Indice Discussion Board Intrattenimento C'era una volta...

C'era una volta...

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Messaggio 23/10/2010, 12:18

Messaggi: 1193
Località: In un posto da dove posso connettermi su PokéTown, altrimenti non avrei postato tanto qui o_o
accidenti a invitare, non avevo pensato di usare il Vocabolario dei sinonimi e contrari :muro cmq ora vi riempiA subito :_:
Bah... una firma? E come firmo al computer, scrivo sullo schermo? Immagine

Messaggio 30/10/2010, 15:59

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Località: Southern Island
Per rompere il ghiaccio, posto una mia poesia dedicata ad una Squirtle (in un GDR).

O Squirtle mia, tulipano dei prati
a me appari imago sì felice, quando
co' tuoi occhi mi fissi, spaurandomi il cor
con le tue dolci parole, tuoi divini versi.

Come l'alba rosseggiante,
che l'augelli fa beati, così tu,
o degna creatura, m'infondi
nell'animo un lieve calore.

Tu che aiutato m'hai, bene immenso
ti brilla nel cuor, e grande ti fa
nonostante la tua mole, tu appari
divin figura ai miei indegni occhi.


Che ne pensate? :D
Be', io so solo firmare con la penna, ma vedrò di fare del mio meglio: Loreamico.
Che ne dite?

Messaggio 31/10/2010, 12:09

Messaggi: 1193
Località: In un posto da dove posso connettermi su PokéTown, altrimenti non avrei postato tanto qui o_o
Che ne penso? Penso che ce ne è voluta di concentrazione in quel GDR, in mezzo alla lava, legato a terra, a 50° gradi, mentre stavi per venire sbranato da un Charizard :eheh Complimenti! Davvero bella!
Bah... una firma? E come firmo al computer, scrivo sullo schermo? Immagine

Messaggio 31/10/2010, 15:59

Messaggi: 533
Località: Southern Island
Guarda che eravamo fuggiti dal Vulcano quando Wingull l'ha pensata u.u
Be', io so solo firmare con la penna, ma vedrò di fare del mio meglio: Loreamico.
Che ne dite?

Messaggio 01/11/2010, 22:55

Messaggi: 118
Località: nella mia casa,o dove altro?!

Finalmente ho deciso di riprendere la mia storia di 8 pagine fa, tanto perchè ho voglia di scrivere.

L'Arcanine Dorato
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5° capitolo
Nero, solo nero oscuro e tenebroso; gridi acuti di un essere sconosciuto.
Una sagoma grigia volò sospesa in quel buio infinito, i bordi sfocati, con un po' di rosso e giallo qua e là.
Si vedevano solo occhi completamente rossi, gli occhi che sembravano di un pokemon spettrale, un demone.
D'improvviso densa nebbia apparse infittendosi sempre di più, e rendendo il "luogo" sempre più spettrale.
La creatura lentamente si avvicinava fluttuante come uno spettro, forse era uno spettro, ma i bordi si definivano poco a poco.
L'urlo del mostro cessò e diventò una cantilena tenebrosa.
I bordi si erano quasi definiti del tutto, ma la creatura svanì e divenne nebbia.
Un grido assordante gli perforò i timpani.
La "faccia" della creatura apparve in tutto lo spazio visivo, gli occhi da demone rossi, una specie d'elmo d'oro.
L'urlo si affievoli piano piano, poco dopo l'altro.
Una voce sussurrante e rimbombante "Ti prenderò..." "Ti prenderò..."


Hed si svegliò e di scatto si alzò. Quel sogno gli aveva solcato un brivido nel cuore che non avrebbe mai scordato; Non lo avrebbe potuto scordarlo neanche se avrebbe voluto. Il pelo era imperlato di grosse goccie di sudore, si sentiva male, terribilmente male e i suoi occhi erano un oscuro abisso di paura e vago stupore. Decise che se stava male, in quel momento sarebbe stato opportuno rimettersi a letto e dormire; si coprì co le lenzuola fino al muso, ma non poteva dormire per il sospetto e il terrore che quel sogno si sarebbe fatto avanti di nuovo. Con gli occhi gonfi di stanchezza, infine, lentamente si lasciò andare nel dormire.
Un colpo di vento e le tende fluttuarono simili a fantasmi, e non cessavano di volare a destra e a sinistra; la finestra si spalancò piano e con un cigolio.
Due occhi rossi.
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La firma è stata modificata dallo Staff di Pokétown

Messaggio 02/11/2010, 19:34

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Località: nella mia casa,o dove altro?!

Cercherò di mettere un capitolo ogni giorno ù_ù
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6° capitolo
L'Arcanine aprì immediatamente gli occhi avvertendo una strana presenza vicino a sè, una specie di anima fluttuante. Mosse di scatto l'orecchia per tre volte, in modo da sentire qualsiasi rumore ci fosse stato, ma solo il fluttuare delle tende venne captato.
Non era sicuro di essere solo. Si alzò assonnato e fece per vedere l'orologio per sapere se a scuola si sarebbe addormentato o no; la lancetta non si muoveva, non si sentiva nessun rumore ed il tempo sembrava essersi sospeso.
Volse la testa di scatto per osservare la fonte dei suoi strani brividi; orrore lo aspettava: vide i due occhi del suo incubo, spettrali e rossi come il sangue.
Presto la pelliccia si rizzò per la sorpresa mischiata allo spavento, quella faccia gli era familiare eppure non lo aveva mai visto, apparte nel sogno.
"Come può quell'essere esistere davvero? Perchè è qui? Vuole qualcosa da me? E' un sogno, no, un INCUBO!!" riuscì a pensare, infatti era l'ultima cosa che riuscì a pensare perchè la sua mente andò in blackout. Il suo corpo si muoveva da solo e si vedeva in terza persona; tutto questo succedeva mentre avvertire una forza negativa combattere per prendersi il suo corpo. Un suono acuto che stranamente potè sentire, poi si riprese il cervello.
"Ma cosa succede? Questa forza negativa... Non le permetterò di prendersi il mio corpo!" Infatti con ira e rabbia cercò di respingere l'attacco, e quella forza oscura non voleva cedere, ma dopo un ultimo attacco che fece perdere le forze ad Hed, l'oscurità dovette soccombere e ritirarsi.
Ora lo sapeva, aveva capito chi era quell'essere.
-Cosa vuoi da me, Giratina!- urlò con tutto il fiato rimanente, sforzandosi di reggersi in piedi anche se le sue zampe non nee volevano sapere.
-Non essere così insolente, Arcanine! Io sono il Leggendario Giratina, e non ti permetterò di rubarmi il potere!- Il suono rimbombò nella stanza, e nulla pareva muoversi apparte loro due, il tempo era ancora bloccato.
-Ma di cosa parlì?! Io non capisco quello che dici! Non ti ho mai visto, apparte questa sera... nel sogno!- La voce di Hed si alzava sempre di più fino a diventare un urlo, e lui non sapeva proprio di cosa parlasse il Leggendario.
-Tu e quel maledetto Arcanine Dorato...- La voce di Giratina si ridusse ad un sussurro sibilante, anche se le parole si sentivano perfettamente, ma esso sembrava parlare da solo. -Lucario, combatti per il tuo re!- E il Lucario, un adulto snello e agile con gli occhiali si presentò, mettendosi in posizione di battaglia.
"Oh no! Non posso combattere contro di lui! Il prof. Lucario... no, nO, NO!!" Non poteva uccidere il professore a cui voleva più bene, il cuore gli diceva che non poterla farlo, e pure la sua mente.
"Ma forse..." Non ci pensò due volte e cercò di violare la mente del professore entrandoci dentro, ma una scarica elettrica tenebra.
Allora una voce gli disse varie volte: "Trova l'Arcanine Dorato che c'è in te... A cui solo tu sei legato." Ed Hed non capì, ma dopo si ricordò di chi gli aveva affidato la missione, e lo cercò nel profondo della sua mente e del suo cuore, fino ad arrivare ad una luce gialla dorata e si avvicinò, ma c'era qualcosa che gli impediva di entrare "Non devi entrare te, devi far uscire il potere." L'Arcanine si concentrò su come far uscire il potere... come poteva fare? Non ci riusciva, no... Allora iniziò ad attaccare la barriera di una forza incredibile, ma infine essa si ruppe in frantumi come il vetro e l'asciò sprigionare l'immensa luce benefica.
Uno spiritò dorato di un arcanine gli uscì dal ventre e lo avvolse facendolo diventare l'Arcanine Dorato, e senza pensare con la propria mente il suo corpo si mosse in un agile scatto arrivando al Professore, mosse la zampà e trapasso il busto del Lucario come fosse un fantasma, e poi estrasse un coccio nero, un modo che usava Giratina per controllare i Pokèmon e dispositivo che prima cercò di mettere nell'anima di Hed. Poi evocò una fiamma enorme di fuoco che lanciò verso la finestra e che avvolse l'immenso Leggendario, e le possenti ed acute urla di Giratina gli forarono i timpani.
Il pokemon svanì com nebbia con un "Noooooooooooooo" roco, poi Hed tornò alla sua forma normale, e inizò a perdere i sensi mentre tutto si rabbuiava in un oscuro che si addensava sempre di più. Infine l'ultima cosà che pensò l'Arcanine mentre era stremato e senza forte, mentre si accasciava a terra, fu: "Sono morto".
Poi tutto buio.


Ne aprofitto per mettere i capitoli precedenti:
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5° capitolo
Nero, solo nero oscuro e tenebroso; gridi acuti di un essere sconosciuto.
Una sagoma grigia volò sospesa in quel buio infinito, i bordi sfocati, con un po' di rosso e giallo qua e là.
Si vedevano solo occhi completamente rossi, gli occhi che sembravano di un pokemon spettrale, un demone.
D'improvviso densa nebbia apparse infittendosi sempre di più, e rendendo il "luogo" sempre più spettrale.
La creatura lentamente si avvicinava fluttuante come uno spettro, forse era uno spettro, ma i bordi si definivano poco a poco.
L'urlo del mostro cessò e diventò una cantilena tenebrosa.
I bordi si erano quasi definiti del tutto, ma la creatura svanì e divenne nebbia.
Un grido assordante gli perforò i timpani.
La "faccia" della creatura apparve in tutto lo spazio visivo, gli occhi da demone rossi, una specie d'elmo d'oro.
L'urlo si affievoli piano piano, poco dopo l'altro.
Una voce sussurrante e rimbombante "Ti prenderò..." "Ti prenderò..."


Hed si svegliò e di scatto si alzò. Quel sogno gli aveva solcato un brivido nel cuore che non avrebbe mai scordato; Non lo avrebbe potuto scordarlo neanche se avrebbe voluto. Il pelo era imperlato di grosse goccie di sudore, si sentiva male, terribilmente male e i suoi occhi erano un oscuro abisso di paura e vago stupore. Decise che se stava male, in quel momento sarebbe stato opportuno rimettersi a letto e dormire; si coprì co le lenzuola fino al muso, ma non poteva dormire per il sospetto e il terrore che quel sogno si sarebbe fatto avanti di nuovo. Con gli occhi gonfi di stanchezza, infine, lentamente si lasciò andare nel dormire.
Un colpo di vento e le tende fluttuarono simili a fantasmi, e non cessavano di volare a destra e a sinistra; la finestra si spalancò piano e con un cigolio.
Due occhi rossi.


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4° capitolo
Il giorno seguente, a scuola, parlavano tutti del blackout che c'era stato il giorno prima.
Hed disse a Diego:
-Mi sa che aveva ragione Dalia, vedo qualcosa di trano nella maestra...
Diego rispose:
-Sinceramente, anch'io, aveva veramente ragione.
Hed sussurrò:
-Chissà che intendeva questo Arcanine Dorato... chi è Giratina?
Sussurrò anche Diego:
-Credo che la maestra Anne centri qualcosa... quei occhi rossi... ma certo! Sarà dominata da qualcuno, e poi non ho mai visto occhi così rossi, come se fossero sangue!
Hed esclamò:
-Hei! Sta arrivando! Meglio se stiamo zitti.
Stettero silenziosi per tutta la lezione mentre gli altri fecero un caos tremendo.
Finita la lezione, suonò l'intervallo, e Hed, Diego e Dalia si dettero un'occhiata d'intesa, così si misero a seguire la maestra Lopunny.
Passarono la "Via Oscuro" e arrivarono a un palazzo completamente nero.
La maestra entro e andò all'ultimo piano, cioè il decimo.
C'era una porta grigia e rossa alla quale Lopunny bussò, poi Dalia esclamò sotto voce:
-Mi fa inpressione quella porta!
Anne se ne accorse e esclamò:
-Che ci fate voi qui!? Su, andate a scuola!
Loro scapparono via e Diego disse tutto arrabbiato:
-Visto che è successo? Per la tua paura non abbiamo potuto vedere che è successo! Ecco perchè odio le femmine, hanno sempre paura e sono piagnucolone!
Dalia disse triste:
-Scusa, hai ragione, comunque penso che c'era quel certo Giratina dietro alla porta...


Mostra / Nascondi » 3° capitolo
3° capitolo
Hed, Dalia e diego erano appena usciti da scuola, quindi Espeon sussurrò:
-Chissà dove sarà finito il maestro lucario, e la maestra mi pare un pò strana, nella lezione, qualche volta, le vedevo gli occhi diventare rossi.
Diego contraddì:
-Mavvà, si vede che sei gelosa!
Espeoon rispose:
-Beh, forse hai ragione... Hei! Che sto dicendo! Ma sei eh!!!
Hed intervenì:
-Hei, calmatevi, ma possibile che ti arrabbi così facilmente, Dalia?!
Dalia, ancora più infuriata, rispose:
-Ma guarda chi parla, quello che ha gridato quelle parole in classe con tutta la sua furia!
Dopo era arrivata sera e loro erano ancora in cammino verso casa, e Diego disse:
-Hei! Gurdate! Tutte le luci si sono spente! E guardate un pò più in là!
C'era una luce dorata accecante dalla quale si aprì una specie di varco, da quel varco uscì l'arcanine dorato, come nel sogno di Hed.
Tutti e tre rimasero a bocca aperta.
Il meditite gridò:
-Il sogno è diventato realtà!
E espeon, scombussolata, domandò:
-Quale sogno? Che cosa?
Diego e Hed dissero:
-Ti spiegheremo più tardi!
L'arcanine dorato disse con una voce rimbombante ma calma, come quella di uno spirito:
-Ecco iniziata la prima prova, non potrei aiutarti, piccolo Hed, sarebbe proibito, ma ti dico solo che c'è di mezzo un certo Giratina...
Hed gridò:
-Dicci di più!!!
L'arcanine dorato disse:
-Non posso dirvi nient'altro, adesso devo andare...
L'arcanine lento entrò nel varco, ma Hed esclamò:
Aspetta!
L'arcanine dorato fece finta di niente e sparì con il varco e la luce dorata, tutto si accese e Hed e Diego raccondarono a Dalia il sogno, così se ne tornarono a casa spaventati e pensierosi.


Mostra / Nascondi » 2° capitolo
2° capitolo
A scuola Hed incontrò la sua amica Dalia, una bellissima Espeon, che gli disse:
-Secondo me dovresti smetterla di tremare così, ti stanno guardando trutti con uno sguardo strano, che non capisco nemmeno io, mi racconti che è successo?
Arcanine rispose un pò arabbiato.
-Non me ne importa, e poi non voglio raccontarti che è successo e perchè tremo così, rideresti.
-Mannò! Lo sai che sono tua amica!
A quel punto Jack, Machoke, il bullo della classe, si mise al centro dell'attenzione e disse a tutta la classe:
-Guardate come trema questo pauroso di un Arcanine! Mi saprebbe dire perchè trema come una femminuccia?
Tutta la classe si mise a ridere e Espeon esclamò:
-Lasciatelo in pace, poveretto!
Heddie rispose:
-Ed ecco che entra in scena Dalia, la sua fidanzata che lo difende!
La pelliccia dell'Arcanine diventò tutta rossa, e scoppiando di rabbia, gridò:
-Smettila, scemo! Sarai anche più forte di me ma questo non vuol dire che ti puoi prendere gioco di me così!
Subito dopo il loro amico Diego, il meditite,prese e portò in corridoio Hed e Dalia e disse loro:
-Su, dai, non vorrete mica continuare così! Mica badate a quello scemo, vero?!
Così tornarono in classe tranquilli e subito dopo arrivò la maestra di Inglese, un'affascinante Lopunny, era nuova e tutti rimasero sorpresi.Alcuni dissero:
Dov'è il maestro Lucario?
Altri:
Uh, che bella! E scommetto anche che è brava in inglese.
La maestra si presentò dicendo:
-Buongiorno, io sono la vostra nuova insegnante, mi chiamo Anne e sono inglese.
Hed domandò:
-Dov'è il nostro maestro Giorgio, il lucario?
La maestra:
-Mi dispiace, Lucario, è... il dirigente mi ha detto di non dirvi niente.


Mostra / Nascondi » 1° capitolo
1° capitolo
Quel giorno, Hed, il piccolo Arcanine si svegliò di soprassalto. Aveva fato un incubo strano, da piccoli brividi e difficile da capire.
Corse freneticamente a scuola ancora tutto tremolante senza spiccicare una parola.
Percorrendo la strada sbattè contro Diego, il suo amico Medicham, che vedendolo impaurito gli domandò:
-Amico,che hai?
Arcanine,dopo che Diego lo ebbe accompagnato a scuola,si decise a parlare.
-Ho fatto un sogno terribile,non ti puoi neanche immaginare di cosa sto parlando.
-E tu tremi solo per questa sciocchezza? Forza, racconta.
-Era tutto buio,quando improvvisamente apparve un'acciecante luce dorata...
Iniziò Arcanine
-Ah,mamma mia,che paura!
Rispose comico il Medicham.
-Aspetta che ti racconto, scusa!!! Allora continuo: da quella luce dorata apparve un arcanine,proprio come me, ma sembrava più uno spirito risorto, ed era di un giallo-oro. Era bellissimo però mi aveva dato una sensazione di brivido. Esso mi disse :-Dovrai superare prove pericolose, molto pericolose, potrai anche morire. Lo so che vuoi essere proprio come me,i nostri spiriti saranno uniti se vorrai superare queste prove; sarai forte, bello, intelligente... tutte le caratteristiche che un arcanine vorrebbe avere, insomma, sarai perfetto...
E con questo Hed finì di raccontare,non voleva continuare e mettere il suo amico tra i brividi.
Poi l'Arcanine precisò:
-Non sò perchè ho i brividi,ma sento che non devo pensarci, e poi, a me non interessa essere perfetto e dorato, o forse sì? Non so nemmeno cosa pensare.
Diego, assorto nei suoi pensieri, disse:
-Mah...
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La firma è stata modificata dallo Staff di Pokétown

Messaggio 03/11/2010, 19:22

Messaggi: 533
Località: Southern Island
Idea carina sarebbe quella di dare un nome a ogni capitolo *-*
Appena ho un po' di tempo li leggo tutti u.u
Be', io so solo firmare con la penna, ma vedrò di fare del mio meglio: Loreamico.
Che ne dite?

Messaggio 04/11/2010, 21:28

Messaggi: 1193
Località: In un posto da dove posso connettermi su PokéTown, altrimenti non avrei postato tanto qui o_o
Eccomi di nuovo a postare un Capitolo del mio racconto. Stavolta cambieremo visuale, infatti non saranno presenti i personaggi citati negli scorsi capitoli. Buona lettura :D

"Le Anime di PokéTown"

7° capitolo: Un piano diabolico

Quella sera, nonostante non fossero a casa di Eevee a godersi la festa, Lar, Ashmaster e DarkAlakazam erano felici anch’essi. I tre, infatti, si stavano consultando su un progetto nel loro ufficio riservato del Tribunale. “Questo piano è davvero una genialata, DarkAlakazam! Ora non ci resta che metterlo in pratica...” iniziò compiaciuto Lar. DarkAlakazam, allora, spostò con la mente un gong dorato riccamente decorato con disegni e motivi vari appeso ad un gancio del tetto e lo portò a fianco di Ashmaster, il quale prese a tamburellarci sopra con le punte delle dita. Nonostante Ashmaster non usasse tutta la sua forza, una nota simile ad un suono di pioggia pervase tutto l’edificio. Immediatamente accorse un insettone rosso simile ad una mantide religiosa con delle chele. L’essere, uno Scizor, era il manager della “TecnoTown”. Era alto e magro e si muoveva con un’agilità impressionante. “Mi avevate chiamato?” disse il nuovo venuto. “Eccoti, Shizor. Si, ti avevamo chiamato per dirti che vorremmo che tu iniziassi a mettere in atto il nostro nuovo programma operativo della “TecnoTown”. Sappi che lo voglio vedere all’opera il prima possibile” disse DarkAlakazam a Shizor.
“Subito signore. Ma... se posso permettermi... cosa dovrei fare di preciso? Non ci capisco molto delle scritte su questo foglio” Domandò il manager.
“Infatti non ti serve questo foglio, ma questo” si corresse Lar, prendendo un foglio da un cassetto della scrivania accanto alla quale stavano i quattro esseri. “Questo è il foglio giusto. In poche parole vorremmo far rivivere un’esperienza remota alla nostra città: l’evocazione dell’anima!” proseguì. Notando l’espressione stranita di Shizor, Ashmaster prese la parola e spiegò: “Immagino che tu non abbia capito, a giudicare dalla tua espressione. Non hai mai sentito parlare delle anime che sono uscite dai corpi? In alcune storie si narra di personaggi che, con un grande sforzo interiore e in circostanze estreme, siano riuscite a far uscire la propria anima dal proprio corpo. Dopo tanti studi, ricerche e riunioni io, Lar e DarkAlakazam siamo riusciti a trovare un metodo per fare uscire parte dell’anima dal proprio corpo in modo indolore e in qualunque momento, senza sentire fatica o avere problemi di qualsiasi tipo. Non ti sto a spiegare il metodo perché non ci capiresti granché anche se te ne parlassi per un ora...” disse, ridacchiando tra sé. DarkAlakazam continuò: “In ogni caso, ripeto, vorremmo che tu attuassi il progetto al più presto. Prendi con te il foglio che hai tra le mani, se così possiamo definirle, e fallo vedere agli altri operai della “TecnoTown”, spiegando loro le nostre intenzioni. In ogni caso dovreste fabbricare dei semplici oggetti di uso quotidiano e di vario genere con un particolare che faccia uscire parte dell’anima di colui che viene a contatto fisico con quell’oggetto, che per semplicità chiameremo “Animante”. Per stimolare la curiosità dei clienti, consiglierei di non dire da nessuna parte che l’Animante evochi l’anima del suo possessore, ma se lo ritieni opportuno scrivilo pure. E con questo abbiamo finito, perciò puoi tornare a fare il tuo lavoro in santa pace. Ma ricorda, vogliamo che gli Animanti siano in vendita al più presto!” concluse. “Subito, signore!” rispose Shizor con un inchino, prima di sparire dalla vista dei tre Amministratori. Appena i tre furono certi che Shizor fosse andato via si guardarono in faccia e iniziarono a ridere malignamente: il suono di una risata piena di potere e di malvagità fu emesso dalle tre bocche degli Amministratori. Soddisfatto, Ashmaster disse: “Bene. Alla fine ce l’abbiamo fatta! Facile come bere un bicchiere d’acqua!”. “Già, facile come bere un bicchier d’acqua!” rispose Lar, il quale, per dimostrazione, prese un bicchiere, lo riempì d’acqua e iniziò a bere. Ma non appena bevve il primo sorso d’acqua scoppiò in un violentissimo attacco di tosse. Inizialmente DarkAlakazam e Ashmaster pensarono che si fosse semplicemente ingozzato ma, sentendo che Lar non la smetteva più, iniziarono ad allarmarsi. Allora Ashmaster diede un po’ di colpi non troppo delicati sulla schiena del povero Lar che, dopo tanti respiri affannosi, si lasciò cadere sulla sua sedia come se fosse privo di forze e attaccò Ashmaster: “Ma che diavolo ti salta in testa! Ci tengo alla schiena io!”
“Ma... mia nonna diceva sempre di dare pacche sulla schiena a chi si fosse ingozzato...”
“All’anima delle pacche sulla schiena! Mi stavi rompendo le ossa! Volevi farmi diventare invertebrato per caso?!”
“Ehi! Calmati ora! Ormai il peggio è passato!”
“Finché non controllerai i tuoi muscoli il peggio non sarà mai passato...” replicò Lar seccato e arrabbiato allo stesso tempo. DarkAlakazam interruppe la discussione tra i due con le sue solite profezie: “Umh... Lar si ingozza... brutto presagio! Prevedo un giorno ove noi tre saremo puniti in qualche modo...”. Lar e Ashmaster, già abbastanza irritati per quello che era successo poco fa, zittirono il loro collega e, insieme a lui, se ne andarono.
Alcune ore dopo Shizor, prima di consegnare il piano di lavoro degli Animanti agli operai della “TecnoTown”, si ricordò della sua discussione con i tre Amministratori a proposito delle anime e gli sembrò di aver visto nei loro occhi un bagliore di follia e di malvagità. Così, dopo essersi assicurato che Lar, Ashmaster e DarkAlakazam se ne fossero usciti, andò nella stanza dove era stato chiamato prima e, aprendo il cassetto, prese l’altro foglio. E solo dopo aver letto quel foglio ed aver decifrato la quasi incomprensibile scrittura delle tre persone più importanti di PokéTown, solo allora scoprì l’amara verità.


Che bel capitolo intrigante... :_: se notate bene è leggermente più lungo degli altri...


P.S.: ma dopo i puntini di sospensione ci va la lettera maiuscola?
Bah... una firma? E come firmo al computer, scrivo sullo schermo? Immagine

Messaggio 04/11/2010, 21:45

Messaggi: 533
Località: Southern Island
Bello questo Capitolo *-*
Per rispondere alla tua domanda: se dopo i puntini la frase finisce, suppongo che si debba mettere così.
E lo fece... . Poco dopo [...]

Mentre se la frase non finisce si continua con la lettera minuscola.
Be', io so solo firmare con la penna, ma vedrò di fare del mio meglio: Loreamico.
Che ne dite?

Messaggio 04/11/2010, 22:05

Messaggi: 1193
Località: In un posto da dove posso connettermi su PokéTown, altrimenti non avrei postato tanto qui o_o
però devo ammettere che il piano è stato davvero facile come bere un bicchiere d'acqua... COFF! COFF! ARGH! TOSS! TOSS! COFF! SPUT! SPUT!

:eheh bello quel pezzo, nevvero?
Bah... una firma? E come firmo al computer, scrivo sullo schermo? Immagine

Messaggio 12/11/2010, 17:17

Messaggi: 533
Località: Southern Island
Interrompo per postare un mio tema scolastico (sotto forma di lettera aperta al giornale) sui rischi del sabato sera.
Gentile Redazione,

Sono un ragazzo di tredici anni, e ciò significa che nel giro di pochi anni avrò la possibilità di entrare in quel fantastico mondo delle feste, dei raduni e delle serate con gli amici, ritratti come meravigliosi da molti ragazzi e ragazze.
Confido nel fatto che voi lettori abbiate giudicato comune quest'affermazione; rispettabile, vero, ma comunque normale. Ma, se ci si pensa su un po', questa frase non è poi così immediata. Vi sarete certamente accorti del dubbio, dell'incertezza; o forse no. Sta a me spiegarmi meglio affinché tutti, lettori ed editori, possiate comprendere i miei pensieri.
Innanzitutto, pensiamo alle prime parole. “Avrò la possibilità di...”. Cosa vi suscitano? Esitazione, titubanza, secondo me. Sarebbe stata cosa ben diversa scrivere “Farò”; infatti è questo il nocciolo dell'argomento. Sì, perché nel mondo odierno si tende a gettarsi a capofitto negli eventi, solo perché gli altri lo fanno. Vorrei manifestare la mia contrarietà a chi si fida in modo assoluto dei pareri altrui. È una specie di ritorno al passato, quando gli antichi studiosi prendevano alla lettera tutte le dichiarazioni del celeberrimo Aristotele, fino a quando una persona giudiziosa ha avuto il coraggio di opporsi e di far valere la ragione. Cioè, forse suonerà un po' strano, ma io la penso così, per adesso: non credo che questo mondo sia così fantastico ed eccitante. Mi riferisco al mondo della discoteca in particolare, visto che si tratta dell'argomento del vostro Giornale. Non deve essere necessariamente un obbligo quello di andare il sabato sera a ballare con gli amici, ma solo un piacere. Non deve servire a mostrare la propria sinergia con il mondo comune; non deve apparire come un modo per sembrare tali e quali agli altri. Ci è stata donata una mente, con la quale pensare, riflettere e solo in seguito agire. Le decisioni che prendiamo non devono essere influenzate quasi esclusivamente da ciò che gli altri ci dicono. Il tipico insegnamento che ci viene ripetuto quando siamo piccoli, ma che stiamo lentamente dimenticando. Un'azione non può essere giustificata, sia essa buona o non, dalle tenute morali degli altri. È un triste aspetto della vita questo, uno dei tanti che mi trovo a fronteggiare in questo periodo, un quesito cui vorrei una risposta da voi. Ormai stiamo cercando di diventare sempre più uguali ai nostri coetanei. Stesse frasi, stesse abitudini, stesse passioni, stessi oggetti; per quanto ognuno di noi tenda a differenziarsi dagli altri, ne rimane più o meno condizionato. Perché questo? Va bene, è vero, siamo tutti esseri umani, abbiamo il medesimo corpo. Ma non dobbiamo aspirare ad avere la stessa mente. Crescendo, si diviene sempre meno fantasiosi, meno unici, perdendo l'innocenza del bambino che mostra la nostra vera natura, cambiando radicalmente i nostri atteggiamenti. Molti dicono di aver perso le loro singolari passioni che avevano pochi anni prima, giustificandosi di essere maturati. Forse è vero, ma occorre supporre che questo sia anche frutto del tentativo di agglomerarsi agli altri, sopprimendo in misura maggiore o minore ciò che ci rende unici. La diversità è, a mio giudizio, abbastanza importante da non dover essere cancellata, né ridotta. Non dobbiamo impegnarci per cercare di apparire “normali” (a detta di molti, termine usato per indicare le persone con atteggiamenti ordinari e consueti), ma solo noi stessi.
Il fatto che i quattordicenni (soprattutto le ragazze) vedano i più grandi parlare in modo ampiamente benevolo delle discoteche non sta a significare la verità di questi annunci. Bisognerebbe valutare i propri interessi, renderci conto di ciò che facciamo, e non fidarci in modo assoluto del giudizio degli altri. È giusto che andiamo a divertirci con la consapevolezza di volerlo fare, non di doverlo, per tentare di assomigliare ad una persona che non siamo. Se non ci piace, non fa niente. È un bene accettare queste persone che, come me, non amano questi svaghi serali, non deriderle per i loro gusti diversi, anche nel più tremendo dei casi. Che ne pensate?
Forse è bene che cominci a parlare di me, e non in generale. Io, come tutti i ragazzi, sono una persona unica, interiormente diversa dagli altri coetanei. Non provo piacere nel ballare; giudico ridicole le persone che si mettono in mostra davanti a tutti con stupidi balletti, soprattutto in televisione. Preferisco le chiacchierate con gli amici al parco, nella quiete, o a scuola, con giovani e adulti. Detesto la musica alta, le luci: mi fanno sentir male alla testa. E ho paura delle discoteche. Tutta quella gente sconosciuta, le bevande alcoliche, il buonsenso che ti scivola via con la musica che ti ruggisce nel cuore, e le tenebre che ne derivano. Temo la droga, le cattive compagnie...la morte, i pericoli che vi si possono incontrare. E credo di far parte di un gruppo tutt'altro che limitato di individui; conosco diverse persone che la pensano allo stesso modo. Talune lo manifestano apertamente, come me, altre preferiscono celare questi loro pensieri; non ha alcuna importanza. Io vi ho scritto affinché queste persone non si vergognino ad ammetterlo, poiché bisogna andarne fieri. Non occorre modificare la propria personalità per essere accettati dagli altri: sono loro che hanno il dovere di accettarci. Se rifiutano di farlo, be', significa che non sono persone ragionevoli, e preferisco non avere molta confidenza con questo tipo di individui circondati da barriere mentali che impediscono loro di aprirsi agli altri.
Io mi sento insolito, eppure sono felice. Non ho l'appoggio di tanti ragazzi quanti coloro che fanno di tutto per mostrarsi al passo coi tempi, seguendo un rigido stile di vita dettato dal mondo moderno; quelli che cercano i riflettori attirando la gente con prove di maleducazione e ignoranza. Non so come si faccia ad andar dietro a questa gente, ma preferisco lasciar perdere e stare con le poche persone che mi capiscono e che la pensano allo stesso mio modo. Un cerchio ristretto di membri, è vero, ma che posso farci? Io adoro la conoscenza, la riflessione, il rispetto; sono un appassionato di giochi definiti infantili (nonostante si fondino sulla matematica), e amo scrivere e leggere. Spesso vengo deriso per questo, ma non mi abbatto e continuo per la mia strada.
È ciò che vorrei che faceste tutti, cari lettori. La perseveranza è una dote importante, e sovente è in grado di guidarci verso la vittoria. Spero che questi miei discorsi non vadano a finire nel nulla, e sarei felice che qualcuno risvegliasse il proprio fuoco interno, leggendoli.
Adesso confido nel fatto che abbiate compreso i miei pensieri. Non lasciatevi illudere dalle belle voci che circolano intorno alla parola “discoteca”. Se non ve la sentite, se temete ciò che vi può accadere, non gettatevi nella mischia a capofitto. Ma questo credo di averlo già ripetuto abbastanza. Non voglio assolutamente essere ripetitivo e stancarvi con le mie frasi sparpagliate. Il mio unico obbiettivo era quello di smentire l'aura d'oro che circonda le feste del sabato sera. Non dico che debbano essere necessariamente delle esperienze negative; no. Solo, bisognerebbe fermarsi a riflettere un momento prima di impattarci con esse. Solo quando saremo pronti e determinati varrà la pena di provare queste nuove emozioni. Poi andrà come andrà: potrà piacerci, deluderci, ribaltare le nostre aspettative. Non importa. L'essenziale è non farsi trascinare dagli altri. Non siamo ottusi, e sappiamo benissimo ciò che è giusto fare e cosa no. Non facciamoci condizionare dagli altri. Non possiamo sapere le intenzioni di chi tenta di convincerci, né cosa ci riserva il futuro.
Solo così porremo le basi per un mondo migliore: sano, incontaminato, gioioso. Se tutti giudicassero con raziocinio, non sentiremmo più parlare male di discoteche e luoghi simili. Tanti errori sarebbero rimediati, molti pericoli scampati. Ricordate che siamo noi coloro che scriveranno la storia, e poi i nostri figli. Per costruire una società più bella non occorrono mattoni, ma solo menti sane e sagge persone. Ne sono convinto, e lo sarò sempre.
Spero di non aver vagato troppo coi pensieri, ma sentivo il dovere di farlo. Auspico nel fatto che questa lettera venga pubblicata, affinché molti giovani si schiariscano i pensieri più dubbi. Un caloroso saluto alla Redazione e ai lettori.
Be', io so solo firmare con la penna, ma vedrò di fare del mio meglio: Loreamico.
Che ne dite?

Messaggio 13/11/2010, 7:41

Messaggi: 1193
Località: In un posto da dove posso connettermi su PokéTown, altrimenti non avrei postato tanto qui o_o
Immagino che il tuo fosse il tema più bello della classe, vero? Ma, per curiosità, come fai a fare tutto quel testo in 2 ore, prima in brutta e poi in bella? °____° cmq complimenti, sei stato davvero bravo :)
Bah... una firma? E come firmo al computer, scrivo sullo schermo? Immagine

Messaggio 15/11/2010, 20:28

Messaggi: 214
raccontino
1 cap
Lentamente, lentamente il sangue gocciolava come un rubinetto, non vi era più allegria lì ma soltanto orrore, si vedeva ancora quel pover uomo trafitto da un coltello nella pancia e nel cuore.ebbene si era innamorato di una donna giovane e leggiadra e per salvarla dette la sua vita.
Chi fù l'orribile omicida , chi fù quella persona tanto crudele da frantumare un amore...
Ero io.Si ero io il senso di colpa non ne avevo neanche uno per questo mi ammazzavo ogni giorno....


ora non ho tempo °_°
Immagine

Ringrazio Daphne

Messaggio 16/11/2010, 17:12

Messaggi: 429
Località: Canton Ticino (CH)
Lorem, la cosa più orrida del tuo racconto è stato il "fu" con l'accento. Mi permetto di correggere ciò che hai scritto.
Lentamente, lentamente (all'inizio del racconto la ripetizione di quest'avverbio direi che ci sta più che male, prova a farlo all'interno di una frase e non all'inizio) il sangue gocciolava come un rubinetto (ci aggiungerei aperto oppure mal chiuso), non vi era più allegria lì(,) ma soltanto orrore, si vedeva ancora quel pover uomo trafitto da un coltello nella pancia e nel cuore (questa frase è bizzarra assai, cerca di modificarla). Ebbene si era innamorato di una donna giovane e leggiadra e per salvarla dette la sua vita.
Chi fu l'orribile omicida, chi fu quella persona tanto crudele da frantumare un amore? Io. Sì, ero io, il senso di colpa non ne avevo neanche uno per questo mi ammazzavo ogni giorno (come, scusa? Questo passaggio è assolutamente incomprensibile..) ...
╔══╗
╚╗╔╝
╔╝(¯`v´¯)
╚══`.¸.København~

Messaggio 16/11/2010, 19:33

Messaggi: 214
è l'incomprensibilità che fà un racconto :_:


In città tutti guardavano me medesimo con lo sguardo dell'occhio che faceva pensare che loro sapevano già tutto.Io,quarantenne con carnagione pallida,capelli rossi sangue, coltello nella fodera e occhi albini, passeggiavo comodamente tra i vicoli corti e stretti fino ad arrivare nel Vicolo 93,La casa del mio armaiolo.
Era un uomo robusto sempre pieno di armi, italoamericano che combattè il Vietnam uccidendo 61 Vietcong.Lui mi procurava le armi necessarie per il combattere , senza di lui ero perso e così fui.
Un giorno tranquillo stava diventando un incubo.Tutto iniziò quel giorno io andai dal mio armaiolo ma la porta era aperta, non soltanto aperta ma anche macchiata con gocce di vivo sangue come se una balena zampillasse sangue dal suo sfiatatoio.Entrai e vidi le budella mezze mangiate, la testa ormai diventata un teschio e infine una creatura con occhi sanguinanti e lo stesso la bocca.Mi attaccò e mi morse, oramai mi aveva infettato...


W L'INCOMPRENSIBILITà
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Ringrazio Daphne

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