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Humeur- 3 parte postato da Angy (16:59 26/12/10) |
~ link diretto a questo articolo Buongiorno! Ricordate di cosa ho parlato l'altra volta? No? Beh, ve lo dico io. Ho parlato del Malessere. Avevo però interrotto il discorso, e me ne ero dispiaciuta, così ora lo continuo, nella speranza di deliziarvi con questo breve testo.IL MALESSERE Qui in spoiler la parte 1. [Mostra] Spoiler: testo nascosto Beh, fino a qui ci arriviamo tutti al fatto che malessere è opposto di benessere. E allora perchè gli effetti sono così diversi da non spiegarceli? Il malessere è così grande che a volte ci colpisce e non ci fa più risalire. Nel caso della depressione, quella vera, non quella che tanti ragazzi e ragazze fingono di avere per attirare un po' di attenzione, questo succede. Altre volte ci prende momentaneamente, per 2 minuti, il tempo di dire: “sto male” e già è passato. E poi tante altre occasioni che non trovo che siano il caso di scrivere.
In ogni caso, direi che il malessere è distinguibile in malessere fisico e psicologico. E direi, se permettete, che sono due cose nettamente diverse. Ho sempre pensato che anche con una gamba rotta e due falangi in meno io possa lo stesso riuscire a sorridere, se solo lo voglio. Invece se ho il cuore a pezzi, mi sento cattiva e mi comporto da “persona che è meglio non ricordare per il vero nome”, non riuscirò MAI a sorridere. Il sorriso non è quel qualcosa di meccanico, che consiste nell'aprire la bocca e fare “qualcosa” con la mandibola, o sapete quanta gente falsa lo sfrutterebbe, più di quanto non venga sfruttato ora? Mi sono sentita Male 2 sere fa. Non so dirvi precisamente perchè, e se lo sapessi non lo direi comunque. Ecco, è stata un'esperienza orribile. Intendiamoci, non è che mi sono strappata gli occhi dal dolore, ma ho semplicemente detto: “Sto male”. E stavo male per davvero. Quante volte un sacco di persone mentono, magari per evitare di fare certe cose, per stare a casa al caldo? Se devo dirvelo, alle elementari ogni tanto facevo così. Dicevo una bugia, solo perchè volevo essere coccolata. Poi sono cresciuta, e sono stata male davvero. Ogni tanto svengo, ogni tanto rimetto. A volte piango senza motivi, poi rido e torno a piangere. Sembro una pazza, ma è così. Non credo che la condizione di bene debba essere permanente, così come il male. I due sentimenti devono equilibrarsi, ognuno integra l'altro, ognuno ci fa crescere. Non importa come. Pensate se esistesse solo il bene: un mondo che non avrebbe ragione di esistere. Tutto pacifico, nessun problema, nessuna preoccupazione. Una calma inaudita. Zero pensieri, vita spensierata. Che noia, che tortura. A volte io godo delle sofferenze altrui, magari perchè quegli altrui non esitano a farmi del male. Non è carino da dire, ma è così. Se il mondo fosse in mano al bene, una briciola di male non causerebbe nulla. Ora pensate se tutto il mondo fosse maligno: a quest'ora mi sarei nascosta in una cantina per evitare un bombardamento, la mia connessione veloce sarebbe morta grazie ai missili. Il bene varrebbe quanto vale un acaro della polvere al mercato delle pulci. Sarebbe carino se si insegnasse ai bambini che il mondo in cui viviamo è assurdo. Io sono l'esempio vivente: mi diverto a prendere in giro qualcuno che ha un cervello scarsamente sviluppato, a volte godo delle sofferenze altrui, poi scoppio a piangere e mi voglio buttare giù dal balcone (e abito al 4 piano, non per dire). Ogni tanto fisso mia mamma, la vedo che si ferma e inizia a compiangersi, a sbattere la testa contro al muro (in senso metaforico eh) per quello che è stato il suo sogno irrealizzato. Sembra una religione la sua. Ogni settimana ha questo momento. Come quando la domenica il fedele va a messa. Da piccola la ammiravo, la sua vita da donna vissuta mi affascinava. Poi sono cresciuta e ho scoperto quanto è assurdo quello che ogni tanto fa uscire dalla sua bocca senza filtro. Ho avuto il trauma del risveglio dal sonno della giovinezza. Ho aperto gli occhi e sono rimasta accecata da quello che mi circonda. Non me lo avevano mai spiegato. Ho visto troppa televisione forse. Tutto perfetto, senza tempi morti. Tutto va come deve andare, tutto è costruito. Mi chiedo perchè sto facendo questo insolente discorso. Ho solo voglia di scrivere. Di spiegarvi cosa penso io del male. Non sopporto la lucidità del mondo adulto. Siamo tutti ragazzini, in fondo. Qualche centimetro in più, una scarpa col tacco, un vestito con lo spacco inguinale. Roba che a 8 anni non immagini nemmeno esista. Da grande, quando avrò dei figli (che cosa bella eh?) non li illuderò prendendomi gioco di loro. Non gli farò credere a Babbo Natale come una figura che arriva e porta dei regali, se già all'asilo bambini più furbi o forse più snaturati già li disincantano rivelando loro la verità. Non illuderò la mia esistenza a rincorrere delle stelle, per poi ritrovarmi con una vita senza un vero e proprio significato. Ieri discutevo con mio padre. Rasentavo il litigio, lo evitavo, perchè era Natale. Mi sentivo leggermente stupida. Facevo un discorso, e lui non mi ascoltava. Uscivano parole dalla mia bocca, e lui non se ne preoccupava. Ho terminato quello straccio di conversazione con me stessa con un: Andiamo a mangiare. Il latte era buono. Ci ho messo dentro 15 biscotti. Ci ho affogato le parole che ho speso con il muro. Ho pensato: <<è Natale, fai uno sforzo, è stato tutto il giorno con mia zia, sarà distrutto da quei discorsi da menomata>> e sono andata a dormire. Ho scritto una lettera in cui esprimevo tutto il male che stavo provando, non fisico, quanto psicologico. Questa mattina ho riletto quel foglio. Mi facevo pietà. In questo momento non sto provando alcuna emozione. Sto scrivendo. Anzi, sto scrivendo e pensando. C'è il mio gatto che fa le fusa su un cuscino a forma di gatto. Leggo i messaggini del cellulare, a parte gli auguri vedo qualche invito a uscire, una cioccolata calda, un giro alla pista di pattinaggio. Ci andrò. Oh, pensavate che sto a deprimermi per gli altri? In fondo, non sono problemi miei. Ho degli amici, ho una famiglia (si, un po' strana, ma ce l'ho), una vita insomma. Mi diverto, cerco di essere superficiale. Se inizio a farmi problemi a 14 anni, a 25 posso fare che impiccarmi. O no? Posso stare tranquilla e pensare a che smalto mettermi sulle dita? O devo compiangere le vite degli altri che in particolar modo non mi riguardano? Buone Feste. |
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