Nickname: capricorn M
Carica: Utente | Cittadino provetto
Registrato il: 28/05/2011 19:10:57
Ultimo accesso: 26/03/2014 13:09:41
I Trofei che ho conquistato

Medaglie: 20 | Trainer Card
Punti Week's Cup: 0
Punti Fedeltŕ: 5.029
Punti Allenatore: 748
Pokémon catturati: 203

Monete: privato
Gettoni: privato
Rank Points: privato
Punti Team: privato

Gilda: Nessuna
Le mie collezioni
Livello Rank: 5 .21
Oggetto posizionato: Amo Buono

Note personali | Codici amico | Ultimi Login

NOME:Giosuè.
SESSO:Maschio
IL MIO GATTO SI CHIAMA: Trilli perchè quando era piccolo strillava come un pazzo



SQUADRA PREFERITA:Juventus.
SPORT PREFERITO:Calcio.
POSIZIONE DI CALCIO:Terzino destro o difensore centrale.

POKéMON PREFERITO:Zoroark.
giorno 20 9 2011 capricorn pesca magikarps d'orato
giorno 31 10 2011 capricorn apre zucca e trova pikachu
;)

CIBO PREFERITO:involti primavera, sofficini al pomodoro e cose piccanti.
BIBITA PREFERITA:Estate limonata/Inverno tè caldo.

azione strana in chat
18:42.42 Felix` ha cancellato la Chat
18:44.00 Il montepremi della lotteria ha raggiunto le 40300 monete!!
18:44.19 Felix` - In ogni caso è semplice. Quando una persona segnala, nel ticket che viene scritto il SUO log della chat, saranno una 20ina-30ina di righe. Le ultime ovviamente rispetto a quando ha segnalato. In queste righe sono compresi anche i messaggi di gilda di quella specifica persona e anche i messaggi privati di quella specifica persona. Questo perché ovviamente una persona se vuole può segnalare un privato in chat o un messaggio della chat di gilda, sempre a sua discrezione.
18:44.39 Felix` - senza il che nella seconda frase ma va beh
18:45.24 In town è presente un utente con 15671 monete.

i miei pokepuppy

{NEyG9Z}{1GdZvQ}
giorno 14/9/2011 si schiudono i primi pokèmon,nincada,pansear
i miei draghi


se accuditi i miei pokepuppy o i miei draghi ditemelo con MP e io ricambio.


migliore amico di pokètown:Serperior2001 ,pokèdome e maxi26



nostro team per accudire pokepuppies,partecipanti:io,potere,serperior2001,maxi26 e pokedome

chi vuole partecipare mi mandi UN MP :) più ci sono meglio è

grazie
[*4]

poesie sui pokèmon
raccontoesia su azelf


oh notte o pace o dolce azelf, che con le tue due code guidi notte e pace...code che volando in aria con grazia ondeggiano rilasciando particelle luminose che illuminano le notti + tetre e oscure dell animo...Giri su te stesso, nuvole e tempo oscurando e luce dal diadema risplende del cavalier galoppando!!! Se qualcuno male ti fa ogni tuo gesto mozza e taglia ogni triste pensiero e lacrime riasciuga e volontà, volontà adorata da vecchi e piccoli togli strappando ala gente dalla giovane carne.OH azelf dolce essere celestiale porti pace a coloro che incontri...Il tuo sguardo cosi ingenuo e dolce addolcisce anche lo animo + spietato e malvagio.I tuoi occhi racchiudono il tuo grande,immenso e onnipotente potere, volontà!!!
Ho paura di accarezzarti per non sporcare il tuo candore blu e la immacolata tua bellezza...
fine
________________________________________

ali d' argento

Sono una fata che viene dal mare
Senza la possibilità di poter volare

Senza una cosa sono nata
Un paio di ali da vera fata

Tutti mi prendevano in giro mentre piangevo con tanta tristezza
E un signore mi chiese con gentilezza:

'' perchè piangi senza aver compiuto mali?
Ah, ora che noto! Non hai delle ali!''

Allora senza esitare
Delle parole strane cominciò a pronunciare.

Un bagliore mi illuminò
E in quell' istante il mio corpo cambiò

Finito il luccichio chiesi con stupore:
''Cosa mi ha fatto mio caro signore?''

''Ti ho donato delle ali d'argento
per volare via col vento''
__________________________________


Il dolore mi sta ferendo dall'interno.
Le sue lame affilate mi lacerano.
Ed ecco lì, proprio in quello che dovrebbe essere il mio cuore,
la ferita più dolorosa di tutte.
Quella che porta il tuo nome,
quella che ero quasi riuscito a chiudere.
E fa male, fa davvero tanto male il fatto che essa si sia riaperta
ed abbia ricominciato a sanguinare.
Non c'è modo di richiuderla.
O forse c'è, ma io devo ancora scoprirlo.
Invece sono qui, a versare lacrime amare, a piangermi addosso,
a disperarmi per l'ennesima delusione.
Non ho più avuto pace dal giorno in cui ho capito di amarti.
E' stato tutto un susseguirsi di sofferenza, tristezza e malinconia.
___________________________________________

La colpa è stata mia, solo e soltanto mia.
Ho commesso lo stesso sbaglio, che faccio di continuo: confessare i miei sentimenti.
Per poi scoprire che per te non è la stessa cosa.
Ho sbagliato tutto. Come al solito.
fine
__________________________________________
poesia veramente lunga!!!!!!!!!!
Poesia Del Vento


vola piccolo amico
vola nel cielo nemico
aiutami a vincere compagno fidato
che l'avversario m'ha stancato

aiutami a combattere
il trofeo sarà nostro
perchè tu non sei un mostro
e l'avversario puoi abbattere

vola vola su nel cielo
mettiti addoso un velo
è il velo del battagliero
ma il mondo è sempre nero

tu che copri il mio cuore
tu che stuzzichi l'amore
caro amico porti la luce
in questa via di disperazione

Caro amico se ti scrivo
cosa guadagno nel farlo?
tu sei un divo
tu voli più in alto di un merlo

ma l'onore
si equivale all'amore?
piccolo uccelletto svolazzante
ti voglio un gran bene

sei un amico un pò strano
non sei un nano
sei un piccolo esserino
caduto dal cielo di lino

oh caro amico ti scrivo una canzone
ti ricordi il mostro di mia invenzione?
eri te principalmente
ma non possedevi mente

caro amico adesso vola
su nel cielo azzurro e viola
forza prendi una rosa
amico della finzione di non so cosa


________________________________
grande leggenda

LA NASCITA DI UNA LEGGENDA CHE SI FONDA SULLE OSSA

È un’altra giornata serena all’ entrata del Tunnel roccioso della regione di Kanto. Lì in mezzo alle rocce e alla terra un gruppo di cuccioli di Cubone osservano incuriositi gli avventurieri che si aggirano per la montagna ignari dei tanti occhietti che li spiano. Benché siano ancora molto piccoli, conoscono già il pericolo che possono rappresentare gli uomini e per questo si tengono nascosti e in silenzio mentre la loro mamma Marowak e in cerca di cibo. Ma in un angolo della tana sotterranea un Cubone se ne sta da solo preferendo le profondità calde e sicure della terra alla luce chiara del mattino. Era il più piccolo e gracile della cucciolata e mentre i suoi coraggiosi fratellini si esponevano ormai tranquillamente al di fuori della tana, lui non aveva ancora avuto il coraggio di farlo. Mentre aspettava pazientemente la madre, a cui era particolarmente legato, cominciò a rompere ciottoli col suo ossicino un tempo appartenente all’ala di uno zubat, quindi molto sottile. A quei tempi i Cubone e i Marowak non avevano ancora l’abitudine di coprirsi il capo con un teschio, e il bel musetto chiaro del cucciolo annusava l’aria in cerca di qualche novità. Marowak non ci mise troppo a tornare e i suoi cuccioli la seguirono allegra nella tana cercando di vedere cosa trasportasse di buono. La madre aveva procurato una gran quantità di bacche e piante commestibili. Le preferite del piccolo Cubone erano le baccastagne ma questa volta non ne aveva trovate.
Il tempo passava monotono giorno dopo giorno e i cuccioli, ormai diventati adulti cominciarono a lasciare la tana uno dopo l’altro, cominciava il loro viaggio che avrebbe potuto portarli anche molto lontani dalla tana: bè quasi tutti. Il più giovane dei fratelli infatti non voleva saperne di lasciare la tana. La povera madre non sapeva più cosa fare per farlo uscire di lì, e piena del suo amore materno continuava a procurargli da mangiare, ma la vecchiaia si faceva sentire sempre più e nutrire entrambi era sempre più arduo.
Un giorno però successe qualcosa che avrebbe sconvolto per sempre la vita del piccolo Cubone.
Era una giornata un po’ nuvolosa, anche se Cubone sempre rinchiuso sotto terra non poteva saperlo. Probabilmente presto avrebbe cominciato a piovere. Marowak era uscita come ogni mattina a sgranchirsi le zampe il giovane Pokemon si mise a scavare alla ricerca di gustosi vermetti. Dopo un po’ la madre ancora non era tornata e Cubone cominciò a preoccuparsi e più il tempo passava più si sentiva solo. Cominciò a camminare avanti e indietro, mentre il terreno sopra la sua testa si inumidiva, segno che aveva cominciato a piovere. Cubone non poteva saperlo, perché i Pokemon non portano orologi, ma erano già passate 5 ore da quando la madre era uscita. Ormai era mezzogiorno inoltrato e lo stomaco cominciò a farsi sentire. Era sempre più spaventato ma non si azzardava ad uscire per cercare la madre e così passo un intera giornata. La fame di Cubone era a livelli estremi e prima che se ne accorgesse il suo musetto si trovava sotto il cielo cupo pieno di nuvoloni neri. Spinto dalla fame aveva fatto il primo passo della sua vita fuori dalla tana e l’aria fresca lo rincuorò un poco, ma passata la sorpresa per la stranezza che quel paesaggio mostrava, cominciò a tremare per la paura e l’impulso di tornare nelle calde profondità della tana si fece tanto intenso che nemmeno lui seppe cosa lo spinse a fare un altro passo. Ormai nel mondo esterno volle cercare sua madre: ma come faceva? Non sapeva nulla di quel mondo così strano e spaventoso e la pioggia del giorno prima aveva cancellato gli odori, così Cubone cominciò a zampettare a caso qua e la intorno alla tana ma senza risultato. Abbattuto provò ad allontanarsi un po’ di più, ancora un po’, ancora un po’ , finché non arrivò a Lavandonia. Cubone subito si chiese cosa fossero quelle alte tane costruzioni da cui usciva del fumo. E perché il terreno sotto le sue zampe si era fatto improvvisamente così duro? Provò a scavarlo con gli artigli, ma non riuscì a provocare che qualche graffio al pavimento cementato della strada. Un ‘improvviso trambusto fece sobbalzare il piccolo pokèmon: << al ladro! Al ladro!>> urlò una voce femminile, e una di quelle costruzioni si aprì. Uno strano essere alto tutto nero uscì di corsa portando in braccio un Pokemon d’erba. Cubone non aveva mai visto un uomo, ma quello non era un uomo comune: era un membro del team Rocket, la più grande organizzazione criminale del mondo e aveva appena sottratto un povero bulbasaur dalla sua casa. Al suoi seguito altre figure in nero lo seguirono e uno di loro accortosi del Cubone che lo osservava, si diresse verso di lui. Cubone tentò di fuggire, ma fu subito raggiunto ed acciuffato dal Rocket. << ehi, ne ho trovato un altro!>> Urlò ai compagni. Cubone si dimenava tentando di morderlo e graffiarlo, ma l’uomo lo teneva per la collottola e le sue corte zampette non lo raggiungevano. <<ti agiti troppo piccola peste>> gli disse con un ghigno feroce dipinto sul volto e con la mano libera cominciò a rovistare nella borsa. Ne estrasse una specie di siringa dall’aria sinistra. Il piccolo Cubone si agitò terrorizzato, ma l’uomo in nero gli infilò l’ago dietro il collo. Subito tutto cominciò a girare attraverso gli occhi di Cubone, e in un attimo fu nel mondo dei sogni.
Si risvegliò qualche ora dopo. Quando gli occhi si abituarono al buio capì di essere in un posto molto stretto, una stanzetta buia e umida. Vide numerose gabbie e sobbalzò quando si accorse di essere egli stesso in una gabbia. Anche le altre gabbie erano colme di Pokemon di ogni genere tutti stanchi e spaventati esattamente come lui.
Alcune di quelle povere bestiole giacevano immobili sul fondo freddo delle loro prigioni. Non ce l’avevano fatta a sopportare il freddo, la fame, la solitudine e la paura. Il piccolo Cubone cominciò a piangere sempre più forte chiamando la mamma; i suoi lamenti strazianti rimbombavano tra le strette pareti e sembrava che il dolore potesse fargli esplodere il cuore da un momento all’altro. Altre voci addolorate si unirono al piccolo pokèmon: il triste ululato di un growlithe, lo stridio di un venosa, il pigolare di svariati pokèmon uccello e dal fondo della stanza, nella gabbia più grossa perfino il malinconico canto di un Lapras.
Poco dopo una luce abbagliante pervase la stanza, e dalla porta appena aperta entrarono alcuni Rocket.
<< ah cavoli ne sono andati altri!>> disse uno di loro irritato << così non arriveranno mai a destinazione, partiamo tra 2 giorni e ne vorrei qualcuno ancora vivo!>>
Gli uomini aprirono ad una ad una tutte le gabbie in cui giacevano dei Pokèmon. Ad un tratto il cuore di Cubone ebbe una tuffo e sembrò sul punto di sgretolarsi. Tra i pokèmon estratti dalle gabbie riconobbe il musetto vecchio e scolorito della madre, morta pensando al suo piccolo che aveva lasciato solo senza speranze nella tana sotto il Tunnel roccioso.
Il piccolo Cubone cominciò a chiamarla a squarciagola, ma lei non si mosse di un millimetro. Il pianto aumentò tanto che uno degli uomini tirò un calcio alla gabbia di Cubone scaraventandola di sotto.
<<finiscila o ammazzerai anche quello!>> lo rimproverò un altro.
Sbuffando l’uomo si girò e insieme agli altri uscì dalla stanza richiudendosi la porta alle spalle.
Cubone scandalizzato ed incredulo a ciò che aveva appena visto si strinse nell’angolo e non emise più un suono per tutto il giorno. Il giorno dopo gli uomini in nero tornarono per portar via altre vittime, e li Cubone ebbe un idea geniale. Si gettò per terra a pancia in su, rilassò tutti i muscoli e i nervi e si finse morto. Ci aveva visto giusto. Non ci volle molto che un Rocket lo notasse e lo prese con se.
Cubone venne buttato insieme ai cadaveri in una sorta di fossa comune in mezzo ad un bosco, non troppo lontano dalla base. Lo spettacolo era raccapricciante, ma non appena vide sua madre spuntare in mezzo ai corpi corse da lei. Aveva da poco cominciato a piovigginare e ciò non faceva altro che aggiungere un senso di malinconia e solitudine alla scena. Cubone cominciò a sussurrarle alla madre di svegliarsi mentre grosse lacrime gli rigavano le guance e la pioggia lo inzuppava. Tentò di muoverla col musetto ma niente. Sua madre non si muoveva e non l’avrebbe fatto mai più.
Dopo qualche incessante minuto che parvero ore, il pokèmon si alzò e sollevò il corpo immobile di Marowak per portarlo via da quel raccapricciante luogo. Trascinò il corpo fino alla tana impiegandoci tutta una mezza giornata. Non seppe mai cosa l’avesse guidato attraverso un bosco che non conosceva fino alla tana, senza perdersi. Giunto a destinazione cominciò a scavare in un silenzio di tomba e depositò la madre dentro la buca profonda abbastanza da farcela stare giusta giusta. Delicatamente la ricoprì di terra, dopodiché scivolò nella sua tana che non vedeva da giorni, ma che a lui sembravano anni. Si rintanò nella zona più profonda e restò in silenzio cercando di pensare, ma la sua mente era vuota, come un abisso profondo e disperato. La tana era ancora invasa dal profumo della mamma e se si concentrava riusciva a sentire anche le ultime tracce dei suoi fratellini. Chissà dov’erano in quel momento. Chissà come stavano. Magari avevano già trovato una famiglia o avevano visto meraviglie che lui non immaginava nemmeno… chissà se si ricordavano della tana. Cubone non riusciva a credere che il tempo potesse essere passato tanto in fretta, e ora era solo. Solo come non era mai stato. Solo.
Con questo pensiero scivolò in un sonno popolato da incubi e mostri vestiti di nero.
Passarono mesi e Cubone non era più uscito dalla tana, era sopravvissuto cibandosi di vermi, insetti e radici che trovava nel sottosuolo, ma era diventato spaventosamente magro.
Un giorno quando il sole ancora doveva alzarsi alto nel cielo udì dei rumori provenire dall’ ingresso. Cominciò a ringhiare pronto a sfidare lo straniero, ma rimase stupito nel vedere un musetto identico al suo affiorare da dietro una svolta del tunnel. Lo riconobbe subito grazie all’ odore, era uno dei suoi fratelli che era tornato per un saluto mentre passava di là e sembrò meravigliato nel vedere che il fratellino più piccolo era ancora li.
Cubone non seppe trattenere la sua gioia e corse a strofinare il suo muso smagrito contro il suo. Finalmente non era più solo! E quell’ improvvisa visita accese una scintilla nei suoi occhi che era sparita ormai da tempo.
Il fratello gli chiese dov’era la madre e al suo ricordo un nuovo dolore prese d’assaltò il piccolo Cubone che trattenendo le lacrime lo condusse alla tomba improvvisata appena fuori dalla tana. Non si rese nemmeno conto di essere uscito fuori tanto era sorpreso della visita.
Il maggiore allora gli raccontò che nella città degli umani chiamata Lavandonia c’era un posto infestato dagli spiriti dei Pokemon deceduti e chissà che non ci fosse anche la madre.
Il fratellino minore sgranò gli occhi alla notizia, il pensiero di poter rincontrare sua madre accese una nuova speranza in lui.
Il fratello lasciò la tana a pomeriggio inoltrato per ripartire alla scoperta di nuovi posti. Quando scese il buio Cubone si diresse alla città dove tempo addietro era stato catturato dal Team Rocket. Le piastrelle ed i muri violacei della città la facevano apparire tetra ed anche la popolazione scarsa e chiusa contribuiva a farla apparire una città spettrale. Il fratello gli aveva detto che doveva andare nella costruzione più alta che avrebbe visto: ed eccola là. Una torre immensa lugubre come la città stessa. Cubone aveva ormai imparato che in quelle tane enormi bisognava aprire un buco nella parete per entrare eppure non riusciva a capire come facessero a farlo. Allora si diresse sul retro e con l’unica mossa che conoscesse, ossoclava, aprì una voragine nel muro. Per fortuna era già molto tardi e gli umani dormivano della grossa così nessuno si accorse del solitario pokèmon.
L’interno dell’edificio era perfino più spaventoso della città. Vi erano tombe dappertutto, per la maggior parte in ordine scarso come a formare dei sentieri. Fin da subito Cubone avvertì una strana presenza, come un brivido. Era dunque vero? L’edificio era infestato dai fantasmi? Cubone decise di arrivare all’ultimo piano e si diresse perciò verso le scale, ma a pochi centimetri da esse un freddo gelido gli penetrò le ossa. Qualcosa l’aveva sfiorato. Il pokèmon cominciò a correre all’impazzata su per le scale, mentre esseri spettrali apparivano da ogni angolo. La maggior parte di quegli esseri erano solo masse informi, ma Cubone avrebbe giurato di aver visto anche volti di pokèmon tristi e confusi apparire tra loro. Avrebbe perfino giurato di vedere uno dei suoi fratelli.
Correndo senza fiato si ritrovò in un vicolo ceco, e preso dal panico si gettò in un angolo raggomitolandosi, mentre gli spettri gli si avvicinavano. Ma ad un tratto riconobbe una voce familiare. Aprì lentamente gli occhi e il suo cuore ebbe uno sbuffo. Davanti a lui si stagliava giovane e magnifica Marowak, com’era stata nel fiore degli anni.
La sua voce calda era la stessa che ricordava da quand’era cucciolo, ma c’era rimprovero nel suo tono: “ cosa stai facendo Cubone? Guarda come ti sei ridotto! Ad uno scheletro! Per colpa tua io non riesco a trovare la pace e rimango qui a vagabondare in mezzo ai morti! Smettila di vivere nei rimpianti, alza il muso al sole e sfidalo! Devi vivere Cubone! Per te e per me! Se io non ho potuto avere una morte serena a causa di altri, tu devi sopravvivere per entrambi e non permettere che orrori del genere si ripetano e che altri pokèmon soffrano così!” il suo tono si addolcì improvvisamente “rendimi fiera di te, e rendimi libera”. Marowak svanì così com’era apparsa mentre l’ eco dell’ ultima frase ancora alleggiava nell’aria. Ma non vi era più il tetro soffitto sulla testa di Cubone ma un cielo stellato che portava la fantasia a correre insieme a tutte quelle luci. Cubone non si era mai reso conto di quanto il mondo fosse bello.
Si alzò con una nuova determinazione negli occhi. Corse verso la tana più veloce che poteva e cominciò a scavare sul punto dove aveva seppellito la madre. Ormai non erano rimaste che le ossa sbiancate dagli agenti della terra. Cubone ebbe un attimo di esitazione, ma poi deciso afferrò il teschio della madre, simile ad un elmetto e se lo mise in testa, dopodiché scagliò lontano il suo ridicolo ossicino di zubat e prese l’ osso della madre. Di nuovo solo, ma deciso a vivere, si arrampicò in cima alla rupe più alta e stagliato contro la luna lanciò con un grido la sua sfida al cielo. In quel mentre qualcosa di ancora più straordinario accadde: Cubone si trasformò. Ora sotto le stelle non c’era più un piccolo e pauroso Cubone, ma un forte e deciso Marowak.
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E ORA LE BARZELLETTE
1 perchè alakazam ha i cicchiai in mano?
molto semplice perchè gli piace il gelato psichico che si mangia con i suoi cucchiai!

2 sapete come exgute arrivò sulla terra pokemon ora vi racconto...
un giorno una bambina trovò delle uova rosa per terra alcune rotte e altre no così gli fece la faccina ^__^
e poi la mamma le cucinò e quando le tirò fuori dalla pentola e le mise sul piatto con grande meraviglia si animarono
così la mamma le incollò tutte insieme ed ecco apparire exgute che poi si riprodusse fino a popolare il mondo pokemon!

3 ash con il suo pikachu e quasi imbattibile giusto?
bene allora ash contro il suo clone chi vincerebbe? questo non si sà ma se ash lo sconfiggesse perderebbe anche lui visto che il clone è se stesso:

4 sapete darcrai che è il pokemon dei sogni giusto?
allora mi potrebbe far sogniare di essere al pokemonday del 3010 magari daranno l'evoluzione di arceus ma il sogni di darcrai si avverano quindi avrei l'evoluzione di arceus tipo ??? che possiede una mossa che può farti segliere quale mmossa usare io sceglierei ruggito^__^

5 Ok Ok perchè Scizor ha delle chele così grandi?? per non permettergli di mettersele nel naso!!
[...]
Ma ce l'ha il naso?
(si ringrazia Marellonsen per questa barzzelletta)

6 Uno Wooper apre il frigo e dice "OMG WTF ma io non ho le mani!"
(si ringrazia totodile94 per questa barzzelletta)

7 Un Ponita apre il frigo e dice...niente perchè i ponita non parlano brutta testa di ca....stform!
(si ringrazia totodile94 per questa barzzelletta)

8 Vabbè, Cosa fa un Biddof di fronte ad Arceus? Oh-Ho!
(si ringrazia Marellonsen per questa barzzelletta)
modifica di ALTARIA11
Cosa fa un Biddof di fronte ad Arceus?
ma è ovvio balla!!

9 Tra allenatori:
"Come sta il tuo Trapinch?"
"Eh... un Donphan gli ha fatto terremoto..."
"E com'era?"
"Eh... vibrava..."
(si ringrazia Golden Doktor Cosmo per questa barzzelletta)

10 Perché sunkern è a strisce? Perché era finito il colore per farlo a tinta
(si ringrazia ds hehe per questa barzelletta)

11 perchè metagross odia gli emo?
Perchè è di...metallo
(si ringrazia Negromitsu per questa barzzelletta)

12 La maestra a Pierino:

Dimmi l'alfabeto unown
e pierino: a bi ci pi te
cosi gli fa vedere il bicipite
e la maestra dice a ma tu sei
machoke ora kiamo l'agente jenny
e pierino: a quindi tu intendi
la gente della città di jenny?
e la maestra fa 47 rutti e scoreggie
e diventa uno slugma e muore.
(si ringrazia il mitico cristallonero per questa barzzelletta)

13 Una fusione tra Muk e Magcargo dice: Ehi, sento puzza di bruciato
si ringrazia ancora il mitico cristallonero)

14 Ash chiede a Pikachu: ''Come stai?''
Pikachu risponde:''Pika Pika'' e spara ad Ash. E muore.
(si ringrazia black rider per questa barzelletta)

15 A scuola, tra due medicham:
Mi passi le matite?
E l'altro gli porge un meDItite.
(si ringrazia Cradilynfernape per questa barzzelletta)

16 un magikarp entra in un caffè, splash.

17 Ash: Perchè Starly non torna ancora?
Brock: Si sarà evoluto, quindi STARA VIA per molto tempo!