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Call of Duty ha rovinato una generazione di appassionati di sparatutto. La dichiarazione arriva da John Gibson, presidente di Tripwire Interactive, lo studio responsabile di giochi come Killing Floor e Red Orchestra 2.
Secondo Gibson la situazione degli sparatutto single player in prima persona sta migliorando, allontanandosi dalle ombre dei film Hollywoodiani e dalle “rotaie” tipiche dei giochi come Call of Duty. Il boss di Tripwire cita esempi come Deus Ex e Fallout, che intersecano elementi tipici degli RPG con una bella storia, non lineare.
In compenso Gibson crede che gli sparatutto multiplayer moderni stiano prendendo una brutta piega, riferendosi direttamente alla saga di Call of Duty.
“Durante lo sviluppo dell’Action Mode di Red Orchestra 2 ho collaborato con un gruppo di giocatori incalliti dello sparatutto di Activision. Il mio scopo era di creare qualcosa che fosse abbastanza accessibile in modo che potessero godersi il gioco, senza trasformarlo in Call of Duty. Qualcosa abbastanza ’casual’ ma con il tipico stile di gioco di Red Orchestra. Dopo aver ascoltato tutte le pedanti lamentele ho pensato di arrendermi: Call of Duty ha rovinato un’intera generazione di giocatori”, spiega Gibson. Ma di cosa si sono lamentati i giocatori?
Tutto nasce dalle meccaniche che gli appassionati di sparatutto moderni sono abituati a vedere nei loro giochi preferiti. Fra queste si nota il modo in cui i giocatori accelerano istantaneamente quando si muovono, senza raggiungere gradualmente la velocità massima, la stamina del giocatore che viene ripristinata semplicemente nascondendosi, oppure il fatto che le armi diano una sensazione di potenza esagerata.
L’intera esperienza non era piacevole perché non era simile a Call of Duty, che in modo molto furbo ha ridotto il divario di abilità fra i vari giocatori aggiungendo molti fattori casuali e armi che non richiedono una particolare bravura per essere usate. Secondo il boss di Tripwire il trucco è di non permettere ai giocatori d’élite di distruggere i novellini, altrimenti i nuovi arrivati non potranno mai entrare nel vivo dell’azione divertendosi e godendosi il gioco. Il problema è che una riduzione del divario delle abilità fra i giocatori rende tutto una sorta di gioco d’azzardo.
“È come sedersi davanti a una slot machine e osservare una scritta che ogni tanto salta fuori e dice: hai ucciso qualcuno! Hanno ridimensionato la bravura individuale dei giocatori in modo esagerato, per questo motivo gli stessi giocatori alle prese con titoli come Red Orchestra dicono che questo gioco è troppo difficile. ’Sono bravissimo con Call of Duty, quindi c'è qualcosa di sbagliato nel tuo gioco. Perché non sono bravo a giocarci, quindi deve fare schifo. Non sono io il problema, è il tuo gioco’. A volte è anche colpa nostra, nel caso in cui si crea qualcosa che non sia abbastanza accessibile, ma spesso dobbiamo ringraziare Call of Duty per aver reso questi ragazzi incapaci di diventare bravi con uno sparatutto”, spiega Gibson.
Siete d’accordo con il parere dello sviluppatore? Cosa si potrebbe fare per cambiare questa situazione?
di Roberto Caccia, rivisto da me
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