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Una nuova Terra postato da Lar (12:00 7/12/11) |
~ link diretto a questo articolo Il telescopio della NASA, Kepler, ha rilevato l'esistenza di un pianeta "gemello" della Terra ribattezzato Kepler 22-B ed avente una temperatura media di circa 22 gradi e la possibile presenza di oceani. Unico intoppo, a questo pianeta che dunque potenzialmente è idoneo ad ospitare la vita, la distanza. Kepler 22-B dista infatti circa 600 anni luce dal nostro sistema solare. L’esopianeta avrebbe una massa di 2,5 volte superiore a quella della Terra ed è stato rilevato due anni fa dal telescopio della NASA, Kepler. Data la sua immane distanza, non è possibile stabilire se esso sia interamente roccioso o meno, ma sta di fatto che è l’unico sinora scoperto a rientrare nella “Fascia dei riccioli d’oro”, ovvero ad una distanza tale da non risultare nè troppo freddo nè troppo caldo. Dunque, Kepler 22-B si propone come il miglior candidato finora conosciuto idoneo ad ospitare la vita. Douglas Hudgins, uno dei responsabili della missione Kepler, ha così commentato: “Questa è una pietra miliare lungo la strada per trovare il gemello della Terra”. “Siamo stati molto fortunati a identificare questo corpo celeste. Abbiamo osservato il suo transito appena tre giorni dopo aver iniziato le osservazioni” ha dichiarato William Borucki, uno dei responsabili al Centro di Ricerca Ames a Moffett Field, in California. ”Kepler” è stato lanciato nel marzo del 2009 ed ha il compito di cercare pianeti simili alla Terra al di fuori del nostro sistema solare, ruotanti attorno a stelle più o meno lontane dalla Via Lattea. La sonda è equipaggiata con un potente telescopio da 1,03 tonnellate, uno specchio principale di 1,4 metri di diametro e un’apertura di 95 cm, capace di inquadrare un campo pari a 105 gradi quadrati di cielo. Lo strumento è anche in grado di rilevare l’offuscamento periodico di una stella causato dal passaggio di un pianeta. La missione Kepler della Nasa era stata concepita alla scopo di trovare potenziali nuove Terre. All'epoca sembrava una "mission impossibile", invece, già a febbraio scorso, ci si è resi conto che lo scopo ambiziosissimo della missione poteva essere a portata di mano. Osservando sempre la stessa regione del cielo, nella costellazione del Cigno, Kepler registra continuamente il flusso di milioni di stelle allo scopo di misurare la piccola variazione prodotta dal transito di un pianeta contro il disco della sua stella. Una piccola ombra che produce una variazione di pochi centesimi, se non pochi millesimi, dei flussi misurati. Per questo è necessario uno strumento spaziale, che operi al di sopra delle fluttuazioni indotte dall'atmosfera terrestre. Tre diminuzioni spaziate dallo stesso intervallo di tempo sono la firma di un potenziale pianeta che viene così iscritto alla lista dei candidati prodotta, e continuamente aggiornata, dalla missione Kepler. Ogni candidato va poi controllato con misure da terra oppure con ulteriori transiti. La maggior parte dei pianeti extrasolari appartengono alla categoria dei giovi caldi, pianetoni delle dimensioni paragonabili a Giove con orbite molto vicine alla loro stella. I periodi orbitali possono essere anche di pochi giorni: non sono questi i pianeti che interessano i cacciatori di nuove terre. Una nuova terra deve essere rocciosa, il che significa che la sua massa non deve essere troppo diversa da quella delle nostra Terra (o di Venere o Marte). In più non deve essere né troppo calda, né troppo fredda, perché vogliamo che sulla sua superficie l'acqua possa essere liquida. Questo è il criterio che definisce la zona di abitabilità di una stella. Nel sistema solare la zona di abitabilità va grossomodo da Venere a Marte. Per stelle più piccole (e meno brillanti) del sole la zona di abitabilità sarà un po' più vicina alla stella, per stelle più massive (e più brillanti del sole) sarà più lontana. Questo ci dà un'idea dei periodi orbitali dei pianeti che andiamo cercando, l'orbita di una pianeta terrestre nella fascia di abitabilità della sua stella non può essere inferiore a diversi mesi. La considerazione sui periodi orbitali determina il tempo necessario per la scoperta delle nuove terre, e per tutte le verifiche del caso. Per registrare tre transiti della Terra contro la superficie del sole, ci vorrebbero tre anni, per Mercurio i tempi sono più rapidi, ce la potremmo cavare in meno di un anno. Kepler 22-B (nel gergo dei cacciatori di esopianeti il corpo A è la stella mentre i pianeti vengono identificati con le lettere da B in poi) ha dimensioni circa doppie di quelle della Terra ed orbita la sua stella (che è un po' più piccola del Sole) in 290 giorni. Bingo! Pianeta terrestre nella fascia di abitabilità. Questo è tutto quello che possiamo dire, per il momento. Tuttavia, se Kepler 22-B avesse qualche problema "caratteriale" (dopo tutto Venere e Marte sono nella fascia di abitabilità ma, per ragioni diverse, non offrono condizioni ideali per la vita) non c'è da preoccuparsi, la missione Kepler sforna candidati pianeti ad un ritmo frenetico. Insieme all'annuncio di Kepler 22-B, ieri sono stati annunciati altri 1.094 candidati pianeti che, aggiunti a quelli già annunciati a Febbraio, portano il totale dei candidati pianeti osservati da Kepler a 2.326. Di questi, 207 sono di dimensioni non troppo diverse dalla Terra e sicuramente qualcuno di buon carattere ci sarà. |
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