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Salve a tutti *si schiarisce la voce*
Oggi vorrei proporvi un articolo un po' diverso dal solito, che non riguarda ciò che succede nel mondo, o le varie attualità, bensì di un qualcosa di reale, che io personalmente ritengo molto importante e che, vorrei raccontarvi anche a voi.
Il protagonista di questa storia è, come detto prima, una persona che mi sta molto a cuore, ossia il mio migliore amico che, fortunatamente, è sopravvissuto ad un brutto evento, ma cosa più importante, ha avuto e continua ad avere il coraggio di portarsi questo peso dietro, come se nulla fosse.
Primo giorno di terza media, vedo tutti i miei vecchi compagni ammassarsi per raccontare come hanno passato le vacanze, quello che è successo ecc…
Ma non vedevo una persona, ossia il mio migliore amico, Alessandro.
dove poteva mai essere? Mi chiedevo, ma non davo importanza alla cosa.
Tornata da scuola aspettando che mi chiamasse per sapere come fosse andata il fatidico primo giorno di 3a media, e per farci la nostra solita chiacchierata al telefono, ma non mi chiamò.
Dopo due giorni che non si faceva sentire, ne a scuola ne tantomeno al telefono, decisi di prendere io l'iniziativa di chiamarlo.
Mi rispose la zia, le chiesi subito se poteva passarmi Alex (così soprannominato).
:- Mi dispiace darti una brutta notizia ma… è in coma diabetico da tre giorni.
Il sangue che mi scorreva nelle vene mi si era raggelato, come poteva essere in coma?
Con un "ah" freddo, riattaccai, il cuore mi batteva a mille, avevo un nodo allo stomaco, perché sapevo di essere impotente, di non poter fare niente per aiutarlo.
Passavano i giorni, non avevo notizie di lui, o meglio, non volevo averne, non sapevo neanche se era vivo, ne se lo avrei rivisto.
Un giorno mi feci coraggio e decisi di chiedere alla madre come sta.
:- Niente miglioramenti, ne peggioramenti, la situazione è sempre la stessa.
Passano 5 giorni dall'ultima volta che parlai con la madre, era a 14 giorni di coma ormai, e non avevo avuto più notizie di lui.
Suona il citofono, rispondo :- Chi è? :- Scendi.
Non ci credevo, era proprio la sua voce, o me la stavo immaginando, era la voce di Alex?
Mi feci tutte le scale a piedi e di corsa, stavo anche in mutande e pail, ma non mi importava, potevo anche correre nuda per tutto il palazzo pur di rivedere la persona che ormai credevo spacciata.
Scendo l'ultimo gradino ed eccolo li, mentre si reggeva sulle sue stampelle nuove di zecca, lo guardai dritto negli occhi e lo abbracciai con cautela, non volevo farlo cadere, ma ero felice, felice che era vivo e li con me.
Ma ora lui aveva un problema, che non avrebbe risolto mai più, ossia il "diabete".
Costretto a stare con una rigorosa dieta, a farsi le punture di insulina almeno tre volte al giorno, e a non vivere una vita normale, perché è questo che purtroppo sta passando il mio migliore amico.
Molte ragazze non lo accettano proprio per questo, io delle volte gli chiedo:- Come fai a vivere così? e lui, sorridendomi, mi risponde:- Io non mi sento diverso, mi sento normale, perché non dovrei esserlo? Non ho fatto niente di male in fondo, io ho i miei amici, ho te, e questo mi basta, poi se le ragazze mi snobbano, beh, sono loro a perderci.
Io con una malattia del genere non avrei mai il coraggio di andare avanti, non so lui come fa, ma sicuramente ha un sacco di coraggio.
La morale, in poche parole, è che c'è chi piange tanto, ma ha tutto, e c'è chi ride, chi si diverte, ma dentro ha un sacco di problemi, eppure riesce a tirare avanti, a continuare ad andare, anche se tutto va storto.
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