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“Anger never dies, it's part of life, it's part of you”
Cantava una canzone, non molto tempo fa. Ora, sostituite “anger” con la parola “prejudice”. Traducete in italiano. Fatto? Bene. Siete d'accordo con il messaggio che avete recepito? Il pregiudizio non muore mai, è parte della vita, è parte di te.
Gli stereotipi, visioni semplificate e largamente condivise su luoghi, oggetti o persone, sono, come ben si sa, tipici di uomini e donne dalla mentalità aperta come il lucchetto di una cella giudiziaria: non stupitevi di chi, senza aver mai visto una determinata cosa, la bolla a prescindere come giusta o sbagliata. Del resto, è più facile nascondersi dietro all'opinione comune piuttosto che uscire dalla massa e esporsi agli attacchi del gregge.
Per dare risalto ai pregiudizi con i quali i cittadini europei identificano i “vicini di casa”, un designer bulgaro ha deciso di creare delle ironiche immagini che, con poche parole, descrivono alla perfezione la concezione dell'estraneo vista da chi ha la mente troppo occupata dalle immagini fuorvianti che ci sono state tramandate. La Francia vista dagli Italiani? I nostri cugini sono noti per la Torre Eiffel, per Carla Bruni e per la baguette. La Germania? Tutta wurstel, birra e Angela Merkel. La Svezia? Belle bionde e IKEA. La Spagna? Casinisti, ma simili a noi. L'Europa dell'Est? Ladri, baby sitter, donne con le trecce, pornostar.
L'Italia come viene considerata? Ci dividiamo tra italiani del Nord e italiani del Sud: siamo chiassosi, mangiamo bene, abbiamo la mafia, la pizza, gli spaghetti e il mandolino. Napoli? E' tutta monnezza. I politici? Fanno ridere. Insomma, siamo casa di musei, statue, città d'arte, cibo e camorra. Ma è tutto vero? In ogni caso, la scelta sta a noi.
I pregiudizi non nascono dalla terra, ma dalla mente. Se è vero che la mente è nutrita dai sensi, impariamo a non fermarci alle apparenze: l'Asia non è solo la Cina, in America non sono tutti obesi, il Medio Oriente ha un patrimonio culturale che non ha nulla da invidiare a quello europeo.
Cosa manca ancora alla specie umana? Un po' di apertura mentale, soprattutto nei giovani che sono il futuro (e questo, è il caso di dirlo, è un luogo comune bello e buono), e la possibilità di viaggiare. Chi viaggia non muove solo il corpo, muove soprattutto lo spirito. Il diverso, lo straniero, devono affascinare, non incutere paura. Che ne dite di un buon libro
al posto di un'ora di televisione spazzatura? Anche iniziare così è producente.
A presto ;)
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