No, no... Meglio la giuria popolare dei vecchi giurati. (Quelli che hanno fatto perdere il Festival del '97 agli EelST). Però probabilmente Marco Carta non doveva partecipare come Big... Semplicemente perché non ha ancora combinato niente nel mondo della musica! Io facevo solo riferimento alle polemiche secondo cui non è difficile falsificare la classifica di gradimento. E che il presentatore, alcuni ospiti e il vincitore di quest'anno sono legati l'un l'altro. Sai com'è "a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca".
Riguardo a Povia non ho parlato di cambiamento di sessualità, ma di percorso e di scoperta! Che poi nelle interviste si sia divertito a punzecchiare un nervo scoperto dell'arcigay per farsi un po' di pubblicità ("parlatene male purché se ne parli") è un altro paio di maniche... Però vorrei anche sentire queste interviste per intero, perché i giornalisti (assieme agli avvocati) sono la peggior razza dell'universo: smontano e rimontano le parole degli intervistati. Taglia, cuci e aggiungi gli applausi o i fischi a seconda dei casi...
E ripeto, leggendo il testo della canzone, il messaggio non è affatto di guarigione da una malattina. Bensi di percorso psicologico di una persona che ha sofferto per svariati motivi e ha avuto un certo percorso sessuale.
Probabilmente il titolo è l'unica cosa che stona, però (per me) c'è dietro soprattutto una questione di marketing e pubblicità. Visto che nel mondo dello spettacolo la cattiva pubblicità è comunque buona pubblicità! Nessuno stupore avrebbe destato una canzone che parla di un ragazzo che stava con una ragazza e poi s'è innamorato di un altro ragazzo. (Per l'arcigay, forse, il percorso corretto di scoperta della propria sessualità.)
Invece il cartello "serenità è meglio che felicità" è stato messo in risposta ad un'affermazione fatta da Grillini (presidente dell'arcigay) che invitava il cantante a "capire la felicità dei gay". Il che, contestualizzato con il significato della canzone, non era proprio così scabroso. E' da notare invece il plagio del cartello "Il percorso è più importante del traguardo" lasciato alla fine della sua esibizione a Domenica In. Era lo slogan di uno spot di una casa automobilistica. Mi sembra fosse la BMW!
Concludendo, con questa manfrina non intendo dire che l'omosessualità sia una malattia ed è possibile guarirne. Manco mia nonna ormai lo crede più! Però per capire la propria sessualità ci sono vari percorsi possibili. Nessuno di essi è sbagliato. Però trovo un'ipocrisia antologica che chi si batte da anni per la libertà provi a censurare chi si limita a sfruttare la propria libertà di espressione (Vedi gruppo su FaceBook: "Non lasciamo che Povia canti di ex gay a Sanremo").