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Questa è un'altra storiella che mi è capitata poco tempo fa, una cosa da niente, un raccontino brevissimo, ma che a me ha scaldato il cuore.
Stavo camminando per i corridoi della scuola, dovevo andare in un'altra classe, dato che mancava il mio professore e nessun' altro poteva venirci a fare supplenza.
Mentre camminavo mi ricordai di essermi dimenticata il telefonino in classe. Così, sempre a passo di bradipo, ritornai indietro per prenderlo.
Quando uscii dalla classe vidi un'insegnante di sostegno che teneva per mano Giovanni, un bambino affetto da trisomia 21, in poche parole, era down.
Mi fermai a salutare l'insegnate di sostegno, lei ricambio il saluto, e, nello stesso tempo, vidi Giovanni che mi stava sorridendo.
Ok, adesso direte << E allora?>> Beh, si, è vero, è stato un banale sorriso, ma è stato il sorriso più bello, e specialmente più sincero che io abbia mai ricevuto, perché un bambino affetto dalla sindrome di "down" quando fa una cosa è perché la pensa davvero, e, sinceramente, questo sorriso a me ha scaldato il cuore più di un'abbraccio, più di un ti voglio di bene di una persona qualunque, perché sono certa che il sorriso di quel bambino era un sorriso vero.
Lo so, è un'articolo da niente, tanto per condividere le proprie esperienze con gli altri, ma, spero che vi abbia fatto riflettere ;-)
Un saluto da Bazinga
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