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Salve, amici towniani.
Benvenuti in nuovo articolo della rubrica "Il fascino...", dove si parla di personaggi, buoni e cattivi, tratti da opere di vario genere.
Oggi tocca ad un eroe e, per l'occasione, ne ho scelto uno che ha delle origini comuni con il villain del capitolo precedente, in quanto proviene anch'egli da un lungometraggio d'animazione della Walt Disney. Si tratta di Baymax dal recente film vincitore del premio Oscar Big Hero 6.
Non mi soffermerò a lungo sulla trama del film perché voglio assolutamente evitare spoiler. Vi basti sapere che Baymax non è altro che un robot creato da Tadashi Hamada, fratello maggiore di Hiro Hamada, che è il vero protagonista dell'opera.
Baymax è un robot-operatore sanitario, dall'aspetto molto affabile e programmato per alleviare il dolore delle persone ferite, funzione che può svolgere grazie al chip inserito al suo interno da Tadashi.
Successivamente, Baymax diventa anche un robot-supereroe grazie ad Hiro, che gli aggiunge nuove componenti robotiche ed implementa in lui un nuovo chip contenente dati sul combattimento.
La prima caratteristica interessante di Baymax è il fatto che abbia ribaltato un canone classico dell'androide cinematografico. Infatti, non si tratta del classico robot che comincia a provare sentimenti umani, ma è buono e gentile perché è fatto apposta per comportarsi così. Sono le persone che possono perdere di vista la loro umanità e commettere degli errori, mentre la bontà di Baymax, invece, per quanto sia "asettica", è anche impeccabile ed efficace.
La seconda peculiarità di questo personaggio risiede nella sua "anima artificiale", costituita dai suoi chip. Durante il corso degli eventi ci si rende conto che se il robot può comportarsi da supereroe non è grazie alle modifiche apportate da Hiro, ma del lavoro fatto da Tadashi: la componente eroica risiede nel primo chip, quello da operatore sanitario. Esso gli permette di agire nel modo giusto e senza fare del male agli altri, e quindi non è la forza datagli da Hiro a fare di Baymax un eroe, ma l'ideale di fare del bene.
L'eroe è l'infermiere, non l'arma, ed è bello come i superpoteri siano inutili o addirittura dannosi se non si possono gestire nel modo giusto.
Per me, il tenero Baymax vuole insegnare che essere potenti può aiutare a fare del bene, ma non è la condizione necessaria per farlo, quello che serve è innanzitutto la gentilezza.
E voi cosa ne pensate di questo personaggio? Potete dirmelo con un commento e aggiungere consigli sui prossimi eroi da trattare e critiche per migliorare la rubrica.
Bah-la la la e arrivederci al prossimo articolo.
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