto maestro? Ma adesso andiamo» ribatté Bulbasaur.
«Sei molto saggio, Bulbasaur. Sarai un valido compagno per i tuoi amici, te l'assicuro» lo elogiò Torkoal.
Il gruppo prese una stradina sterrata che conduceva fuori città, e si mise in marcia, con in testa un compiaciuto Bulbasaur.
Non si fermarono per il pranzo, visto che tutti avevano fatto un'abbondante colazione proprio a quel fine. Dopo un po', però, il piccolo dinosauro annunciò di essere sfinito, e insieme i quattro decisero di fare una pausa per rinfrescarsi ad una fonte che il geco aveva intravisto dietro ad una roccia.
«Aaah, bene, ci voleva proprio dell'acqua fresca» commentò Bulbasaur. Il geco e il pellicano annuirono e riempirono fino all'orlo le proprie borracce. Quando tutti e quattro furono dissetati e rinvigoriti, i Pokémon ripresero il viaggio. Al momento a nessuno pareva d'aver intravisto Pokémon o persone sospette. In compenso, però, era una bella giornata. Il caldo sole del mattino non aveva mentito, e continuava a irradiare le campagne circostanti. Le farfalle coloravano il paesaggio, mentre gli animali terminavano le preparazioni per il letargo. Gli scoiattoli brulicavano, anche se era difficile scorgerli, e balzavano da un albero all'altro per trovare le ultime ghiande rimaste. Una moltitudine di animali e Pokémon selvatici si abbeverava ad un fiume lontano; Pelipper riusciva solo ad intravedere le loro sagome. Il cielo era sgombro di nuvoloni grigi e tirava una leggera, piacevole brezza. Pareva che anche la natura li volesse aiutare a fuggire. La vegetazione, da quelle parti, era molto folta; fiori, arbusti, erbacce e alberi erano tutto ciò che si poteva vedere. Nessun agglomerato di case si scorgeva nelle vicinanze, niente di niente. Secondo le stime di Treecko, ci sarebbero voluti due giorni a raggiungere un centro abitato se fosse sorto all'orizzonte. Ma il pellicano non vedeva nulla. Ma dove stavano andando? Si voltò e vide dietro di sé, a chissà quale distanza, la città di Timerlìn. Non si era mai avventurato a piedi così lontano.
«Maestro, ma dove stiamo andando? Non vedo città nei dintorni, e questo significa che ci aspettano almeno altri tre giorni di viaggio. Dove ha intenzione di portarci?» domandò educatamente il pellicano. Bulbasaur e Treecko arrestarono la camminata e fissarono prima Pelipper, poi Torkoal. L'anziano Pokémon si fermò e si volse lentamente. Con grande sorpresa dei tre amici, sorrideva. «L'apparenza t'inganna, mio giovane Pokémon. Prima di stanotte giungeremo ad un posto sicuro, dove ci ristoreremo e finalmente potrò spiegarvi tutto ciò per cui avete così tanto atteso. Pazientate un altro poco, amici miei, e vedrete che sarete ricompensati».
Il viaggio riprese, e stavolta tutti avevano un'espressione più rilassata, ma anche insospettita.
Le ore passarono, e tra una battuta e l'altra il gruppo giunse ai piedi di un rilievo, dove le erbacce andavano diminuendo e fiori d'ogni specie abbondavano. Il sentiero, da quel punto in poi, sembrava avere un che di curato, e Pelipper pensò che lì vicino dovesse per forza esserci qualcuno. Si guardò intorno ma non vide nulla. Ebbe una fitta allo stomaco quando vide la sagoma lontana di Timerlìn sull'orizzonte. Poi posò lo sguardo su Bulbasaur, pensieroso, ma all'improvviso s'accorse di Treecko che saltellava entusiasta. Il pellicano non riusciva a sentire cosa dicesse il geco, il quale aveva risalito in fretta e furia la collina e adesso stava cercando di chiamarli. Anche Torkoal era lassù con Treecko, e appariva compiaciuto. Così il pellicano appellò il piccolo dinosauro, e i due, affaticati, affrontarono la stradina in salita e raggiunsero gli amici.
«Puff...non ce la faccio più» commentò Bulbasaur.
«Ma che succede?» chiese Pelipper.
«Guarda tu stesso» disse Treecko con un sorriso enorme.
Pelipper si affacciò e strabuzzò gli occhi.


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EDT: Ogni tanto edito il messaggio per aggiungere nuove parti, finché qualcun altro non si decide a postare :P .
Ultima modifica di Loreamico il 15/10/2010, 11:35, modificato 1 volta in totale.
Be', io so solo firmare con la penna, ma vedrò di fare del mio meglio: Loreamico.
Che ne dite?

Messaggio 14/10/2010, 6:57

Messaggi: 1193
Località: In un posto da dove posso connettermi su PokéTown, altrimenti non avrei postato tanto qui o_o
Davvero bello ^^ anche se ogni volta che leggo sento puzza di Eragon :inno
Bah... una firma? E come firmo al computer, scrivo sullo schermo? Immagine

Messaggio 14/10/2010, 8:32

Messaggi: 533
Località: Southern Island
Ma da qualche parte devo pur prendere ispirazione :att .
Ci sono moltissime cose che accomunano Tre Pokémon e un potere ed Eragon, te ne accorgerai più avanti meglio (il potere di controllare la mente, Treecko che combatte con una spada...).
Eragon è un bel libro, originale e ricco di idee da cui prendere spunto, e per di più è stato scritto da un ragazzo che ha un anno più di me. Perché non dovrei ispirarmi ad esso? ^^
Be', io so solo firmare con la penna, ma vedrò di fare del mio meglio: Loreamico.
Che ne dite?

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