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Salve, amici towniani.
La tecnologia delle stampanti 3D è ormai una realtà affermata ed incontra l'interesse di molte aziende importanti.
Per chi non lo sapesse, tali stampanti sono capaci di riprodurre oggetti tridimensionali a partire da file realizzati tramite dei software di modellazione 3D.
Come si può facilmente immaginare, questo tipo di tecnologia ha trovato innumerevoli applicazioni, basti pensare che ha raggiunto perfino il campo alimentare. Negli Stati Uniti sono già aperti dei ristoranti che preparano cibo con le stampanti 3D, anche se è una cosa fatta principalmente a scopo dimostrativo.
Tra le grandi aziende che ho accennato sopra, una che ci riguarda molto da vicino è l'italiana Barilla, che si è detta intenzionata a lanciare sul mercato dei nuovi tipi di pasta, per l'appunto, stampati.
Il procedimento è il solito: tramite un computer si invia il disegno 3D con la forma desiderata e in poco tempo si ottiene il risultato.
Nel 2014 la Barilla ha indetto anche un concorso per designer, i quali hanno realizzato più di 200 nuovi concept di pasta. I tre vincitori si sono portati a casa un premio di 800 euro più la soddisfazione di poter presto vedere sulle tavole di tutto il mondo le "Rose", le "Vortipe" e le "Lune".
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La pasta, come spiega Michela Petronio, vicepresidente del settore sviluppo dell'azienda, è un prodotto che si presta benissimo allo sfruttamento di questa tecnologia, essendo l'impasto liquido e composto semplicemente da acqua e semola.
Inoltre, Barilla ha avviato una collaborazione con la Tno un'azienda olandese che rifornisce ristoranti e supermercati con gli apparecchi elettronici che produce. L'obiettivo è quello di permettere alle persone di acquistare pasta personalizzata, sia nella forma che nelle composizione degli ingredienti, in modo che, ad esempio, sarà possibile acquistare un prodotto con una minore quantità di carboidrati oppure aggiungere un contenuto proteico.
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Insomma, gli stabilimenti Barilla sono ormai pronti a rifornirsi di stampanti 3D e dare il via a questa curiosa novità.
Voi cosa ne pensate? Mangereste della pasta..."stampata"?
Arrivederci al prossimo articolo.
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