Visto che ancora non è stato aperto un Topic su questo argomento, che possiede un'importanza quasi estrema, ho voluto creare qui un Centro di Informazioni inerente all'Esperimento che ha preso il via esattamente oggi alle 9.30 di mattina. Molti di voi forse non sanno nemmeno di cosa io sto accennando, ed è per questo motivo che ho raccolto degli articoli da Internet per farvi rendere l'idea almeno un po' più chiara.
Ieri
LHC (Large Hadron Collider) è l’acceleratore di particelle più grande e potente mai realizzato dall’uomo, progettato per far collidere protoni ad un’energia mai raggiunta fino ad ora in laboratorio. È costruito all’interno di un tunnel sotterraneo lungo 27 km presso il CERN di Ginevra.
L’LHC giunge in questi mesi alla fase di attivazione. Ed è proprio in questi attimi che si sollevano dubbi nei confronti del progetto.
Alcune persone ritengono che l’LHC potrebbe causare la distruzione della Terra. Secondo questi il CERN potrebbe:
Creare un buco nero stabile
Creare materia strana più stabile della materia ordinaria
Creare monopoli magnetici che potrebbero catalizzare il decadimento dei protoni
Due signori chiamati Walter L.Wagner e Luis Sancho, hanno presentato un ricorso contro LHC sostenendo che gli esperimenti potrebbero creare un buco nero capace di mangiarsi l’intero sistema solare. Questa tesi è anche sostenuta da due ricercatori della Standford e della Brown University.
A contestare questa tesi, ripresa con titoli di scatola dalla grande stampa popolare, arriva adesso un documento stilato da oltre 20 autorevoli fisici nucleari di varie universita' tedesche dal titolo "La Terra non sara' inghiottita dai buchi neri". Il professor Hermann Nicolai, direttore a Potsdam del "Max-Planck-Institut" di Fisica gravitazionale, accusa il suo collega Roessler di incompetenza e replica che le sue affermazioni catastrofiche sono basate su un "fondamentale fraintendimento della teoria di Einstein".
Il presidente del Comitato tedesco per la Fisica delle particelle, Peter Maettig, non esclude che l'esperimento del Cern possa dar luogo alla creazione di buchi neri, ma sottolinea che in questo caso "sarebbero ben diversi dai buchi neri esistenti nello spazio".
Anche il suo collega Siegfried Bethke, direttore del Max-Planck-Institut" di Fisica di Monaco di Baviera, precisa che gli eventuali buchi neri creati a Ginevra "sono cosi' minuscoli da non riuscire in pratica a sviluppare alcuna forza di attrazione e scompaiono sotto forma di radiazione in una frazione di secondo". Bethke attacca poi pesantemente il suo collega di Tubinga e spiega che "a diffondere il panico e' gente che ha evidentemente letto troppi libri di fantascienza".
Gli scienziati tedeschi sottolineano che nell'universo avvengono continuamente collisioni di ogni tipo di particelle con energie molto piu' grandi di quella creata nel laboratorio del Cern, senza dar luogo alla creazione di buchi neri dall'effetto distruttivo. Rimane il fatto, pero', come scrive la 'SZ', che ormai in Germania non si parla d'altro e che su internet e sui media il panico per l'avvicinarsi dell'esperimento di Ginevra si va sempre piu' diffondendo.
Oggi
Il primo fascio di protoni partito alle 9.45, con qualche minuto di ritardo, a Ginevra ha compiuto il primo giro completo, quasi alla velocità della luce, dell'anello di 27 chilometri del Large Hadron Collider, il più grande acceleratore del mondo. Si tratta di prove tecniche, un vero e proprio collaudo durante il quale si è aspettato che compiesse il primo giro. Il primo è stato piuttosto lento, ma una volta aperta la strada il fascio compierà un giro completo in 20 microsecondi. Lhc, costato sei miliardi di euro, ha cominciato così il suo viaggio verso il Big Bang tra l'entusiasmo generale: a Roma, dove si assiste in diretta all'esperimento che sta avendo luogo al Cern di Ginevra, si è stappata una bottiglia di spumante italiano. L'atmosfera è quella di un lancio spaziale.
Inizialmente l'intensita' dell'energia sara' piuttosto bassa, 450 Gev (ossia 450 miliardi di elettronvolt), ma in breve tempo questa verrà portata a cinque TeV (5.000 miliardi di elettronvolt) e quindi a sette TeV (7.000 miliardi di elettronvolt) entro un anno, e quando i fasci si scontreranno l'intensità di energia raggiunta sarà di 14 TeV, la più alta mai raggiunta da un acceleratore.
"Oggi - ha detto Sergio Bertolucci, membro della giunta esecutiva dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare - nasce una nuova macchina che avrà uno svezzamento di sette-otto mesi e, gradualmente, gli verrà insegnato cosa fare. Con Lhc a pieno regime potremo vedere cose che non possiamo immaginare". LHC, nei cui rivelatori verranno ricreati i primissimi momenti successivi al Big Bang, un tremiliardesimo di secondo dopo, ha, dunque, aperto ufficialmente la caccia a quella che ormai viene definita la "particella di Dio", il Bosone di Higgs, particella elementare prevista dal Modello Standard (teoria che descrive tutte le particelle elementari ad oggi note e tre delle quattro forze fondamentali note, ossia le interazioni forti, quelle elettromagnetiche e quelle deboli) teorizzata nel 1964 dal fisico Peter Higgs , per il quale la teoria dà un limite superiore per la sua massa di circa 200 GeV e minimo di 115, già esplorato dal precedente acceleratore ginevrino, il Lep.
Nel mirino di LHC non c'è solo il Bosone di Higgs, ma anche la ricerca di evidenze che confermino l'esistenza della materia oscura, dell'antimateria e poi vedere se esistono particelle del tutto nuove e dimensioni spaziali o dimensioni addizionali come quelle previste dalla Teoria delle Stringhe. Insomma con LHC è iniziato un viaggio che molto probabilmente riserverà delle sorprese e come ha detto Fabiola Gianotti, responsabile dell'esperimento ATLAS "la natura potrebbe aver scelto soluzioni diverse ai problemi che vogliamo risolvere".