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Con la globalizzazione si sono diffusi dei canoni di bellezza, cultura (musicale, videoludica...) che si stanno inserendo nella vita quotidiana e che stanno condizionando sempre più considerevolmente i gusti e le preferenze di adolescenti e adulti. Coloro i quali presentano gusti diversi dalla "massa" vengono etichettati come persone fuori moda, stupide e con idee alternative (in senso negativo) e quindi isolati o, peggio ancora, derisi.
La diversità, elemento di spicco nelle epoche passate, che permetteva di primeggiare tra le persone comuni, è diventata motivo di vergogna, di imbarazzo, e spesso ha portato ad esiti infausti. Elemento discriminatorio per eccellenza, dopo l'omosessualità, è sicuramente la musica; spesso molti ragazzi sono costretti a nascondere i propri gusti, musicali e non, per paura di essere aggrediti dai rozzi esponenti della massa che, senza aver nemmeno tentato il confronto, insultano a raffica chi ha i gusti diversi dai propri e, nei casi peggiori , si arriva a veri e propri atti di bullismo.
Ora, nel 2013, riguardo i temi più delicati come la differenza di religione o i gusti sessuali, non dovrebbero esserci più problemi, tuttavia all'ignoranza, perché trattasi di ignoranza, non vi è alcun rimedio, almeno non in Italia, senza che il governo prenda una posizione, distaccandosi dalla Chiesa e affrontando questi temi che si cerca proprio di IGNORARE, facendo finta che non esistano. Nel nostro piccolo, possiamo informarci, possiamo provare esperienze diverse, confrontarci pacificamente e civilmente con chi non la pensa come noi.
Mi è capitato di assistere ad un litigio su un social network, tra due ragazzi con gusti musicali differenti, il litigio ruotava attorno ad un link pubblicato da uno di questi su Emis Killa; il secondo, posso supporre, senza nemmeno leggere il contenuto del link si è messo a commentare con un simpatico "ascolti emis killa, fai schifo" ripetuto più volte in risposta alle tesi dell'altro ragazzo che difendeva il suo idolo, ovviamente infastidito; all'ennesimo insulto ha deciso di non dare più retta al burrascoso flamer.
Credo che il fatto si commenti da solo, ma una piccola riflessione mi sembra d'obbligo: il primo ragazzo non era colpevole di nulla, se non di ascoltare un cantante che non rispecchia la massa. Personalmente, avrei concepito un commento ragionato, che magari poteva criticare l'artista e il suo modo di fare musica, non colui che ascolta.
E' un utopia cercare di cambiare questo modo ottuso di ragionare? Forse, ma se nessuno non farà mai niente, rimarrà sempre tale.
Commenti e critiche costruttive, sempre bene accette.
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