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"Non condivido ciò che dici, ma darei la vita affinché tu lo possa dire." (Voltaire)
Salve, amici towniani.
Mi scuso in partenza per aver approfittato dello spazio offerto dal tg per esprimere qualche riflessione che voglio condividere con voi, dandovi però, allo stesso tempo, la possibilità di esprimere le vostre.
Oggi ricorre il 25 Aprile, giornata in cui gli italiani festeggiano l'anniversario della liberazione, che celebra l'insurrezione partigiana contro l'occupazione del territorio italiano da parte delle truppe nazifasciste.
Il 25 Aprile 1945 fu imposta la resa a tutti i presìdi tedeschi e fascisti ancora presenti nello stivale, con pena la morte a chi si sarebbe opposto, per poi consegnarli nelle mani delle truppe alleate che sarebbero giunte a distanza di pochi giorni.
Ma, come già detto, questo articolo non vuole essere una lezione sulla Resistenza, anche se vi invito caldamente a informarvi riguardo questo importante pezzo di storia italiana.
Ciò che, invece, mi ha spinto a scrivere sono vari commenti, letti in rete, che dubitano di quanto sia giusto festeggiare una ricorrenza ritenuta "politica", che celebra la soppressione armata di uno schieramento rispetto ad un altro.
Da qui giungiamo al nocciolo della questione. Il concetto di libertà è qualcosa di ampiamente sottovalutato e dato per scontato.
Secondo fonti enciclopediche, la libertà è una condizione in cui un individuo può pensare, esprimersi ed agire secondo le proprie scelte e senza costrizioni. Ovviamente è scontato, ma non superfluo, dire che la libertà non può essere sconfinata, in quanto deve andare a braccetto col principio di uguaglianza: affinché tutti siano liberi allo stesso modo, è necessario che la propria libertà finisca dove inizia quella altrui, altrimenti non sarebbe rispettata la condizione dell'assenza di costrizioni per tutte le persone.
Leggendo i commenti di cui vi ho accennato sopra, mi è subito tornata in mente la citazione di Voltaire che ho messo in apertura di articolo. Gli autori di quei commenti possono esporre la propria opinione perché sono liberi di farlo, ma allo stesso danno per scontata la loro possibilità di esprimersi. La vittoria dei partigiani rappresenta la fine di un periodo in cui la libertà di opinione non c'era in Italia, e quindi, paradossalmente, la festività del 25 aprile ci garantisce la possibilità di essere contro la festività stessa. Chi si esprime contro le lotte partigiane, lo deve alle lotte partigiane.
E' anche vero che non è tutto oro quello che luccica. I partigiani hanno commesso azioni discutibili, come l'esecuzione delle condanne a morte verso i gerarchi fascisti, affinché questi non cadessero vivi nelle mani degli alleati, il che non avrebbe favorito l'Italia durante i successivi trattati di pace, ma l'importanza della loro lotta non è un'opinione, è un fatto certo. Non si tratta di politica, si tratta di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, perché le opinioni possono essere diverse ma il poterle esprimere deve essere uguale per tutti.
Con questo articolo voglio invitarvi a pensare alla libertà come qualcosa di prezioso, da non sottovalutare mai.
I partigiani vinsero, ma non una volta per tutte. Per la libertà bisogna combattere ogni giorno, perché ogni giorno ci sarà qualcuno che vorrà imporci con la forza il suo modo di pensare, che sia un grande dittatore, un boss mafioso o un prepotente bullo della classe, la cosa certa è che non bisogna lasciarglielo fare.
Sentitevi liberi di commentare. Arrivederci al prossimo articolo.
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