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Salve, amici towniani.
Esistono i marziani? Beh, se non altro pare che siano esistiti. A dirlo sono due ricerche svolte parallelamente, una italiana ed una statunitense, e pubblicate di recente a distanza di poco tempo tra loro.
Tali studi rivelano tracce di probabili forme viventi all'interno di rocce fotografate da rover inviati su Marte, le quali sarebbero del tutto simili ai fossili terrestri.
La ricerca italiana è frutto del lavoro di più ricercatori del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e dell'Università di Siena; quella americana, invece, fa capo alla geobiologa della Old Dominion University, Nora Noffke.
Per quanto riguarda la ricerca italiana, i ricercatori hanno scoperto delle microstrutture nelle rocce marziane, fotografate dal rover Opportunity, molto simili ad agglomerati minerali del nostro pianeta, chiamati stromatoliti, che vengono prodotti dalle alghe unicellulari. Questo potrebbe significare che anche le formazioni presenti su Marte abbiano origine biologica.
La cosa è sorprendente ma non più di tanto, visto che lo stesso rover Opportunity nel 2004 fotografò tracce di erosione delle rocce riconducibili alla presenza, in passato, di corsi d'acqua. Sempre nello stesso periodo furono scoperte piccole rocce di forma rotondeggiante che si formano quando alcuni minerali si impregnano di acqua e che prendono il nome di "mirtilli".
Proprio lo studio della morfologia di questi mirtilli del pianeta rosso ha rivelato una spiccata somiglianza con quelli terrestri prodotti dalle alghe microscopiche, e ciò fa pensare che anche i primi abbiano avuto un origine simile. In tutto sono state analizzate 40.000 microstrutture differenti e le coincidenze sono risultate quasi perfette, come si può evincere dall'immagine qui sotto.
Oltreoceano, la ricerca del team di Nora Noffke si è soffermata sulle immagini provenienti dal rover Curiosity, le quali mostrano piccole rocce con strutture molto simili a fossili terresti di colonie di microbi che la Noffke stessa ha studiato a lungo in tutto il mondo.
Ovviamente sia i ricercatori italiani che quelli americani tengono saldi i piedi per terra e ammettono che gli accertamenti di queste tesi potranno essere fatti solo quando questo materiale roccioso di Marte arriverà sulla Terra e questi due lavori avranno sicuramente fatto aumentare l'interesse e l'attesa verso missioni spaziali di questo tipo.
Dal pianeta rosso è tutto, arrivederci al prossimo articolo.
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