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Quando la materia prese vita postato da Lar (11:44 10/11/10) |
~ link diretto a questo articolo Una volta al mese vi scriverò uno degli articoli che mi sono piaciuti di più da alcune delle riviste di cultura e scienza che acquisto. Vi convincerò a comprarle? Commentate liberamente, e se non vi interessa fatemelo sapere, visto che copiare pagine di testo non è il mio passatempo preferito![Mostra] Spoiler: La Galleria della vita - le 12 principali epoche - Precambriano [ da almeno 3.5 miliardi a 542 milioni di anni fa ] : Le prime cellule
- Cambriano [ da 542 a 488 milioni di anni fa ] : Arrivano i predatori - Ordovinciano [ da 488 a 444 milioni di anni fa ] : Nuove forme di vita negli oceani - Siluriano [ da 444 a 416 milioni di anni fa ] : Pionieri sulla terraferma - Devoniano [ da 416 a 359 milioni di anni fa ] : Lo sbarco dei ritardatari - Carbonifero [ da 359 a 299 milioni di anni fa ] : Le prime foreste - Permiano [ da 299 a 252 milioni di anni fa ] : Predatori sul supercontinente - Triassico [ da 251 a 200 milioni di anni fa ] : In aria, in acqua e sulla terra - Giurassico [ da 200 a 145 milioni di anni fa ] : L'era dei giganti - Creataceo [ da 145 a 65 milioni di anni fa ] : La terra diventa un mare di fiori - Cenozoico [ da 65 a 2.6 milioni di anni fa ] : La marcia trionfale delle pellicce - Quaternario [ tra 2.6 milioni di anni fa e OGGI ] : La fine dei giganti Esperimento Natura testo di Rainer Harf - GEO numero 59 - € 4,50 Su una Terra arcaica, tre miliardi e mezo di anni fa, da molecole inanimate si formò un essere vivente. La scintilla di un processo che sottopone la vita a un'incessante trasformazione: l'evoluzione. Nell'universo si stima esistano almeno dieci miliardi di miliardi di mondi. Ma è possibile che nessun altro corpo celeste presenti quella miracolosa interazione della materia che conosciamo come vita. Nessuno sa - e forse nessuno mai saprà - se la Terra stia vagando sola in un universo privo di vita. Ma una certezza c'è: oltre tre miliardi e mezzo di anni fa sul nostro pianeta ebbe luogo un evento straordinario. Tramite un processo ad alta complessità, molecole inanimate si organizzarono in una microscopica cellula primordiale: il primo essere vivente. Come sia potuto nascere questo microrganismo, cioè come la chimica sia diventata biologia, rimane un mistero. Sicuramente l'evento si verificò in un luogo che seppe difendere la materia organica - i mattoni della vita - dalle forze primordiali della giovane Terra, dai raggi cosmici e dall'energia distruttiva degli asteroidi che cadevano in continuazione. La maggior parte degli scienziati ritiene che i primi esseri viventi si siano formati in minuscole bolle d'aria nei camini idrotermali sottomarini. Altri ipotizzano che la culla della vita sia da collocare in piccole camere nel ghiaccio dei mari o nei sedimenti argillosi. Ma ovunque la genesi dell'essere abbia avuto luogo, fu come una febbre della materia: non appena risvegliata, la vita dilagò e contagiò ulteriore materia. Fu proprio questo - la capacità di moltiplicarsi, di produrre una discendenza, in un certo qual modo di partorire se stessa - a distinguere già da allora le prime creature dalla materia inorganica. Nessuna roccia o pietra, neanche un semplice granello di sabbia, era in grado di riprodurre un'immagine di sé. La prima cellula portava al suo interno tutte le informazioni sulla propria struttura. Un manuale d'istruzioni che stabiliva con esattezza quale ciclo biochimico potesse mantenerla in vita. E che soprattutto stabiliva quali sostanze dovessero essere prodotte, e in quali momenti, per garantire al piccolo organismo la possibilità di duplicarsi. Questo progetto era fissato in una molecola particolare che ancora oggi governa tutti gli esseri viventi: il Dna. A ciascun raddoppio, la cellula lasciava in eredità ai suoi discendenti questo libretto d'istruzioni molecolare, in modo che anch'essi potessero moltiplicarsi. Milioni di anni dopo la formazione di questa prima cellula, prati vischiosi ricoprivano ogni angolo conosciuto. In essi brulicava la vita: miliardi e miliardi di organismi unicellulari. Destinati a diventare sempre di più. Già allora, al tempo dei primi batteri, era in moto un processo invisbile, senza il quale la vita non avrebbe potuto uscire da quello stadio arcaico. Una continua trasformazione, un incessante sviluppo: l'evoluzione. È vero, avevano tutti un unico antenato, ma a ogni duplicazione non si otteneva sempre lo stesso risultato, la copia esatta con un identico patrimonio genetico. Gli errori incessanti generavano copie diverse dagli originali. Di solito queste copie "fallate" morivano. A volte invece gli errori nel Dna si rivelavano vantaggiosi. Nacquero creature più efficienti: batteri che risparmiavano energia, organismi in grado di costruire biomolecole nuove. O di riprodursi più velocemente dei loro compagni, tanto da eliminare i concorrenti col passare del tempo. Si combatteva per la sopravvivenza. Questa rivalità fece sì che la vita non rimanesse limitata al livello degli organismi unicellulari. Perché, da allora in poi, uno dei motori dell'evoluzione si chiama concorrenza. Nel corso di milioni di anni si svilupparono creature sempre nuove, che andarono all'esplorazione di spazi diversi. Non tutti gli organismi restarono fermi nei luoghi della loro apparizione: alcuni si spinsero nelle profondità degli abissi, altri sulle cime delle montagne sottomarine, o nelle acque basse delle coste. Con il passare del tempo l'intero oceano si riempì di vita. e i microrganismi, per quanto minuscoli, iniziarono anch'essi a plasmare l'immenso globo. Tra loro emerse un gruppo di particolare successo: i cianobatteri. Avevano imparato a utilizzare l'energia del Sole, e con la forza dei raggi solari erano in grado di alimentare il loro metabolismo. In questo processo i cianobatteri emettevano una sostanza volatile. Un gas incolore e inodore, destinato a cambiare per sempre le sorti della Terra: l'ossigeno. Questa sostanza a grandi altitudini si trasformò in ozono, formando un involucro invisibile che da allora difende il globo dai raggi Uv. Il gas reagì con il ferro creando una patina di ruggine rossasstra sulle colline del pianeta, rendendo la superficie della Terra simile a quella del vicino Marte. Gli esseri viventi continuarono ininterrottamente a evolversi, fino a quando ad alcuni riuscì un passo fondamentale: uscire dai confini del microcosmo. Una volta divise, le loro cellule non si separavano più, ma rimanevano attaccate tra loro: nacquero i primi roganismi pluricellulari, formati da molte cellule, a volte centinaia, che poi diventarono migliaia. Milioni. Verdi masse di alghe sferiche iniziarono ad attrraversare gli oceani: erano gli antanati delle piante. a loro seguirono i primi funghi, dall'aspetto filamentoso. Milioni di anni più tardi sul fondo del mare strisciò il primo animale. Una minuscola creatura a forma di disco, non più grande di un millimetro. eppure dai discendenti di questo essere invisibile nacquero creature estremamente complesse: organismi con gambe o pinne, tentacoli e chele, denti, gusci, aculei e ventose. Gli artropodi camminavano impettiti sul fondo dell'oceano, meduse trasparenti plulsavano nella corrente, i polpi cercavano di afferrare le vittime con i loro tentacoli e pesci primordiali sfrecciavano nell'acqua a colpi di pinna. E infine, dopo i milioni di anni trascorsi nei mari, la vita andò alla conquista di un altro mondo: le terre emerse. Le piante esplorarono le coste, gli animali si avventurarono all'asciutto, spingendosi sempre più nell'entroterra. Circa 350 milioni di anni fa le foreste primarie colorarono di verde la Terra. All'ombra degli alberi frusciavano ragni e scorpioni, sauri e crostacei. Quella febbre della materia chiamata vita si era ormai diffusa sull'intero pianeta. E con un impercettibile balzo aveva raggiunto un altro livello dell'essere. Diversamente dalle piante e dai funghi, queste creature mobili riuscirono a costruire complessi organi di senso, grazie ai quali erano in grado di percepire l'ambiente che li circondava. Nei loro corpi entrò in funzione una rete di nervi, capace di valutare quanto percepito e di prendere decisioni: fuggire, aggredire, restare fermi. queste reti neuronali avevano in sé qualcosa di magico, di inspiegabile: dalla materia si creava qualcosa di astratto. La percezione, i sentimenti, i primi pensieri. Anche una semplice rana si ferma brevemente a riflettere sull'opportunità di afferrare una mosca. E il ghepardo che attende il momento giusto per lanciarsi all'attaco e ghermire un'antilope non è privo di pensieri. Il pensiero si sviluppò soprattutto negli animali che vivevano in gruppo, aiutandosi l'un l'altro e iniziando a provare sentimenti reciproci. Centinaia di migliaia di anni fa una specie, l'uomo, iniziò a guardarsi intorno nel mondo. E a meravigliarsi. L'uomo ha sempre cercato di capire - e continua a farlo - cos'è la vita e come si è fomata. E ancora oggi guarda alla vastità del cosmo e si chiede se da qualche parte, lassù, sia comparsa una meraviglia a essa paragonabile. |
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