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Le Avventure di Chikorita ( #03 parte seconda ) postato da Zaffira (16:20 9/08/11) |
~ link diretto a questo articolo Il Bosco di Roveri ( parte seconda )Ben presto si fece buio e i nostri amici si misero ad apprestare un bivacco. Marill e Shaymin andarono insieme rispettivamente per legna e per paglia, mentre Pikachu provava a far scintille con la coda, utili per accendere il fuoco. Piccolino e Zaffira andarono insieme a cercar bacche da mangiare. Zaffira, che forse aveva timore di incontrare l’Houndour, stava appresso Piccolino. Lo seguiva in ogni passo, sia che andasse a destra per cogliere baccastagne, sia che si dirigesse a manca per assaggiare baccaprugne. Nel cielo scuro della sera apparvero le prime stelle. Zaffira chiese a Piccolino: “Qual è la tua stella?” “Tu” rispose senza esitare. “Stupido! Non hai una stella in cielo?” “Perchè dovrei averla?” “Ricordo che quando ero una piccola Chikorita di pochi anni, le sere d’estate solevo osservare le stelle insieme a mio padre. Mi raccontava che le stelle in cielo erano miriadi di miriadi, così numerose che ognuno sulla terra poteva averne una. Mi disse di sceglierne una e che sarebbe stata per sempre la mia stella portafortuna” Guardava Piccolino sorridendo, con il medesimo entusiasmo di quella piccola Chikorita che andava raccontando. Aggiunse, indicando un punto della volta celeste: “Vedi quella stella lì, nella costellazione del Gran Swoobat?” “Vuoi dire la seconda a partire dalla punta della coda del Patrat Maggiore?” “Si, proprio quella! Si chiama Mizar, ed è la mia stella! Dai, scegline una anche tu!” “Alcor, naturalmente” Zaffira lo guardò con un’espressione confusa e gli chiese: “Naturalmente?” “Si. Mizar è una stella doppia, e la sua compagna si chiama Alcor. Vicini l’una all’altra da sempre e per l’eternità” Zaffira rimase in silenzio con lo sguardo fisso sulle loro due stelle. “Tu non sei di questi luoghi, vero?” chiese Zaffira. “No, vivo in un’isola dell’Arcipelago Radioso insieme con altri Pokèmon e ad Ash” “Chi è Ash?” “E’ un mio caro amico, uno fra gli allenatori più bravi del Vecchio Continente!” “Ne parli così bene. Ma… perché adesso sei qui e non con lui?” “Ho una missione da compiere…” Piccolino le raccontò tutto, anche le disavventure nella Prateria e nel Fiume Averno con Ninjask e Gyarados. Zaffira seguiva il suo racconto con ammirazione. Però sui suoi occhi apparve un velo di tristezza. Piccolino se ne accorse e le chiese: “Perché sei così triste, Zaffira?” “Presto te ne andrai e non ti rivedrò più…” “Non è vero. Sulla strada del ritorno passerò ancora di qui, e ci rivedremo” “Molti altri bravi Pokèmon come te mi hanno fatto promesse e hanno pronunziato belle parole, ma poi non si sono più visti… Pare che tutti i Pokèmon ai quali mi affeziono mi abbandonino…” disse Zaffira, ancor più triste. Piccolino fece per accarezzarla con una zampa, ma ella si ritrasse un poco. Piccolino rimase in silenzio, senza sapere cosa dire. Zaffira prese il cestino delle bacche e s’incamminò verso la radura. Piccolino la osservò mentre s’allontanava e gli si strinse il cuore. La seguì, anch’egli triste. Ritornati alla radura, cucinarono e mangiarono le bacche cotte sul fuoco che Pikachu aveva acceso con una scintilla dalla propria coda. Tutti erano felici, tranne Piccolino e Zaffira. Quando la luna fu alta in cielo, tutti si addormentarono. Il mattino seguente giunse il momento di congedarsi. Shaymin, Pikachu e Marill salutarono Zaffira. Lo fece anche Piccolino, dicendole: “Sono felice d’averti conosciuto. Vorrei portarti con noi, ma il viaggio è ancora lungo e con molti pericoli. Sono più tranquillo se tu resti qui… Quando torneremo indietro, passeremo da questo bosco” “Non voglio promesse da te, Piccolino” rispose Zaffira. Sorrise, per farsi coraggio e per non dare preoccupazione a Piccolino. Poi si voltò e corse via nel bosco. “Andiamo!” disse Piccolino, dopo una breve pausa di silenzio, e i suoi amici lo seguirono. Non ebbero fatto cinque passi che una voce disperata attrasse la loro attenzione. “Aiuto! Piccolino, aiuto!” “E’ Zaffira!” esclamò Piccolino. “L’Houndour!” gridò Marill, stringendosi a Shaymin. “Eppure non fa alcun verso. Non può essere un Houndour” affermò Pikachu. Piccolino corse più svelto di tutti e raggiunse per primo Zaffira. Ella stava tra le radici nodose di una vecchia rovere, imprigionata in una rete di fili di pura energia elettrica, mentre dall’alto del tronco un grande ragno giallo con due enormi occhi neri e quattro più piccoli la guardava affamato. “Piccolino, stai attento: Galvantula mi ha imprigionato con Elettrotela!” Piccolino non si perse d’animo, fronteggiò Galvantula e l’attaccò con la mossa Foglialama. Il grande ragno rispose con Sanguisuga con l’intenzione di fiaccarlo e imprigionare anche lui. Ma Piccolino schivò il colpo e sferrò un potentissimo attacco Solarraggio che s’abbattè sull’elettrotela generando un bagliore accecante, così luminoso da rischiarare l’intera foresta. Quando la nuvola d’energia si dissolse, dell’orribile ragno non v’era più traccia. Zaffira piangeva, ancora spaventata. Piccolino le si fece accanto e sfiorò la propria foglia con la sua. Ella lo abbracciò. Piccolino le diede un bacio sulla fronte e le disse: “Non ti lascerò più sola. Verrai con noi” Quando gli altri Pokèmon li raggiunsero, videro i due Chikorita abbracciati, e Marill disse: “Guarda, che carini…” “Si vorranno bene?” chiese Shaymin. “Credo proprio di sì” rispose Pikachu. Risero tutti e tre. Anche la luna, lassù nel cielo, sorrideva. Dedico questa puntata alla mia cara amica Zaffira. Arrivederci alla prossima settimana! ------------------------------------------------------------------------------------------------------- Vorrei avvertire i lettori che questo racconto ha scritto PkCll, che purtroppo per molti motivi non avrà accesso a Pokètown, e mi aveva chiesto di poter pubblicarli per continuare il suo racconto... |
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